Quante cose sono cambiate e cambieranno rispetto al 2024? Quante invece rimarranno esattamente lo stesso, anche se con estrema delusione per gli investitori?
Sarebbe molto bello entrare nel nuovo anno con sole certezze, ma i punti di domanda rimangono ancora molti e le possibili strade del mercato diverse. Infatti, mentre le revisioni dei dati sugli utili hanno registrato un ampio miglioramento, la Federal Reserve a dicembre ha sorpreso il mercato, adottando un tono ben più aggressivo del previsto. La corsa all’ultimo taglio dei tassi sembra drasticamente rallentata, con i dots che ora si aspettano un massimo di 50 punti base di tagli nel 2025. In preoccupante aumento sono anche le probabilità di una guerra commerciale, ma per sapere le direzioni di questi rischi, basterà aspettare qualche giorno, con l’insediamento di Trump che chiarirà il suo programma.
L’economia cerca un nuovo punto di equilibrio
Il ciclo economico, secondo gli esperti di Fidelity International, rimane nella fase avanzata, ovvero gli investitori si trovano di fronte un contesto particolarmente positivo per gli asset di rischio, ma non si può ignorare il rischio elevato di nuove ondate di volatilità. Sono molte le domande che però rimangono aperte, per lo più intorno alle performance statunitensi: per quanto il loro periodo di eccezionalità potrà ancora continuare? Ora che la volatilità sembra destinata a crescere, come reagirà il mercato azionario statunitense? E se le altissime aspettative venissero deluse?
Secondo gli esperti, “sebbene il consiglio continui ad essere quello di rimanere aperti al rischio, è arrivato il momento di aggiungere un po’ di protezione ai portafogli, laddove appropriato, accanto a questa visione positiva”.
In generale, ci sono comunque ottime ragioni per rimanere positivi con un ciclo industriale globale solido e l’inflazione che sta tornando a scendere da livelli elevati, sebbene i dati presentino una certa dispersione e volatilità. Infatti, mentre l’Eurozona e il Regno Unito sembrano procedere nella stessa direzione – anche se con lievi e solo momentanei rialzi – negli States l’inflazione si sta dimostrando più appiccicosa del previsto, spingendo la Fed a rallentare. Nonostante i movimenti inflazionistici, dal punto di vista del mercato azionario, è ancora meglio restare cauti su Europa e Regno Unito, costretti a convivere con un contesto fiscale poco favorevole.
Rischio geopolitico più vivo che mai
Erano molti a sperare in un rallentamento delle tensioni e delle incertezze con l’inizio del 2025, considerando che l’anno più elettivo di sempre si è ormai chiuso. Ma la geopolitica non ha permesso agli investitori di tirare il tanto sperato sospiro di sollievo, anzi, semplicemente la natura dei rischi è cambiata.
La politica europea è sempre più frammentata e quest’anno si aprirà con le elezioni tedesche e un cambio di governo in Francia.
Un enorme punto di domanda rimane sugli Stati Uniti. Il 20 gennaio Trump si insedierà ufficialmente alla casa Bianca e solo a quel punto si chiariranno le reali intenzioni. Per ora sembra che le politiche commerciali, se non addirittura le guerre commerciali, torneranno in primo piano, mentre l’incertezza per il comparto sostenibile è destinata ad aumentare. Tra le sue promesse elettorali, il tycoon ha anche puntato sulla sua capacità di fermare il conflitto in Ucraina, facendo da mediatore per un accordo, ma anche di risolvere le insorgenze nel Medio Oriente. Ad oggi, secondo gli esperti di Fidelity, mentre la probabilità di un accordo di pace in Ucraina è più elevata e nonostante un cessate il fuoco tra Israele e Libano, il Medio Oriente rimane una grande polveriera.