La Bce si attende un calo reale dell’8,7% nel 2020 e un recupero del 5,2% nel 2021; del 3,3% nel 2022. Ma nello scenario grave, il Pil dell’area si ridurrebbe del 12,6 nel 2020
Sono 742 le banche europee ad aver già attinto ai 1.310 miliardi di euro della Bce con operazioni di rifinanziamento più a lungo termine.
Il disavanzo di bilancio dei governi europei dovrebbe raggiungere l’8,5% del Pil nel 2020, a fronte dello 0,6% del 2019. Nel 2021 il rapporto disavanzo/pil dovrebbe scendere al 4,9%, mentre per il 2022 si prevede che si attesti al 3,8%
Angela Merkel fa pressing alla Bundestag per l’approvazione del Next generation fund
I dati principali del bollettino Bce
Le proiezioni macroeconomiche a giugno 2020 per l’area euro indicano una riduzione della crescita a un ritmo senza precedenti per il secondo trimestre. Il pil dovrebbe tornare a espandersi a partire dal terzo trimestre, grazie alle misure di bilancio dei governi e della politica monetaria della stessa Bce. Tuttavia, le proiezioni indicano una notevole revisione al ribasso di tutti gli indicatori di crescita. Sullo sfondo, uno scenario di base caratterizzato da un grado di incertezza “straordinariamente elevato”.
La Banca centrale europea è pronta ad ogni azione necessaria a sostenere i cittadini dell’eurozona. Sono 742 le banche europee ad aver già attinto a 1.310 miliardi con operazioni di rifinanziamento più a lungo termine. Ossia, prestiti con tassi molto favorevoli per incentivare il sostegno del sistema bancario all’economia reale. Nello scenario delle proiezioni sul Pil annuo dell’eurozona, l’Eurotower si attende un calo reale dell’8,7% nel 2020 e un recupero del 5,2% nel 2021 e del 3,3% nel 2022. Ma nello scenario grave, il Pil dell’area si ridurrebbe del 12,6%.
A livello globale, le proiezioni macroeconomiche segnalano per il 2020 una contrazione del Pil mondiale in termini reali (esclusa l’area euro) del 4%. A spaventare, è il ritmo di tale contrazione, più rapida che nella crisi del 1929. Dopo la forte riduzione segnata nel primo semestre, nel secondo l’attività mondiale dovrebbe riprendersi e crescere del 6% nel 2021 e del 3,9% nel 2022. Il commercio mondiale soffrirà però moltissimo a causa dei disservizi logistici e della chiusura delle frontiere.
Bce, i punti dolenti del bollettino
In “significativa flessione” le spese per consumi e investimenti. E non potrebbe essere diverso, vista la perdita di posti di lavoro, di reddito e il livello di incertezza. La stessa Bce però conferma pieno impegno a intraprendere ogni azione necessaria per sostenere tutti i cittadini dell’eurozona colpiti dalla crisi covid, “nei limiti del suo mandato”. È vero che i risultati delle indagini congiunturali e gli indicatori in tempo reale dell’attività economica hanno mostrato alcuni segnali di ripresa, ma il miglioramento è stato finora modesto rispetto alla rapidità con cui gli indicatori sono precipitati nei due mesi precedenti, avverte la Bce.
L’effetto della crisi sui bilanci dei governi
La Banca centrale europea fa poi notare che la pandemia covid-19 sta pesando gravemente sulle politiche di bilancio dell’eurozona. Le misure di contenimento hanno infatti incentivato l’elaborazione di pacchetti di stimolo fiscale senza precedenti per attutire i disastrosi effetti economici del lockdown. La conseguenza è che il disavanzo di bilancio dei governi europei dovrebbe raggiungere l’8,5% del Pil nel 2020, a fronte dello 0,6% del 2019. Nel 2021 il rapporto disavanzo/pil dovrebbe scendere al 4,9%, mentre per il 2022 si prevede che si attesti al 3,8%.
L’Eurotower stima che le politiche di bilancio per l’area dell’euro saranno fortemente espansive nel 2020. Le restrizioni arriveranno a partire dal 2021. Fondamentale resta la capacità di coordinamento fra le varie economie dell’area. A tal proposito la Bce accoglie con grande favore il pacchetto di sicurezza (Mes, Sure, Bei) da 540 miliardi di euro approvato dal Consiglio europeo. E attende con trepidazione che il recovery fund (nella sua nuova denominazione di Next generation fund) proposto dalla Commissione europea diventi realtà al più presto. E’ lo stesso auspicio di Angela Merkel, per la quale il fondo europeo di ripresa è “uno strumento doveroso e urgente in questo momento”. La cancelliera tedesca, parlando al Bundestag ha detto che solo così si potranno garantire “convergenza, competitività e coesione nel lungo periodo. Non dobbiamo permettere che la pandemia crei forti squilibri economici e che produca una divisione profonda in Europa”. Il discorso della Merkel giunge alla vigilia della presidenza tedesca dell’Ue, decorrente dal 1/7/2020.