Chi pensa al 1848 quando si parla di corsa all’oro, non sembra molto aggiornato su quello che sta succedendo al giorno d’oggi sul mercato. Nell’ultimo anno, infatti, sembra essere iniziata una nuova maratona, con tutti gli investitori e le banche centrali che provano ad acquistare oro, per proteggersi dalle incertezze del mercato. Nonostante il valore dell’oro abbia iniziato a scivolare, essendo ormai ben lontano dal record di 2.789,86 dollari l’oncia toccato il 30 ottobre, la sua storia non è destinata a finire. La domanda globale di questo metallo prezioso è aumentata del 5% nel terzo trimestre del 2024, stabilendo un record per il periodo, secondo le stime del World Gold Council.
L’oro continua a brillare
Storicamente, l’oro e il dollaro hanno una relazione inversa, quindi ogni volta che il biglietto verde scende, il metallo prezioso tocca vette altissime. In effetti, quando lo scorso 18 settembre si è concretizzato il primo taglio della Federal Reserve e il dollaro è calato del 3,36%, l’oro si è mosso in direzione opposta, con un guadagno del 4,55%. Eppure, da allora la valuta statunitense si è ripresa, ma l’oro continu a. salire, raggiungendo massimi storici.
Secondo Elisa Piscopiello, Senior Etf Analyst di Legal & General Investment Management, i dati record sono “sostenuti dai persistenti rischi geopolitici, sopratutto in Medio oriente e dalla continua incertezza politica degli Stati Uniti”.
Anche guardando ai prossimi mesi, le curve future indicano un ulteriore aumento dei prezzi dell’oro e i mercati prevedono un prezzo medio di 2.806 dollari l’oncia per il 2025.
Banche centrali e rischio geopolitici puntano sui metalli preziosi
Come abbiamo visto, l’aspettativa del taglio dei tassi ha spinto alle stelle il valore dell’oro, ma non solo. A livello globale, sottolinea l’esperta, le banche centrali hanno continuato ad acquistare oro e nel 2023 questi acquisti hanno superato le mille tonnellate.
Anche se nessuno può prevedere quanto oro continueranno ad aggiungere alle loro riserve, il World Gold Council è ottimista sul fatto che le banche centrali dovrebbero continuare con i loro piani di accumulo. L’oro era e continua ad essere il bene di rifugio per eccellenza e vista l’incertezza geopolitica che non sembra pronta a rallentare, le banche centrali e gli investitori non hanno bisogno di scuse per aggiungere questo metallo prezioso in portafoglio.
Inoltre, ulteriori preoccupazioni legate al debito statunitense e alla sua sostenibilità, in particolare con la prossima amministrazione Trump, e agli shock geopolitici, tra cui i dazi doganali, potrebbero rafforzare la motivazione per l’accumulo di riserve.
Oro: dalle miniere alle tasche degli investitori
Invece che riempirsi direttamente i portafogli di oro, gli investitori potrebbero anche scegliere di puntare sui minatori. Questo società tendono ad avere bilanci solidi e, finora, questi hanno mostrato un’ottima performance operativa, che potrebbe essere ulteriormente incrementata se l’inflazione dovesse continuare a rallentare.
“Oltre ad aggiungere ovviamente diversificazione a un’esposizione azionaria ampia molto concentrata e caratterizzata da multipli tecnologici – sottolinea Piscopiello – i minatori d’oro sono in genere società affidabili che oggi presentano valutazioni in linea con quelle dei minatori ampi e più convenienti rispetto alla storia”.
Attenzione però, gli acquisti da parte della Cina e delle altre banche centrali potrebbero iniziare a vacillare, allo stesso tempo la Fed potrebbe tagliare i tassi più lentamente del previsto. Oppure ancora gli investitori potrebbero farsi scoraggiare dai prezzi elevati di questo metallo. L’ora brilla alto e luminoso, certo, ma attenzione a non farsi trascinare dall’entusiamo di oggi.