Un cambiamento che nasce dalla consapevolezza che ciascuno deve fare la sua parte per salvare il pianeta e il futuro dell’umanità
Anche il settore finanziario ha bisogno di ripensare alle sue priorità
Premessa
La pandemia, che ha investito l’intero globo, ha solo accelerato un processo che, ormai da qualche anno, iniziava a prendere piede nel mondo del business e della finanza: la corsa alla sostenibilità.
L’emergenza sanitaria ed economica che siamo stati chiamati ad affrontare ha infatti puntato i riflettori con ancora maggiore forza su questioni ambientali e climatiche, etiche e di sicurezza, di giustizia sociale e di politiche lavorative.
E un numero sempre maggiore di imprenditori e investitori si sono accorti del bisogno di un cambiamento. Un cambiamento che nasce dalla consapevolezza che ciascuno deve fare la sua parte per salvare il pianeta e il futuro dell’umanità.
In questo scenario, anche il settore finanziario ha bisogno di ripensare alle sue priorità.
Perché il futuro della finanza è sostenibile?
Parlare di finanza orientata alla sostenibilità significa inglobare nelle sue logiche e nelle sue variabili i fattori ESG. Chiariamo, dunque, cosa sono i criteri ESG e in cosa consiste la sostenibilità in ambito finanziario.
La finanza sostenibile viene talvolta definita “finanza verde”, anche se in gioco non c’è solo la tutela dell’ambiente, ma anche la promozione di una società migliore con aspetti legati all’etica e all’organizzazione delle imprese.
In particolare, i “fattori ambientali” (Environmental) si riferiscono alla gestione e all’impatto che un’azienda ha sull’ambiente, in termini di inquinamento atmosferico e idrico, deforestazione e biodiversità.
I “fattori sociali” (Social) rivelano come un’azienda gestisce le relazioni con dipendenti, fornitori, clienti e le comunità con cui interagisce. I temi sociali variano dai diritti umani alle norme del lavoro lungo tutta la catena di approvvigionamento e includono questioni sulla salute, la privacy, i dati e i rapporti di lavoro.
Mark Carney, ex governatore della banca d’Inghilterra, ha affermato ancora nel 2019 la necessità per il mondo finanziario e industriale di pensare al futuro in un’ottica sostenibile, dichiarando poi che le aziende che non si stanno adattando a questa evoluzione andranno sicuramente in bancarotta.
In uno s tudio di Unilever, il 21% delle persone intervistate ha dichiarato che avrebbe sostenuto maggiormente i brand se fossero state più chiare la loro vision e mission in termini di sostenibilità, sia a livello di packaging che di marketing.
Il 31% per cento dei consumatori americani, nell’ultimo anno, ha affermato di aver scelto e acquistato i prodotti delle aziende che stanno adottando misure per ridurre il riscaldamento globale; mentre il 21% di essi ha evitato di acquistare i prodotti delle aziende che non si sono attivate per contrastare l’emergenza climatica.
Insomma, la mera crescita finanziaria non è più l’unica variabile in gioco per il profitto di un’impresa. Gli obiettivi extra finanziari, in particolare i criteri ESG, stanno guadagnando terreno.
In tal senso, il successo di Patagonia è esemplare. L’azienda americana di abbigliamentosportivo,fondatadaY vonChouinardnel1973estimatada Forbes per un valore di 750 milioni di dollari, nel 2015 ha donato oltre 185 milioni di dollari a fondazioni a tutela dell’ambiente e ha investito altri 38 milioni di dollari in società socialmente responsabili.
Gli investitori, dunque, sono sempre più interessati e intenzionati a legare la sostenibilità e le performance finanziarie, nella misura in cui si è compreso che l’integrazione dei criteri ESG nella valutazione degli asset aziendali porta a vantaggi per il business e riduce i rischi operativi.
Basti pensare, ad esempio, alla fuoriuscita di petrolio da parte della BP, nel 2010 e allo scandalo sulle emissioni di Volkswagen, per capire come fallimenti ed errori in ambito ESG hanno fatto precipitare i prezzi delle azioni e provocato perdite per miliardi di dollari.
Uno studio del 2014 di R obert G. Eccles, I oannis Ioannou e G eorge Serafeim ha dimostrato che le aziende che hanno adottato le politiche ESG già negli anni ’90 hanno superato in termini di performance quelle che non lo hanno fatto.
La ricerca si fonda sul confronto di un campione di 90 aziende “altamente sostenibili” con un campione di 90 aziende a bassa sostenibilità, dove emerge che, in un intervallo di tempo di 18 anni, le prime hanno prodotto performance finanziarie di gran lunga migliori sia in borsa che a livello contabile.
Esito, questo, ulteriormente avvalorato da un’analisi condotta da U BS nelle ultime settimane, la quale evidenzia come i fattori ESG abbiano un impatto decisivo per gli investitori sia in termini di performance che di mitigazione del rischio anche durante la crisi economica che si è scatenata in concomitanza del COVID-19.
Conclusioni
La realtà dei fatti ci mostra come anche solo volendo inseguire il profitto, il mondo finanziario non può più prescindere dalla valutazione dei fattori ESG per la creazione dei propri portafogli di investimento; e, tra l’altro, l’importanza della sostenibilità diviene lampante se pensiamo che senza un pianeta non ci può essere neppure finanza.