Il 71,9% si dichiara pessimista sulle sorti del Paese per il prossimo anno e il 61,6% rileva la burocrazia tra le principali problematiche dell’equazione
Quasi la metà del campione punta a investire nel 2021, focalizzandosi su formazione (41,3%), innovazione tecnologica (39,6%) e digitalizzazione (37,3%)
Di Stefano: “Se è vero che i giovani sono stati i primi a risentire della crisi economica, contiamo che siano anche i primi del Piano nazionale di ripresa e resilienza”
La burocrazia incide (in negativo) sul futuro del Paese
Secondo un’inchiesta condotta dall’Osservatorio 4.Manager e che ha coinvolto 2.230 imprenditori, manager e professionisti under 30, il 71,9% si dichiara pessimista sulle sorti del Paese nel 2021, contro un 51,4% delle previsioni negative legate ai prossimi tre anni. Il 63,3% rileva tra le principali problematiche dell’equazione l’impreparazione della classe politica, il 61,6% la burocrazia e il 45,8% l’instabilità e la conflittualità politica (legata alla crisi di governo che ha caratterizzato i primi mesi dell’anno). Di conseguenza, il 55,1% ritiene che bisognerebbe investire sul fisco, il 45,8% sulla riduzione della burocrazia e lo snellimento delle procedure, il 37,4% sull’istruzione e la formazione, e il 19,4% sulla sostenibilità e l’economia circolare.
Giovannini: le imprese sostenibili sono più resilienti
“I risultati dell’indagine mostrano come molti giovani imprenditori abbiano ben chiari quali possano essere i fattori di successo per le proprie attività. Dobbiamo riuscire a liberare quest’energia”, aggiunge Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili. “In Italia abbiamo investito poco negli ultimi 20 anni sul futuro del Paese in termini di istruzione ed educazione ma anche di supporto a chi, credendo nel futuro, faceva partire nuove imprese”, aggiunge. Con uno sguardo, non particolarmente positivo, sulle evidenze emerse sul fronte green. “Un dato che mi ha colpito un po’ sfavorevolmente è che circa il 20% dei rispondenti abbia indicato la sostenibilità come un fattore cruciale per il successo dell’impresa. Mi domando il perché di una quota ancora così bassa. Dati Istat mostrano come, a parità di altre condizioni, le aziende che optano per la sostenibilità abbiano fino al 15% di possibilità in più rispetto alla controparte. E sono anche più resilienti alla crisi”.