Da quando sono stati immessi sul mercato nel 2021, i farmaci a base di incretina (GLP-1), che consentono di ottenere una drastica perdita di peso, hanno registrato un boom di vendite, al punto che sono state definite il medicinale dell’anno nel 2023. Solo nel secondo trimestre di quest’anno, hanno registrato un fatturato di oltre 50milioni di dollari, con un tasso di crescita annuo del 50%. Se il mercato continuasse a espandersi a questo ritmo, il settore potrebbe benissimo superare i 100miliardi di dollari entro la fine di questo decennio, rendendo questi farmaci la più grande categoria terapeutica per fatturato mai registrata. Inoltre, secondo i dati J.P. Morgan Research, gli utilizzatori di farmaci GLP-1 negli Usa potrebbero toccare quota 30 milioni entro il 2030, pari a circa il 9% della popolazione.
Il trend è così forte, che supera anche i confini sanitari. Basti pensare che qualche mese fa Nestlè ha annunciato il lancio di una linea di 12 pasti surgelati – Vital Pursuit – destinati a essere un complemento per gli utenti di farmaci per la perdita di peso e per i consumatori concentrati sulla gestione del peso.
Il settore sanitario offre opportunità per aziende e investitori
Il potenziale del settore sanitario continua a crescere e, proprio per questo, sono sempre di più le aziende biofarmaceutiche che stanno cercando di sviluppare nuovi medicinali per la perdita di peso, cercando di migliorare la modalità di somministrazione, l’efficacia, tagliando gli effetti collaterali indesiderati. La sfida non sarà solo per le aziende del settore, ma anche per gli investitori che devono scegliere su quale puntare.
Ad oggi Eli Lilly e Novo Nordisk sono le uniche aziende che fanno parte di questo mercato e, secondo l’analista di Janus Henderson Investors Luyi Guo, saranno necessari anni prima che un qualsiasi nuovo medicinale completi tutte le fasi cliniche e arrivi sul mercato. Ma non solo, sarà necessario ancora più tempo prima che I produttori di farmaci sviluppino la stessa capacità produttiva dei due giganti di oggi. Che sia chiaro, Eli Lilly e Novo Nordisk saranno costrette ad affrontare una maggiore concorrenza, anche se non da subito. Proprio per questo, è fondamentale che si innovino.
GLP-1: innovazioni in arrivo per rivoluzionare il mercato
Sia Eli Lilly e Novo Nordisk stanno investendo con forza per rafforzare ed evolvere le proprie pipeline relative al GLP-1. La prima, ad esempio, sta provando a sviluppare una versione orale del farmaco, che potrebbe arrivare sul mercato già a partire dal 2026. Questa opzione ha avrebbe la possibilità di alleviare le carenze di approvvigionamento a livello globale, offrendo ai paziente anche una scelta più ampia. Inoltre, l’azienda sta sviluppando un nuovo medicinale a base di retatrutide, che potrebbe entrare in commercio dal 2027, che ha dimostrato di poter garantire una sostanziale perdita di peso, riducendo anche il grasso epatico.
Nel frattempo, Novo Nordisk non è fermo con le mani in mano, ma sta sviluppando CagriSema, un farmaco che combina Wegovy (medicinale già in commercio) con la cagrilintide, che è in grado di ritardare lo svuotamento gastrico, riducendo il livello di glucosio nel sangue. Il nuovo farmaco potrebbe essere in vendita a partire dal 2026.
Amgen e i nuovi farmaci: MariTide pronto a sfidare i giganti
Se Eli Lilly e Novo Nordisk sono destinate ad essere i nomi di punta del settore ancora per qualche anno, l’azienda Amgen si sta preparando. L’azienda ha infatti iniziato lo sviluppo di MariTide, che potrebbe essere lanciato sul mercato nel 2027. Il medicinale gode di un doppio meccanismo di azione, attivando il recettore GLP-1 e antagonizzando il recettore GIP e, proprio per questa sua caratteristica, potrebbe fornire livelli di perdita di peso simili ai medicinali già in commercio, ma con un minor numero di iniezioni: una al mese invece che una alla settimana.
Ovunque si guardi, non ci sono dubbi. Il futuro dei medicinali per la perdita del peso è ancora molto luminosa. Inoltre, considerando che questi hanno degli effetti benefici per la salute che vanno ben oltre la sola perdita di peso, come una soluzione per il diabete, è lecito pensare che Medicare possa rimborsarne i costi.