Per molto tempo gli investitori hanno guardato alle banche centrali come il principale motore dei mercati, eppure nell’ultimo anno – e sicuramente nel 2025 – sarà diverso. Invece di essere il motore principale dei mercati, la Federal Reserve, ma anche la Banca centrale europea, si sono spostate in secondo piano e si muovono in risposta agli eventi di mercato dopo che questi si sono verificati. Il motto delle banche centrali continuerà ad essere ‘dipendenza dai dati’, optando per un approccio riunione per riunione, concentrandosi solo sul breve periodo.
Ma se le banche centrali diventano meno influenti, i mercati dovranno prendere spunti da altre forze macro, come i governi, le loro politiche fiscali e di spesa.
In un simile contesto, Pramod Atluri, fixed income portfolio manager di Capital Group, sottolinea i cinque trend che guideranno i portafogli obbligazionari core nei prossimi mesi.
1. Un contesto favorevole
La crescita negli Stati Uniti è stata più resiliente del previsto nell’ultimo anno e lo stesso trend potrebbe continuare anche nel 2025. Ora che Trump siede finalmente alla Casa Bianca, iniziando così il suo secondo mandato, è lecito immaginare dei cambiamenti politici, con l’economia che trarrà vantaggio da un clima favorevole per le imprese grazie alla deregolamentazione e dai tagli dei tassi.
In questo contesto ottimista, però, non si può ignorare che l’inflazione possa essere più rigida di quanto stimata, ma un’impennata non sembra prevista.
2. Opportunità dietro a tassi di interesse elevati
Con una crescita economica stabile e un’inflazione ostinatamente sopra all’obiettivo del 2%, i dots sembrano convinti che la Fed adotterà un approccio misurato per provare a ridurre i tassi di interesse, ma con solo uno o due tagli da 25 punti base.
“Prevedo – suggerisce l’esperto – che il rendimento del Treasury decennale rimarrà in una fascia di oscillazione, potenzialmente tra il 4% e il 5%. I rischi legati alla duration sembrano più equilibrati, offrendo opportunità nel medio termine. Sebbene le curve dei rendimenti abbiano finalmente iniziato a normalizzarsi rispetto ai livelli profondamente invertiti del 2024, ritengo che questo processo abbia ancora margine di manovra”. Importante anche considerare una curva di rendimenti più ripida, che potrebbe fornire una misura di protezione nel caso in cui le aspettative di crescita economica si riducano.
3. Alla caccia di alta qualità
Il differenziale tra opportunità di qualità superiore e inferiore si è ridotto e la compensazione del rischio è scesa a livelli storicamente bassi. Questo è vero per tutti i mercati, dai titoli investment grade agli high yield.
Questa compressione delle valutazioni sta creando una rara opportunità per gli investitori core per scegliere la qualità senza sacrificare il rendimento: passare a obbligazioni di qualità superiore può significare salire nello spettro dei rating, ad esempio passando da obbligazioni societarie con rating BBB a quelle con rating A. Ad oggi, infatti i bond investment grade possono offrire risultati simili a quelli di qualità inferiore, offrendo però una protezione più alta.
4. La correlazione è pronta a tornare
Dal periodo della pandemia, il tradizionale rapporto tra azioni e obbligazione è stato stravolto, per la prima volta dopo decenni, azioni e obbligazioni sono scese a cascata. Da allora, però, l’inflazione è scesa in modo significativo e la Fed è tornata sui suoi classici binari, tagliando i tassi di interesse per sostenere la crescita economica, spingendo al ribasso i rendimenti e al rialzo i prezzi delle obbligazioni.
Ora che il mercato sembra essere tornato in equilibrio, le obbligazioni di alta qualità tornano a essere un buon alleato per diversificare il portafoglio anche in situazioni complesse. Insomma, spiega Atluri, “i portafogli multi-asset che incorporano obbligazioni di alta qualità possono ottenere rendimenti superiori corretti per il rischio, con il compromesso che le obbligazioni dovrebbero aumentare i rendimenti se il mercato azionario vacilla e smorzare i rendimenti se le azioni continuano a raggiungere nuovi massimi”.
5. Afflussi destinati a continuare
Il 2024 ha portato moltissimi afflussi per i fondi obbligazionari e questo trend dovrebbe continuare. Storicamente, rendimenti iniziali più elevati hanno significato anche rendimenti più elevati a termine. Insomma, la combinazione tra rendimento elevato e alta qualità, potrebbe portare a un ulteriore aumento delle allocazioni nel reddito fisso nel 2025.
Se a questo si aggiunge una crescita economica sana, rendimenti iniziali elevati e inflazione sotto controllo, il futuro dei bond core sembra luminoso.