Questo sembra l’anno delle azioni, con i titoli che ormai sono sull’onda di un rally che dura da alcuni mesi. E, vista l’inversione della curva dei Treasury, sono sempre di più gli investitori che decidono di accumulare liquidità. Ma quanto potrà ancora andare avanti questa situazione? E visto che le banche centrali hanno finito con la loro scalata dei tassi e anzi, alcuni tagli sono già all’orizzonte, sta forse per arrivare una nuova onda a favore del mercato dei bond?
Negli ultimi mesi, infatti, un po’ all’ombra del comparto azionario, anche i bond hanno iniziato ad attrarre l’attenzione degli investitori più attenti, offrendo rendimenti che non si vedevano da oltre un decennio.
Bond vs liquidità: tra rendimento immediato e certezza futura
Quando gli investitori si sono trovati di fronte ad una curva dei rendimenti inversa, la liquidità è subito apparsa come l’opzione privilegiata. Nel lungo termine però, la certezza che arriva dai rendimenti legati alla liquidità, quanto potrà durare?
D’altro canto, il comparto obbligazionario offre invece rendimenti a lungo termine sicuri, presentando duration e scadenze lunghe, offrendo quindi una certa sicurezza per un livello di rendimento più mirato, come si vede dal grafico.
Obbligazioni vs azioni: tra crescita e sicurezza
Non è una novità degli ultimi mesi, escluso l’annus horribilis del 2022 dove tutto il mercato è stato costretto ad uno stop, che le azioni sembrano sempre la scelta giusta per gli investitori.
I rendimenti azionari, inoltre, non sono limitati al breve termine, ma mantengono sempre uno sguardo lontano verso il futuro. Eppure, in un contesto in cui anche i rendimenti obbligazionari iniziano ad avere un peso non indifferente, forse è tornato il momento di valutare un portafoglio bilanciato. Il 2024 è forse l’anno in cui il reddito fisso potrà uscire dall’ombra del mercato azionario?
Secondo gli esperti di PGIM Fixed Income, “nel contesto attuale vale la pena considerare che il recente repricing delle obbligazioni ha spinto i rendimenti a massimi storici, mentre non si può dire lo stesso delle valutazioni azionarie. Ad esempio, confrontando il rendimento degli utili dell’indice S&P 500 con il rendimento dei Treasury a 10 anni, si constata che le azioni hanno perso il loro vantaggio di valutazione relativo rispetto alle obbligazioni”.
Ma non solo, sembra chiaro che le banche centrali sono ferme sui loro tassi o sono ormai pronte a tagliarli, come il caso della Bce e, storicamente, in questi contesti, i bond sono stati ottimi salvagenti contro gli shock, con rendimenti nettamente superiori a quelli azionari.
Reddito fisso: il cuscinetto di emergenza per le incertezze
Nel lungo termine, il mercato azionario registra spesso rendimenti totali molto interessanti per gli investitori, anche se paragonati da quelli offerti dalle obbligazioni. Eppure questo comparto soffre molto di più delle incertezze del mercato e i rischi nel breve termine, ma anche a 10 anni, possono essere elevati. In quest’ottica, ci sono spesso periodi in cui i rendimenti obbligazionari, ma anche quelli dati dalla liquidità, siano pari, se non addirittura superiori rispetto a quelli azionari.
A questo punto torna il dilemma iniziale: meglio puntare sul mercato obbligazionario o sulla liquidità? Se la situazione analizzata precedentemente non fosse sufficiente, gli esperti spiegano che, “considerando i trimestri in cui le azioni hanno registrato una flessione pari o superiore al 5%, le obbligazioni generalmente hanno registrato rendimenti più elevati rispetto alle azioni e alla liquidità”.
Insomma, da qualunque prospettiva si guardi, è innegabile che i bond si trano al momento in una posizione inedita, con rendimenti che non si vedevano da più di dieci anni, aprendo molte opportunità per gli investitori interessati al lungo termine.