Banche, utilities, prodotti alimentari e tabacco cos’hanno in comune? Le aziende di questi settori hanno iniziato a staccare, chi prima e chi dopo, dividendi molto interessanti per gli investitori.
Se i titoli growth, che promettono un’espansione futura e, solitamente, seguono trend come l’intelligenza artificiale, hanno contribuito con forza al recente rally dei mercati azionari, questo non significa non si possano trovare opportunità fuori da questi. Anzi, forse non è neppure necessario spostarsi troppo per trovarne. Basti pensare che anche le società tech hanno iniziato ad essere sempre più interessanti da un punto di vista finanziario, offrendo dividendi. A sorprendere il mercato con questo annuncio è stata proprio Meta, che a partire dal 26 marzo ha deciso di premiare i suoi azionisti con un dividendo trimestrale di 50 centesimi per azione.
Solitamente, però, sono le aziende più tradizionali a distribuire dividendi. Insomma, l’innovazione non è tutto, a volte analizzare anche le aziende più classiche e con un processo di crescita più stabile nel lungo periodo potrebbero essere una scelta interessante.
Portafogli pronti per un nuovo stacco di dividendi
Su base globale, i rialzi dei prezzi e gli utili sui dividendi reinvestiti costituiscono oggi all’incirca la metà dei rendimenti totali. Tra il 2020 e il 2023 i dividendi distribuiti agli azionisti dalle 1.200 società a maggiore capitalizzazione al mondo sono cresciuti, in termini reali, 14 volte più velocemente della retribuzione media dei lavoratori di 31 Paesi. Eppure, analizzando le diverse regioni del mondo, vi sono profonde differenze.

Gli esperti di Fidelity International hanno infatti constatato che “in Europa i team di gestione delle società danno priorità alla liquidità degli azionisti. In Asia avviene di norma il contrario, sebbene i governi abbiano recentemente spinto per adottare procedure più favorevoli agli azionisti. Negli Stati Uniti, le operazioni di riscatto dei titoli azionari sono spesso favorite dal management”.
Ma in realtà, che si punti sull’occidente o sull’oriente, fondamentale rimane selezionare con cura le aziende che pagano i dividendi. Rendimenti più elevati nel mercato non sono sempre sintono di una società sana: spesso questo indica problemi di bilancio e quindi una scarsa probabilità di continuità nel pagamento dei dividenti. Insomma, un’analisi più approfondita e che vada oltre ai solo rendimenti è l’ideale.
Dividendi si o dividendi no?
Se per gli investitori puntare sui dividendi sembra sempre una scelta sicura e interessante, lo stesso non si può dire per le stesso società. Questo è vero perché per molte è difficile trovare il giusto equilibrio tra liquidità e acquisizioni. É meglio trattenere la liquidità degli azionisti per espandersi in nuovi settori o investire in acquisizioni? L’ardua scelta, in questo caso, è nelle mani del team di management che deve essere in grado di allocare al meglio il capitale aziendale.
Insomma, concludono gli esperti, “le società capaci di allocare il capitale pagano dividendi sostenibili e in crescita, che a loro volta generano rendimenti totali a lungo termine, a prescindere dalle circostanze del momento”, e sono proprio queste le società da scovare.