Il mercato delle small cap statunitensi si contraddistingue per la sua inefficienza. Per gli investitori, inefficienza va in coppia con opportunità, rendendo questa asset class particolarmente adatta alla gestione attiva: infatti i gestori attivi di small cap US hanno uno storico di performance migliore rispetto ai loro omologhi nelle large cap, che possono faticare a trovare un vantaggio duraturo in un’asset class estremamente efficiente.
I 2.000 titoli che compongono l’indice Russell 2000, la rappresentazione più diffusa dell’universo delle small cap statunitensi, comprendono un insieme eterogeneo di società. Questo indice offre un’esposizione a tutto tondo della dinamica economia statunitense, con una maggiore sensibilità degli utili all’economia domestica rispetto ai componenti dell’S&P 500. E’ importante notare che le società facenti parte del Russell 2000 ricevono generalmente una copertura inferiore rispetto a quelle dell’S&P 500 nonostante, in realtà, esse debbano essere analizzate con una maggiore attenzione.
Infatti, le società più piccole presentano in genere una maggiore velocità di cambiamento, il che comporta che i loro risultati operativi tendono ad avere un impatto più immediato e concreto sul prezzo delle loro azioni rispetto a quelle a grande capitalizzazione. Inoltre, le small cap hanno un potenziale di crescita molto più elevato – dopo tutto, per citare Jim Slater, “gli elefanti non galoppano”. In aggiunta, esse registrano un livello di attività di M&A doppio rispetto alle grandi capitalizzazioni. Infine, nonostante la presenza di molte società di alta qualità, l’universo delle small-cap statunitensi ne include molte speculative e costose, nonché un’alta percentuale di nomi non redditizi: circa il 40% dei componenti dell’indice Russell 2000 era in perdita, al 31 dicembre 2023.
Tra inefficienze e opportunità
A nostro avviso, le inefficienze costantemente ricorrenti nel mercato delle small cap statunitensi sono di natura fondamentale e rendono cruciale la ricerca bottom-up specifica sui titoli. Tuttavia, le dimensioni e l’eterogeneità dell’universo rappresentano una sfida per un gestore tradizionale poiché richiederebbero l’impiego di un numero di analisti superiore a quello economicamente sensato per la capacità del mercato. Il risultato è che una tipica strategia small cap statunitense è piuttosto concentrata, con circa 75 titoli. Ciò può comportare elevati rischi idiosincratici e volatilità, oltre a tralasciare sul tavolo alpha e molte società potenzialmente interessanti.
Per risolvere questo problema di scala e sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla miriade di inefficienze presenti nell’asset class, abbiamo sviluppato un approccio completamente automatizzato che si basa sull’analisi fondamentale, il Lazard US Small Cap Equity. Riteniamo che l’analisi dei risultati operativi e del flusso di notizie delle società debba essere imparziale, razionale, coerente e basata su solidi principi economici, tutte caratteristiche che si prestano all’automazione.
Il nostro team ha trascorso oltre un decennio a costruire un framework proprietario di 25 principi diversificati e non correlati che sfruttano ciascuno una specifica inefficienza fondamentale. Questi principi, che chiamiamo Analisti Fondamentali Automatizzati (AFA), sono facili da capire, ma complessi da implementare. Tra gli esempi vi sono il “vantaggio competitivo”, che identifica le società che presentano un miglioramento sostenuto dei margini, e l'”accelerazione della crescita”, che evidenzia un’inflessione significativa nei risultati operativi.
Questi AFA rivalutano continuamente l’intero mercato in tempo reale, formulando raccomandazioni di acquisto e di vendita in base ad un’erronea valutazione di una società. Il nostro processo d’investimento è progettato per trarre vantaggio da un pensiero lento e deliberato, ma che agisce in modo rapido e deciso.
Dalla teoria alla pratica
Il nostro approccio si traduce in un portafoglio diversificato di circa 400 nomi, storicamente guidato principalmente da un alpha idiosincratico incentrato sui fondamentali operativi e sulla valutazione. Riteniamo che il nostro approccio abbia funzionato. Dal lancio nell’agosto 2015 al 31 marzo 2024, la nostra strategia ha superato l’indice Russell 2000 di 387 pb, al netto delle commissioni, ed è risultato in un’information ratio al primo percentile tra le strategie core small cap statunitensi.
Guardando al futuro, siamo entusiasti dell’attuale opportunità offerta dai titoli delle small cap statunitensi. Nonostante le previsioni di crescita dei ricavi e degli utili siano significativamente più elevate, le valutazioni rispetto alle azioni a grande capitalizzazione sono le più interessanti da una generazione a questa parte: l’indice Russell 2000 si trova a quasi due deviazioni standard di sconto rispetto all’indice S&P 500, il più grande divario di valutazione dall’inizio del secolo.