Il rischio delle politiche volte alla disinflazione è la deflazione che, a sua volta, può associarsi alla recessione
La Bce è convinta che il processo di disinflazione sia già iniziato. Ma di cosa si tratta esattamente? Quali settori favorisce e come può orientare i nostri investimenti ?E’ indubbio, infatti, che la ritirata dell’inflazione degli ultimi mesi possa impattare sui fatturati di molte aziende. In particolare, società del retail, i produttori di automobili e le compagnie aeree, che negli ultimi due anni hanno potuto applicare prezzi più alti.
Di cosa si tratta
Si tratta di un rallentamento progressivo del ritmo del tasso di inflazione, ma con un aumento dei prezzi graduale e controllato. Si tratta di un fenomeno che è per lo più frutto di politiche fiscali per tenere a bada l’inflazione. La disinflazione può comportare un vantaggio per il potere d’acquisto delle famiglie e per la competitività delle imprese e delle esportazioni. Ma il rischio delle politiche volte alla disinflazione è la deflazione che, a sua volta, può associarsi alla recessione. Una fase che può comportare l’esigenza di ricalibrare il portafoglio e di orientarsi su un diverso mix di asset.
Come investire
1-I settori ciclici come il petrolio/le materie prime, il settore automobilistico e gli industriali subiscono maggiori pressioni
2-I margini dei titoli di qualità tendono a rimanere più stabili: il value e i settori tecnologico, farmaceutico e telecomunicazioni.
3-Nei portafogli va favorita la strategia di diversificazione settoriale e regionale: i mercati finanziari di paesi e regioni diverse aumentano e diminuiscono in tempi diversi.
4- È meglio selezionare società appartenenti a settori come sanità, software e beni di consumo, potenzialmente favoriti da un’eventuale tendenza alla disinflazione.
5-I rendimenti dei titoli di Stato subiscono una pressione al ribasso
Le prospettive
Nel complesso, la tendenza alla disinflazione che ha preso forma nel 3° trimestre continuerà a incoraggiare le banche centrali ad affrontare con cautela qualsiasi ulteriore inasprimento delle politiche monetarie. “È invece probabile – spiega Ubp – che le banche centrali considerino incoraggianti le recenti tendenze dell’inflazione, come ad esempio la misura dell’inflazione super core, attentamente osservata dalla Fed”.
Dal punto di vista della costruzione del portafoglio, “riteniamo inoltre che sia opportuno detenere portafogli più equilibrati sia per quanto riguarda il rischio di credito sia per quanto riguarda i livelli di duration dei tassi di interesse. In particolare, a differenza di quanto osservato nel 2022, riteniamo che l’esposizione alla duration possa proteggere i portafogli da eventuali shock in termini di crescita, soprattutto quando i rialzi delle banche centrali inizieranno a ripercuotersi sull’economia reale.
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L’orientamento
È considerata interessante
-un’allocazione alle obbligazioni con rating BB, dato il loro profilo di rischio-rendimento superiore a quello delle BBB, delle B singole e delle CCC e dato che i fondamentali societari delle BB sembrano in buona forma per questa fase del ciclo.
-un orientamento positivo verso il settore finanziario, dato che rimane un segmento del mercato che può beneficiare di un contesto di inflazione e tassi d’interesse più elevati, come osservato nei recenti utili bancari.
-puntare sui titoli denominati in euro rispetto a quelli denominati in dollari in termini di duration, data l’eccezionalità degli Stati Uniti dal punto di vista della crescita, con l’economia che continua a beneficiare di un mercato del lavoro rigido che sostiene i redditi delle famiglie