Durante la settimana di Sanremo, quando tutti gli italiani passavano la loro serata davanti alla televisione, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha optato per un’ottima scelta strategica di marketing: acquistare uno slot pubblicitario per presentare il nuovo Btp Più. Strategia di marketing che ha senza dubbio funzionato.
Il nuovo titolo di Stato dedicato ai piccoli risparmiatori si è presentato come un’alternativa al Btp Valore. Il Btp Più, con la durata di 8 anni, ma la possibilità di rimborso anticipato dopo 4, è stato collocato tra il 17 e il 21 febbraio 2025, raccogliendo un totale di 14,91 miliardi di euro attraverso 451.831 contratti, con un valore medio di circa 33.000 euro per contratto.
La febbre del Btp è ancora alta
Il Btp Più è solo il prodotto più nuovo, il fratello più ‘flessibile’ del Btp Valore che, nel corso di meno di un anno, ha rubato il cuore a molti investitori. Tra giugno 2023 e maggio 2024, infatti, il Mef ha raccolto poco meno di 65 miliardi di euro con quattro emissioni, beneficiando dei continui rialzi dei tassi da parte delle banche centrali.
Oggi gli investitori si trovano di fronte un ambiente positivo per il mercato obbligazionario, con rendimenti nominali interessanti nonostante tassi di inflazione al ribasso e politiche monetarie più accomodanti. In quest’ottica, per gli investitori che cercano bond a basso rischio, i titoli governativi – come Btp e Bot -attirano sicuramente l’attenzione. Secondo gli esperti di Fidelity International, il trend continuerà ancora a lungo. “I rendimenti attuali sono sicuramente attraenti, sia per le scadenze brevi, per quelli a 5 anni, infatti, i rendimenti sono tra circa il 2,5% e il 3%, sia per i Btp decennali che si attestano al di sopra del 3,5%”.
Btp: un investimento non esente da rischi
Se da una parte gli investitori guardano subito ai rendimenti, d’altro canto, non si possono ignorare i rischi. Partendo dall’idea che, tra le diverse emissioni obbligazionarie, i titoli di Stato hanno un rischio potenziale minore rispetto ai bond societari, è anche bene ricordarsi che non tutti i Paesi sono uguali. L’Italia ha senza dubbio un rischio di default molto basso, soprattutto se paragonato a economie ancora in via di sviluppo o con profonda instabilità politica, come potrebbero essere quelli del Sud America. Questo, allo stesso tempo, non significa che avere un portafoglio completamente composto da Btp sia una scelta saggia. É fondamentale mantenere un portafoglio diversificato, solo così si possono minimizzare i rischi. Fondi obbligazionari che espongono gli investitori a partecipazioni in tutto il mondo e non unicamente su uno stato possono rappresentare una solida alternativa, offrendo benefici significativi in termine di riduzione del rischio e potenziale rendimento.
Infatti, come spiegano gli esperti, “È spesso comune tra i piccoli risparmiatori cadere nel cosiddetto home country bias, ovvero il rischio di aumentare eccessivamente l’esposizione del portafoglio a classi di attivi locali.”
Investire: dalla teoria alla pratica
Partiamo dal presupposto che ogni titolo di Stato funziona a modo suo, ma quasi tutti prevedono lo stacco di cedole, sia questo mensile, trimestrale, semestrale o annuale. Prendiamo il caso del Btp Più, questo prevede cedole pagate su base trimestrale, con tassi annuali crescenti. Questo significa che per i primi quattro anni gli investitori otterranno un rendimento del 2,85%, mentre per I successivi quattro questo si alzerà al 3,7%. Ma come gestire le cedole? I risparmiatori hanno due opzioni:
- Incassare le cedole e considerarle come un flusso di reddito aggiuntivo, perfetto per chi necessità di entrate liquide regolari;
- Reinvestire le cedole, ovvero utilizzarle per acquistare ulteriori titoli, permettendo così al capitale di crescere.
Questa seconda opzione non solo è interessante in un’ottica di lungo termine, ma anche dal punto di vista fiscale. Come spiegano da Fidelity, infatti, “se le cedole vengono reinvestite, la tassazione sui proventi è differita fino al momento del riscatto finale dell’investimento. Questo permette che tutto l’importo delle cedole reinvestite continui a generare ulteriori interessi senza l’immediata erogazione fiscale”.
Se vuoi conoscere alcune valide alternative al Btp, visita il sito di Fidelity International.