Se il 2023 era stato un anno di soprese, il 2024 sta seguendo le sue orme. La realtà è che dopo l’arrivo del Covid, il mercato è stato scosso da una lunga serie di shock inaspettati, che hanno costretto gli investitori a stare sempre all’erta. Se i movimenti al rialzo dell’inflazione e, di conseguenza, le rigide politiche delle banche centrali, non fossero state abbastanza, sono innumerevoli le tensioni geopolitiche che hanno attraversato il mondo negli ultimi mesi. Anche il secondo trimestre del 2024 non è stato da meno, dimostrandosi ricco di eventi inaspettati, come il l’aggressivo taglio dei tassi di 50 punti base da parte della Federal Reserve.
Eppure, nonostante gli eventi inaspettati, i mercati del rischio sembrano aver reagito positivamente, almeno per ora. Secondo Sriram Reddy, Head of Client Portfolio Management di Man Group, è lecito chiedersi per quanto vivrà ancora questo ottimismo. Infatti, il mercato inizia a dare segni di un cedimento: il mercato del lavoro sta iniziando a indebolirsi, senza contare che il calo della crescita dei salari inizia a portare segnali di tensione tra i lavoratori che non hanno più a disposizione tutti i risparmi messi da parte durante la pandemia. Nonostante l’impegno di Powell di continuare a tagliare i tassi di interesse anche nei prossimi mesi, spingendo verso un allentamento da parte dei mercati, la situazione continua ad essere complicata. In tal senso, secondo l’esperto, “siamo cauti nell’allocare i segmenti ciclici del mercato e la volatilità del credito rimane a livelli molto bassi. In questo contesto, riteniamo che gli investitori debbano adottare un approccio attento alla selezione dei titoli sul lato lungo, con maggiori opportunità di implementare short convessi nei prossimi trimestri”.
Ma quindi, guardando al mercato del credito, quali sono i segmenti che continuano a offrire interessanti opportunità per gli investitori?
Investment grade globale
Dopo una lunga attesa, la Federal Reserve ha iniziato a tagliare i tassi di interesse e così il mercato si avvia verso la prossima fase della politica monetaria. Guardando alla storia, i rendimenti totali crescono proprio a cavallo dei tagli dei tassi. In quest’ottica, secondo Reddy, “gli asset a più breve scadenza e a più basso beta creditizio rappresentano il miglior valore nei mercati investment grade, puntando contemporaneamente a una duration modificata a livello di indice”. A livello geografico, i titoli finanziari europei sono quelli che godono di una salute migliore al momento ma, chiaramente, non tutti i settori sono uguali. Le banche che operano in nicchie di mercato meno competitive, come diversi istituti inglesi, si trovano ora in una posizione di vantaggio. Allo stesso tempo, guardando lontano dal settore bancario, Man Group ha trovato ottime opportunità soprattutto nei prestatori non bancari, nei broker e nei gestori patrimoniali. Il consiglio, almeno per ora, è quello di evitare le società di servizi e telecomunicazioni che offrono poco valore.
High yield globale
Guardando verso il settore del credito high yield, i fondamentali si sono mantenuti stabili. Infatti, nonostante i livelli complessivi degli spread creditizi appaiano ristretti, il rendimento complessivo continua a dimostrarsi interessante. Anche in questo caso, secondo Reddy è bene rimanere concentrati sul credito a breve termine, questo perché nonostante gli interessanti rendimenti, “la debolezza dei prestiti auto e delle carte di credito sono un’altra indicazione del fatto che le crepe potrebbero approfondirsi nell’economia in generale”.
Le opportunità arrivano per lo più dai titoli finanziari e alcune società energetiche. Per quanto riguarda il resto del mercato high yield, il consiglio dell’esperto è quello di rimanere pazienti e costruire portafogli con vantaggi significativi in termini di spread rispetto ai loro indici e attendere punti di ingresso migliori in settori più ciclici.
Mercati emergenti
Ormai dovrebbe essere chiaro che gli effetti delle decisioni prese dalla banca centrale statunitense hanno un impatto ben più ampio dei suoi soli confini nazionali. Lo stesso varrà anche per l’esito delle elezioni presidenziali che si terranno tra meno di un mese. E a sentirne il peso sulle spalle sono, per lo più, le economie dei Paesi emergenti. Infatti, una vittoria di Trump avrebbe un effetto immediato sugli scambi commerciali e, d’altro canto, se fosse la Harris a insediarsi alla Casa Bianca, si potrebbe vedere un aumento delle aliquote fiscali sulle società, con ripercussioni sulle attività finanziarie. Insomma, sembra chiaro che l’incertezza legata alle elezioni abbia creato un contesto sfidante per i mercati emergenti, ma non per questo la prospettiva di esporsi alle valute locali di questi Paesi sono peggiorate, anzi.
“Nei mercati in valuta locale, le valutazioni più favorevoli delle valute emergenti hanno contribuito a stabilizzare i saldi delle partite correnti, anche se i dettagli specifici per Paese sulle valutazioni e sui fondamentali restano fondamentali. Le valutazioni relative si sono spostate, rendendo diverse valute più interessanti”.
Valute ad alto carry come il real brasiliano e il peso messicano non sono più sopravvalutate, al contrario alcune valute asiatiche, dopo la recente mossa della Fed, si sono fortemente rafforzate.
Sembra insomma che le mosse da falco della banca centrale americana stia portando una boccata di aria fresca per i Paesi emergenti.
Credito in Asia
Mentre nell’ultimo anno la Cina si è ritrovata coperta da una nuvola nera di incertezza, le classi di investimento high yield e investment grade asiatiche hanno ottenuto un’ulteriore compressione del credito e hanno continuato a sovraperformare i loro omologhi statunitensi e degli altri mercati emergenti. La performance è stata trainata principalmente da un andamento stabile del credito e dalle basse insolvenze, spinte soprattutto da politiche governative locali favorevoli.
Nonostante la continua volatilità portata dalle incertezze geopolitiche e dalle imminenti elezioni statunitensi, secondo l’esperto, il credito asiatico potrebbe continuare a godere del vento in poppa, grazie alla stabilità dei trend creditizi e ai supporti tecnici della domanda e dell’offerta. Questo ottimismo arriva anche dalle recenti decisioni della Cina di iniettare una nuova ondata di liquidità nel sistema bancario che ha ridotto l’onere dei costi di finanziamento, rafforzando anche la fiducia nel mercato azionario.