I professionisti troppo spesso confondono la propensione verso i rischi a lungo termine dei clienti con gli atteggiamenti incerti da loro mostrati
La soluzione di investimento migliore deve essere fondata su valutazioni stabili e accurate della propensione al rischio
“Tutto questo – continua Davis- è esacerbato dall’inopportuna tendenza ad utilizzare preferenze rivelate e giochi fantasiosi per determinare la propensione al rischio. Tali approcci troppo strutturati e incerti per valutare la propensione al rischio sono inappropriati e non riflettono la volontà reale dei clienti ad assumersi rischi a lungo termine. Valutare la cosa sbagliata è peggio che non valutarla affatto.”
Secondo gli accademici di Oxford Risk la soluzione di investimento migliore deve essere fondata su valutazioni stabili e accurate della propensione al rischio. La profilazione comportamentale fornisce quindi agli investitori un’opportunità per conoscere i propri atteggiamenti, le proprie emozioni e i propri pregiudizi, aiutandoli a prepararsi per affrontare l’ansia che probabilmente comparirà. Ma questo deve essere utilizzato per aiutare gli investitori a controllare le proprie emozioni, non per definire il rischio del portafoglio adatto in sé.
La gestione della componente irrazionale, tipicamente umana, è un aspetto dei clienti che i consulenti finanziari devono imparare a gestire. Anche perché in situazioni di forte stress, come è stato il 2020 a causa della pandemia, il cliente reagendo di pancia può “rovinare” il proprio investimento. Il saper gestire la componente emotiva risulta dunque essere fondamentale. Secondo Oxford risk, molti wealth manager e consulenti finanziari sono però poco preparati per aiutare i clienti a controllare l’altalena emotiva e psicologica. E questo è emerso con particolare forza durante la crisi causata dal covid-19 e l’impatto che ha avuto sui mercati e gli investimenti.
“Ci sono comportamenti comuni a molti investitori in tempi così imprevedibili e incerti. Durante una crisi è probabile che gli investitori si concentrino troppo sul presente e sul dettaglio, sentendosi obbligati a fare qualcosa anche quando la soluzione migliore è non muoversi. Essi possono gravitare intorno alle cose familiari, spesso con la conseguenza di scarsi investimenti, vendite al ribasso o minore diversificazione”, concludono gli accademici.