La scorsa settimana è stata una settimana di record per il mercato statunitense. Per la prima volta nella sua storia il Nasdaq 100 si è spinto sopra la soglia dei 21mila punti, mostrando una forza propulsiva davvero significativa. Nel frattempo, sui top di sempre anche l’indice
S&P 500, ma non solo, anche il Bitcoin ha toccato vette inesplorate, arrivando a 80.000 dollari.
Tutto questo è dipeso da un solo annuncio: Donald J. Trump sarà il 47esimo presidente degli Stati Uniti d’America. Una vittoria preannunciata, ma che non si immaginava sarebbe stata così ampia. Una vittoria che non solo attraversa il paese da nord a sud, ma che passa anche per il Senato e, probabilmente, per il Congresso. A spiegare il notevole rally ci ha pensato proprio lo schiacciante totale dei voti guadagnati dal Tycoon, infatti l’incertezza che aleggiava intorno al voto si è completamente dissolta.
Gli Stati Uniti si tingono di rosso
Prima delle elezioni, Trump e Harris sembravano molto vicini, aumentando il rischio di una crisi di legittimità politica. L’aria di crisi è però durata meno di ventiquattro ore. Il former president ha infatti ottenuto, non solo il sostegno della classe operaia bianca, ma anche di molti elettori neri e latini, attratti dalle politiche relative all’inflazione, all’immigrazione e alla sicurezza nazionale.
Cosa succederà nei prossimi anni sotto il secondo governo Trump? Partiamo dall’idea che le promesse elettorali di Trump vanno prese seriamente, ma non alla lettera, vanno prese come direzioni di viaggio. Eppure, secondo Jared Franz, economist di Capital Group, “la vittoria del Collegio Elettorale e del voto popolare, oltre al controllo repubblicano del Senato, significa che le principali questioni politiche di Trump, come i tagli alle tasse, l’aumento dei dazi e la limitazione dell’immigrazione, potrebbero essere attuate più rapidamente del previsto, potenzialmente nei primi mesi del 2025”.
Nuova era per l’economia Usa
Il 2024 è stato un anno pieno di soprese per gli Stati Uniti e, soprattutto, per la loro economia. Contro ogni aspettativa, Donald Trump erediterà un’economia in discreta forma, con ottimi consumi e un mercato del lavoro ancora forte. Eppure, per rendere l’ “America great again”, questo non basta. Il Presidente, appena tornerà nello studio ovale, sembra infatti intenzionato a implementare un nuovo pacchetto fiscale, alimentando una prospettiva favorevole per la crescita. Eppure più crescita, potrebbe portare con sé anche un’inflazione più alta e maggiori tassi di interesse.
Nello scenario migliore possibile, come immaginato da Franz, “il prodotto interno lordo reale nel 2025 potrebbe raggiungere i 3/3,5% di crescita, ma gli americani sarebbero costretti a convivere con un’inflazione intorno al 3%”. Inoltre, nonostante sia improbabile l’abrogazione dell’Inflation Reduction Act di Biden, ci sarà da aspettarsi un nuovo equilibrio dei fondi. Mentre il comparto sostenibile potrebbe essere abbandonato, almeno in parte, il settore del petrolio e del gas è destinato a crescere, con una possibile riduzione del prezzo al barile. In una buona posizione potrebbero trovarsi anche le imprese del settore aerospaziale e difensivo, che beneficeranno di un potenziale aumento della spesa militare viste le tensioni geopolitiche, ma anche il settore sanitario.
Ponte tra ieri e oggi: quanto si assomiglieranno i due mandati di Trump?
Se si prende come metro di paragone il primo mandato di Donald Trump, allora le relazioni tra Stati Uniti ed Europa potrebbero essere messe a dura prova. Secondo l’esperto di Capital Group, sono tre i principali aspetti a cui prestare attenzione: sicurezza nazionale e difesa, commercio internazionale e sicurezza economica, politica macroeconomica.
Ad oggi, si tratta di tre enormi punti di domanda. Il Tycoon riuscirà veramente ad imporre dazi del 10% su tutti i prodotti europei importati negli States? Fino a che punto sarà disposta a tirare la corda con la Nato, obbligando l’Europa a dare molto più supporto finanziario e militare per la difesa dell’Ucraina?
C’è solo un modo per avere delle risposte a queste domande, ovvero aspettare.