Una capitalizzazione di mercato sotto i 2/3miliardi di euro, questo è quello che offrono le società medio piccole e sembrano poco più di briciole rispetto agli oltre 3mila miliardi raggiunti da un gruppo ristretto di mega cap statunitensi. Ma questo significa che è meglio puntate sui i titoli a più alta capitalizzazione? In realtà, non sempre.
Negli ultimi 15 anni, le borse occidentali – ma non solo – hanno vissuto un lungo momento di crescita e le small cap non sono riuscite a tenere il passo di alcuni titoli statunitensi. Mai prima di questi ultimi anni, si erano visti gli indici di mercato affidare un peso così elevato alle prime dieci aziende, basti pensare che nell’S&P500 queste occupano circa il 30%. Chiaramente le small cap non hanno tutto questo potere e anzi, il loro peso sulla capitalizzazione complessiva del mercato azionario statunitense è scesa al 2,5%, secondo i dati Morgan Stanley.
Il profondo disallineamento tra le valutazioni relative alle piccole medie imprese e alle mega cap è chiaro, ma questo non significa che la situazione non possa cambiare, anzi.
Mega cap in stallo, gli investitori tornano a guardare le piccole imprese
L’estate non si è conclusa nel migliore dei modi per gli investitori che avevano deciso di puntare tutto su alcuni grandi titoli statunitensi, come le Magnifiche 7, che dopo un rallentamento tragico a inizio agosto e una lieve ripresa durante il resto del mese, si sono bloccate nuovamente a inizio settembre. In quest’ottica, sembra che le small cap siano assolutamente pronte a recuperare il terreno perso.
Sicuramente gli ultimi tre anni sono stati particolarmente sfidanti per le small cap che godono di un forte legame inverso con i tassi. Questi significa che più i tassi d’interesse venivano alzati dalle banche centrali, più i conti di queste piccole imprese erano pesanti, in quanto caratterizzate da un indebitamento medio elevato. Ora che la situazione sembra vicina ad un punto di svolta, con la Banca centrale europea che ha già tagliato i tassi di interesse due volte e la Federal Reserve che ha già optato per un taglio di 50 punti basi, la situazione potrebbe tornare in territorio positivo.
Elisa Piscopiello, ETF Analyst, e Tommaso Cucchetti, Senior Business Developer Manager, entrambi di di Legal & General Investment Management parleranno proprio di questo tema giovedì 3 ottobre. Durante il nuovo appuntamento di Etf in pillole, l’appuntamento trimestrale di LGIM, i due esperti approfondiranno e condivideranno i temi che hanno caratterizzato il mercato negli ultimi mesi.
Il focus sarà proprio sul mercato azionario globale e quello statunitense, prendendo in esame le valutazioni delle diverse aziende che ne fanno parte. Così, partendo da un’analisi storica, gli esperti spiegheranno come le aziende a grande e a piccola capitalizzazione reagiscono nei periodi di tagli dei tassi d’interesse. Mostrando, da un lato, gli ampi vantaggi delle multinazionali con marchi forti e in grado di restistere alla volatilità del mercato, dall’altro senza dimenticarsi le opportunità di diversificazione date dalle small cap.
Le iscrizioni per l’evento sono ancora aperte, visita il sito di LGIM per saperne di più