Dopo mesi di attesa, il 5 novembre è finalmente passato e con lui è arrivato il nome del prossimo Presidente degli Stati Uniti, che si insedierà alla Casa Bianca il 20 gennaio. Trump tornerà, per la seconda volta, a vivere a Washington DC. La realtà, però, è che le votazioni del 5 novembre sono state solo l’inizio, come già immaginato, lo scarto tra Trump e Harris non è stato poi minimo, ma potrebbero essere necessario molti giorni per contare – e ricontare – i voti, soprattutto quelli giunti per corrispondenza.
Il percorso per la Casa Bianca non è mai lineare e le elezioni di quest’anno non sono da meno.
Un processo più lungo del previsto
Il 5 novembre è solo la punta dell’iceberg, l’inizio di un processo molto più lungo. Nonostante a metà mattina, subito dopo la fine del conteggio in Pennsylvania, Trump abbia fatto il suo discorso da vincitore, sarà necessario aspettare almeno fino a metà novembre per avere la certificazione dei risultati elettorali, che è gestita dai governatori dei singoli Stati.
Inoltre, il Collegio Elettorale, composto da 538 grandi elettori, dovrà esprimere il proprio voto in base a quello popolare di ogni Stato entro il 17 dicembre. Per ottenere la presidenza è necessaria la maggioranza più uno, ovvero 270 voti. Insomma, i giorni successi al voto saranno sicuramente caratterizzato dall’incertezza, ma ad oggi, i mercati sembrano aver reagito bene al secondo mandato del tycoon.Trump ha vinto le elezioni presidenziali statunitensi, con più stacco del previsto. Mentre il mercato ha reagito bene, bisognerà aspettare fino al 20 gennaio per capire i veri effetti.
Arriva la tempesta legale
Secondo Matt Miller, economista politico di Capital Group, nonostante il tempo necessario a contare i voti sia poco, è necessario tenere in considerazione anche le richieste di riconteggio e i ricorsi legali. Basti pensare che sono già state presentate più di 165 cause legali. La sfida è stata molto avvincente e per questo è lecito pensare che la Harris potrebbe contesterare il risultato. Che sia chiaro però, i riconteggi fanno sempre notizia, ma non avvengono così spesso e raramente cambiano l’esito delle elezioni. Secondo un’analisi di FairVote, su 6.929 elezioni, solo 36 volte si è optato per un riconteggio e solo in tre casi il risultato è cambiato.
Non dimentichiamoci dei voti per posta
Ad aggiungere incertezza e al centro delle possibili controversie legali ci pensano le schede elettorali inviate per posta. Questo trend si è fortemente rafforzato nel 2020, quando in piena pandemia, il 43% degli americani ha votato per posta. Nelle ultime elezioni di metà mandato la percentuale è scesa al 32%, ma comunque rimane un numero molto alto e ben sopra le medie storiche. Se questo trend dovesse confermarsi anche quest’anno, è lecito pensare che molte schede elettorali non verranno certificate e scrutinate entro il 5 novembre, anche perché molti Stati, tra cui la Pennsylvania, non consentono lo spoglio delle schede inviate fino al giorno stesso delle elezioni.
Guardando al 2020, i voti via posta hanno cambiato l’esito delle elezioni: da una vittoria di Trump pronosticata fino alla sera delle elezioni, si è passati a quella di Biden. Il ripetersi di questo scenario, con Trump in testa il 5 novembre, ma Harris che recupera terreno, forse non è del tutto impossibile.
In conclusione
Nonostante la pressione, è bene ricordare che i mercati hanno registrato risultati migliori un anno dopo l’Election Day e che gli investitori che continuano a mantenere una visione di lungo termine dovrebbero stare tranquilli. Al contrario, per chi preferisce guardare ai prossimi mesi, l’incertezza sarà inevitabile e “gli investitori devono prepararsi ad affrontare drammi pubblici, controversie di massa e un’elevata incertezza tra il 5 novembre e il 20 gennaio”, conclude l’esperto.