Camminare al buio può dare l’impressione di essere ciechi, ma anche esporsi ad una luce troppo forte può avere lo stesso effetto. Allo stesso modo, la scarsità o l’eccesso di informazioni possono avere un effetto negativo sull’orientamento degli investitori. Negli ultimi anni, infatti, questi ultimi si sono trovati sempre più esposti ad un flusso incessante di notizie che ha reso loro sempre più difficile interpretare e utilizzare tali informazioni per prendere le corrette decisioni finanziarie. “Troppo spesso abbiamo visto gli investitori reagire in modo eccessivo alle notizie economiche più importanti – spiegano Greg Wilensky e Jeremiah Buckley, gestori di portafoglio di Janus Henderson Investors – decidendo di modificare la propria asset allocation o, peggio ancora, di iniziare a investire o vendere tutto”.
Che fare dunque di tutte queste informazioni? Secondo gli esperti della casa di gestione angloamericana, per non lasciarsi sopraffare dal vasto flusso di notizie disponibili, occorre implementare un approccio di investimento concentrico e disciplinato. Analizziamolo insieme.
Il primo anello: decidere di investire
Prima ancora di scegliere in che cosa investire, la prima decisione cruciale deve essere se investire o meno. Tale scelta, spesso sottovalutata, dovrebbe essere presa in base a ipotesi di mercato a lungo termine, ignorando le fluttuazioni giornaliere del mercato finanziario. “Proprio come una persona potrebbe scegliere un luogo in cui vivere in base al clima piuttosto che al tempo che fa in un determinato giorno – spiegano gli esperti con un esempio – gli investitori dovrebbero basare la decisione di investire su ipotesi di mercato a lungo termine, ignorando che tempo faccia giorno per giorno sui mercati finanziari”. In altre parole, scegliere se investire non dovrebbe dipendere dall’andamento economico attuale, poiché tentare di programmare l’entrata e l’uscita dai mercati secondo queste notizie può portare a rendimenti inferiori nel lungo termine. Allo stesso tempo, gli investitori dovrebbero rimanere investiti fino a quando non raggiungono i loro obiettivi finanziari, piuttosto che lasciarsi sfuggire importanti opportunità cercando di indovinare il tempo giusti per muoversi sul mercato.
Il secondo anello: l’allocazione strategica degli asset
Una volta presa la decisione di investire, il passo successivo è determinare l’asset allocation strategica, ovvero il mix di diverse classi di attivi destinato a lavorare nel lungo termine. Questa fase richiede un’attenta pianificazione e deve essere costruita a partire dalla tolleranza al rischio, dalle esigenze e dagli obiettivi personali dell’investitore. “Anche a questo livello – osserva Wilensky – vediamo spesso investitori che vorrebbero modificare l’asset allocation per riflettere una propensione o avversione al rischio dettata dagli eventi di mercato o dalle proiezioni economiche. Sconsigliamo questa forma di market timing: al contrario incoraggiamo i risparmiatori a investire in un portafoglio che siano in grado di mantenere per un intero ciclo di mercato. Quando ha senso modificare l’allocazione strategica? A nostro avviso, occorre intervenire solo quando cambia l’obiettivo di investimento o la tolleranza al rischio dell’investitore”.
Il terzo anello: La selezione tattica dei titoli
Il livello finale del processo decisionale riguarda in primo luogo l’asset allocation dinamica e tattica e in secondo luogo la selezione dei titoli. Invece di concentrarsi sulle notizie passate, è essenziale osservare gli indicatori anticipatori e contestuali per ipotizzare le future tendenze economiche nelle quale l’investitore crede e vuole investire. “Per quanto riguarda la selezione – spiega Buckley – gli investitori possono acquistare un indice, detenendo quindi tutti i titoli all’interno di un asset class, oppure affidarsi a un gestore attivo per selezionare i singoli titoli. Da gestori attivi, crediamo che investire implichi di per sé acquistare singole aziende e ci piace sapere cosa possediamo e perché”.
L’Importanza della gestione attiva
Gli esperti della casa di gestione angloamericana sono certi che la gestione attiva si rivelerà cruciale quando l’economia tornerà a un regime di tassi d’interesse più normalizzato. Gli investimenti basati su indici hanno prosperato negli anni di tassi d’interesse straordinariamente bassi, ma un aumento di questi ultimi potrebbe determinare una separazione tra aziende vincenti e perdenti. “L’abbiamo visto di recente nel settore bancario, dove appena i tassi sono aumentati, hanno iniziato ad affiorare le crepe fra gli attori più deboli. Siamo convinti che questa tendenza continuerà in tutti i settori e che per gli investitori sia più conveniente essere selettivi riguardo ai titoli detenuti, anziché possedere tutte le azioni e le obbligazioni dell’universo”, osservano gli esperti.
In conclusione
“Anche se le notizie del momento non dovrebbero influire sulla decisione di investire o sull’allocazione strategica delle asset class, per gli investitori è consigliabile ricorrere ad un’ analisi prospettica che incorpori i flussi di notizie in modo tale da procedere in maniere quanto più consapevole possibile alla selezione dei titoli bottom-up e alla modifica dinamica dell’asset allocation nei portafogli” concludono gli esperti.