Poche aziende che lasciano tutto il resto del mercato in ombra. Sicuramente questo è quello che è successo nell’ultimo anno, e con un gruppo un pochino più ampio anche nell’ultimo decennio. Così oggi, dopo un inizio agosto molto teso e il crollo di alcuni grandi titoli statunitensi, il mercato sembra in uno stallo e gli investitori hanno già iniziato a preoccuparsi. Erano mesi ormai che gli esperti sottolineavano quanto Wall Street risultasse fortemente concentrata, con un piccolo gruppo di grandi società che controllavano l’intero mercato, e quanto una situazione simile potesse diventare velocemente rischiosa.
Ora che questo incubo è diventato realtà, gli investitori stanno iniziando attivamente a guardarsi intorno e a cercare possibili alternative per diversificare il proprio portafoglio. Dove guardare?
Dai campioni assoluti alle small cap, come scegliere?
Matt Mahon, Portfolio Manager di T. Rowe Price, sembra convinto che questo sia il momento migliore per cercare una diversificazione fuori dal mondo dei grandi nomi e le small cap sembrano proprio la scelta giusta. Infatti, nonostante da tempo le valutazioni delle società statunitensi più piccole siano inferiori alla media di lungo periodo, con l’aumento della spesa in conto capitale dopo la pandemia e considerando che gli utili delle small cap sono fortemente correlati alla crescita degli investimenti, la situazione sta già cambiando.
Subito dopo l’ondata di coronavirus il governo centrale, ma anche quelli locali, ha iniziato ad alzare la spesa in infrastrutture. “Il reshoring/onshoring delle attività commerciali statunitensi, in particolare della manifattura, è un’altra tendenza secolare che favorisce fortemente le aziende più piccole”, spiega l’esperto.
Insomma, l’economia statunitense sta cambiando e questa rivoluzione interna ha la possibilità di favorire le small cap, proprio grazie al loro orientamento pù nazionale. Inoltre, “La Bank of America Securities stima che oltre il 70% dei ricavi del Russell 2000 derivi dai servizi e meno del 30% dai beni. I ricavi dell’indice S&P 500, invece, sono circa 50-50.3 Durante la pandemia, l’economia dei beni è rimasta relativamente sana, mentre quella dei servizi si è spenta. Questo scenario si sta progressivamente invertendo e il fatto che gli utili delle small cap siano più orientati verso il settore dei servizi dovrebbe dare un impulso significativo alla crescita degli utili in generale”.
Sì per le small cap, ma su quale settore puntare?
Dal commercio alla sanità, dalle utility alle nuove fonti energetiche, dall’immobiliare all’agricolutura, passando anche per le nuove tecnolgoie, i trasporti e la finanza. Le small cap non sembrano avere un confine settoriale, anzi ogni nuovo ambito di interesse apre nuove possibilità per questo mercato. Ma quali sono I comparti che, al momento, potrebbero sostenere al meglio il mondo delle small e mid cap?
Secondo Mahon sono almeno tre:
- Nuove tecnologie
Quando si parla di intelligenza artificiale e tecnologie del futuro la mente vola subito verso i grandi giganti di Wall Street, ma non è necessario essere il primo produttore mondiale di semiconduttori per offrire opzioni interessanti per gli investitori. Le crescenti esigenze tecnologiche in termini di complessità, prestazioni, gestioni dell’energia e rapidità stanno creando nuove opportunità nel lungo termine ed è proprio in tal senso che le piccole imprese potrebbero giocare un ruolo cruciale. - Settore immobiliare
Negli ultimi anni la richiesta di alloggi multifamiliari è cresciuta, fino ad arrivare a 550mila unità nel 2024, ma questi ritmi non sono destinati a durare ancora per molto. Questo però non significa che il settore immobiliare perda di colpo il suo fascino. Se è vero che, in linea generale, l’aumento della disoccupazione e la rigidità delle condizioni di finanziamento stanno causando un rallentamento del settore, è anche vero che in molte zone degli Stati Uniti continua ad esserci una carenza di alloggi residenziali, lasciando aperte molte porte per la crescita degli affitti. - Necessità di efficienza energetica
Negli ultimi anni gran parte della potenza degli States è derivata dalla produzione di petrolio, ma più i costi per l’estrazione aumentano, più diventa fondamentale cercare una soluzione alternativa e, in tal senso, l’efficienza energetica è essenziale. Si tratta di un settore ancora giovane, con un ampissimo raggio di crescita. Le small cap in grado di unire innovazione e tecnologia potrebbero diventare i vincitori di domani.
Diversificare con le small cap, ma attenzione a come si selezionano
“Sebbene ci siano buone ragioni per essere ottimisti sul futuro delle small cap, non bisogna dimenticarsi che ci sono delle sfide ancora in corso, come un’inflazione ostinata e l’aumento dei tassi d’interesse, che continueranno ad avere un impatto significativo su alcune società rispetto ad altre”, sottolinea l’esperto.
Insomma, la grande sfida quando si ha a che fare con le piccole imprese è proprio quella della selezione, anche perchè considerando l’ampio raggio di azione, è possibile che vi sarà una maggiore dispersione tra vinti e vincitori. Affidarsi a gestori attivi con una lunga esperienza nella valutazioni delle small cap potrebbe fare la differenza, non solo nell’identificare i vincitori di domani, ma soprattutto nell’evitare i perdenti.