Riconoscere i cambiamenti strutturali del presente e del futuro è essenziale per iniziare a investire oggi sui temi che definiranno il mercato di domani. Questo è il sogno di ogni investitore e, in tal senso, gli investimenti tematici offrono un modo interessante per cogliere i nuovi trend. Tuttavia, non tutto ciò che luccica è oro: molti di questi investimenti non sono altro che operazioni di marketing, senza offrire opportunità di rendimento interessanti a lungo termine.
Gli esperti di Lazard Asset Management hanno sviluppato una lista, aperta a nuove aggiunte, degli aspetti di cui tenere conto prima di scegliere dove investire, evitando di lasciarsi trascinare da un entusiasmo temporaneo.
1. Fallacie narrative: quando dietro al marketing non c’è nulla
Quando un tema entra nei discorsi quotidiani, è probabile che il marketing ci abbia messo lo zampino. Le strategie tematiche, secondo gli esperti, sono particolarmente vulnerabili alla creazione di trend basati solo su narrazioni di marketing brillanti ma potenzialmente vuote. Una storia accattivante, infatti, potrebbe non tradursi in rendimenti a lungo termine.
Il rischio esiste già per le strategie che investono in diversi temi, ma aumenta ulteriormente quando si punta su un unico trend, magari particolarmente in voga.
La soluzione? “Un tema non può rappresentare solo un’idea generale, ma deve trovare riscontro in un’opportunità di investimento potenzialmente positiva nel lungo periodo”, spiegano gli esperti.
2. Previsioni nebbiose: tra rischi imprevedibili
Quando si decide di investire a lungo termine, gli investitori cercano sempre di prevedere quali saranno i trend futuri. Tuttavia, queste previsioni, nel migliore dei casi, sono imprecise e, nel peggiore, rischiose. Le intuizioni sui trend da seguire devono essere fondate sull’esperienza del mondo reale, piuttosto che sul semplice consenso popolare.
3. Temi ampi o temi troppo ristretti
Investire nel futuro potrebbe essere ben più complicato di quello che si pensa. Decidere di puntare su idee di investimento generiche, molto semplici, potrebbe non portare all’effetto desiderato. Temi troppo ampi, infatti, potrebbero non essere mirati all’effettiva opportunità di rendimento.
Inoltre, nonostante sia semplice guardare verso le società che sono ovvie beneficiarie di tematiche popolari, queste sono spesso pienamente valutate e inseguire i nuovi temi potrebbe essere molto rischioso. Ad esempio, investire nelle prime fasi dei cicli dirompenti può offrire opportunità significative, ma non un ritmo lineare. “Storicamente, abbiamo spesso osservato un migliore livello di rischio e di ricompensa un po’ più avanti nella curva di adozione, quando le offerte di prodotti diventano mainstream, i settori si consolidano attorno a uno o più leader e possono emergere potenziali bacini di profitto”, spiegano gli esperti.
4. Purezza elevata, ma rilevanza limitata
Quando vengono selezionati i titoli da aggiungere al proprio portafoglio, si va subito a guardare alla purezza di questi. “Per trovare i prezzi giusti per risolvere un puzzle tematico è necessario andare oltre l’ovvio”, spiegano da Lazard. Un controllo incrociato tra rischio idiosincratico e della valutazione è fondamentale, ma questo non significa puntare solo su aziende già mature, ma anzi aprirsi alle società in tutte le fasi del loro ciclo di vita.
Inoltre, è fondamentale ricordarsi che anche i temi più validi si esauriscono nel tempo, proprio per questo è importante avere un portafoglio flessibile e in grado di adattarsi ai cambiamenti necessari.
5. Cavallo di battaglia o di Troia?
Flessibilità e diversificazione rimangono due temi fondamentali anche quando si parla di investimenti tematici. Ma attenzione, investire su più temi è vantaggioso solo quando sotto la superficie non sono tutti uguali. Ad esempio, considerando i grandi nomi dei semiconduttori, dei software e del tech, vuol dire rifarsi al macro trend dell’intelligenza artificiale.
Una strategia tematica efficace dovrebbe cercare di accedere a molteplici fonti di rendimento derivanti da diversi cambiamenti strutturali, senza fare affidamento unicamente a un particolare fattore geografico o settoriale.
6. Sostenibilità di facciata
Al giorno d’oggi e, ancora di più, guardando al futuro, è impensabile non integrare la sostenibilità negli investimenti. Se nella teoria questo sembra facile, la realtà è molto diversa. Secondo Lazard, sono tre gli errori che i gestori tendono a commettere in tal senso: non integrare policy Esg, fingere di farlo o farlo nel modo sbagliato. Sicuramente, la piaga del greenwashing, molto diffusa nel settore degli investimenti, non aiuta, ma non può essere una giustificazione.
Includere l’aspetto sostenibile non significa solo focalizzarsi sull’abbattimento delle emissioni, ma un approccio più ampio riconosce anche cambiamenti culturali, una trasformazione degli atteggiamenti e delle norne della società, passando anche per nuove normative e politiche.
7. Esperienza scarsa, ma alte aspettative
Quando si parla di investimenti tematici, l’esperienza è fondamentale. Attenzione però, non tutte le esperienze sono uguali: lavorare da vent’anni nel mondo della finanza, conoscendo in modo capillare un settore specifico o una zona geografica non è abbastanza. Un approccio globale e intersettoriale è indispensabile per riconoscere le nuove opportunità, anche se esterne da quella che è la tipica zona di comfort. Infatti, i cambiamenti strutturali tendono ad attraversare diversi settori e non avere confini geografici, una visione vincolata ad un solo spicchio di mercato potrebbe essere troppo limitante.
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