Dopo un anno, se non anche di più, in cui le protagoniste assolute del mercato sono state le imprese a grande capitalizzazione, nel 2025 la musica sembra pronta a cambiare. I titoli delle piccole imprese, a lungo trascurati a favore di quelli delle big cap, stanno ora tornando in auge negli Stati Uniti e potrebbero essere a un punto di svolta dopo anni di ritardo rispetto ai titoli più grandi.
Gli esperti di Capital Group hanno analizzato cinque diversi aspetti che hanno davvero il potere di spingere la crescita delle small cap, mettendole sotto i riflettori:
1. La storia è ciclica, ma anche il mercato
Non è insolito assistere a periodi prolungati di leadership delle azioni a grande capitalizzazione, ma questo non significa che non sia frustrante per gli investitori. Per gran parte dell’ultimo decennio, le small cap sono state in ritardo rispetto alle imprese a grande capitalizzazione, anche se è dagli anni trenta che si combattono il trono del mercato. É bene ricordare che, dalla loro, i movimenti dei titoli più piccoli possono essere più rapidi di quelli più grandi, poiché le small cap sono spesso meno liquide e più volatili. E in un contesto come quello odierno, con le banche centrali che si preparano a nuovi tagli dei tassi e le economie in ripresa, questi titoli mostrano di nuovo il potenziale per generare una crescita degli utili per azione non solo interessante, ma anche più robusta rispetto alle large cap. Non si tratterebbe di una novità, infatti dopo periodi di calo degli utili, la crescita delle small cap ha generalmente superato quella delle grandi imprese.
2. L’economia statunitense spinge verso la ripresa
Gli ultimi anni sono stati molto complessi per le piccole imprese, che hanno dovuto fare i conti con un ciclo di rialzo dei tassi e costi di finanziamento alle stelle, oltre l’ombra nera della recessione che sembrava sempre più vicina. Sembra ormai che il peggio sia passato, anzi forse che non sia mai arrivato veramente.
A questo punto, la direzione dell’economia statunitense suggerisce uno scenario costruttivo e se le iniziative proposte da Trump, come la riduzione delle imposte sulle società e la deregolamentazione, vedranno la luce, allora questo potrebbe essere un anno luminoso per le small cap.
3. Gli utili tornano a crescere, attenzione su alcuni settori
Il profondo calo degli utili ha costretto, nell’ultimo anno, le small cap a rallentare: per colmare il gap di valutazione e di leadership del mercato rispetto alle large cap è necessario che il vento cambi. Finora il quadro sembra incoraggiante. Secondo Jared Franz, economista di Capital Group, “la crescita degli utili dovrebbe essere per lo più robusta per i quattro settori più importanti del Russell 2000, spinte dalla crescita sostenuta negli States: industriali, finanziari, sanitari e beni di consumo discrezionali”.
4. La reindustrializzazione passa per le small cap
A spingere la crescita delle piccole imprese un contesto macroeconomico favorevole è necessario, ma forse non sufficiente. Spesso è necessaria anche una vera e propria spinta strutturale, come potrebbe essere il progetto “Made in America”. La reindustrializzazione statunitense sta creando il contesto perfetto per la crescita delle small cap. Basti pensare, ad esempio, alla rete elettrica: nell’ammodernare una catena ormai obsoleta, le piccole aziende che producono strumenti innovativi e componenti di nicchia potrebbero fare la differenza. In generale, spiega l’esperto, “la nuova ondata di spesa governativa per le infrastrutture, prevista di 1,4mila miliardi di dollari fino al 2030, è destinata a rimodellare le industrie manifatturiere, dei semiconduttori e dell’energia americane e a costituire una fonte di domanda sostenuta”.
5. Il boom dell’intelligenza artificiale non ha confini
Le opportunità per le small cap non arrivano solo dall’industrializzazione, ma anche della rivoluzione tecnologica che ha attraversato il mercato, impattando su ogni sua parte. Le maggiori aziende tecnologiche statunitensi prevedono di spendere centinaia di miliardi di dollari nei prossimi anni per conquistare il trono dell’intelligenza artificiale, ma l’espansione del settore sta creando opportunità di investimento anche per i nomi meno conosciuti. Certo, Nvidia, Microsoft e Meta continueranno a dominare il settore, ma per l’espansione a cui queste aziende puntano c’è bisogno di data center sempre più potenti, un’infrastruttura elettrica affidabile, trasformatori, generatori, linee di trasmissione e molto altro, proprio qui le small cap hanno la possibilità di conquistare una fetta di mercato.
Insomma, “mentre il mercato azionario statunitense è concentrato sulle mega-cap, riteniamo che sia il momento ideale per riconsiderare le opportunità offerte dalle small cap, che potrebbero beneficiare di un atterraggio economico morbido, di politiche a favore della crescita, di un’accelerazione della crescita degli utili e di valutazioni più convenienti su base relativa”, suggerisce Franz. È però fondamentale un’accurata analisi: le piccole imprese infatti non sono un gruppo omogeneo, ma eclettico e con un’ampissima gamma di risultati, è la selezione a fare la differenza.