Il settore del crowdfunding è in salute. A certificarlo sono gli ultimi numeri presentati mercoledì dal Politecnico di Milano in occasione della presentazione il settimo del Report italiano sul Crowdinvesting realizzato dall’Osservatorio della School of Management dell’Università milanese. Nonostante un leggero rallentamento (-2,2%) rispetto al semestre 2021, la raccolta negli ultimi 12 mesi Italia è stata molto buona. Le 90 piattaforme di crowdfunding attive in Italia hanno infatti raccolto 493 milioni di euro, portando la raccolta totale oltre il miliardo di euro e mettendo a segno un +27% rispetto all’anno precedente.
Più in dettaglio, la raccolta annuale per l’equity crowdfunding è stata pari a 97,79 milioni di euro per i progetti non immobiliari (con un certo calo nel primo semestre 2022) cui vanno aggiunti i 44,10 milioni per quelli immobiliari. In aumento i minibond collocati sui portali, saliti a 37,63 milioni di euro: questo segmento non esisteva fino al primo semestre 2020 ed è cresciuto del 68,7%. I portali di lending contribuiscono nell’ultimo anno con 65,49 milioni di euro prestati a persone fisiche (+51,7% nonostante le poche piattaforme attive) e 102,44 milioni a imprese tramite portali generalisti (in calo nel primo semestre 2022), più 83,15 milioni da portali specializzati nell’immobiliare, al contrario in buon aumento negli ultimi 6 mesi (+56,7%) grazie soprattutto alla proliferazione dei portali. Quanto al real estate crowdfunding, come previsto dai ricercatori continua la sua corsa: le piattaforme dedicate sono oggi 27 e hanno raccolto in 12 mesi ben 127,25 milioni di euro, +38,1% rispetto al periodo precedente.
L’equity crowdfunding
Al 30 giugno 2022 risultavano autorizzati da Consob 51 portali per la raccolta di capitali online, esattamente come l’anno scorso, anche se un buon numero non si è ancora attivato. Negli ultimi 12 mesi sono state concluse 36 campagne di collocamento di minibond sugli 8 portali al momento autorizzati, per un totale di 37,63 milioni di euro. Le campagne di raccolta di capitale di rischio sono state nello stesso periodo 219, organizzate da 215 diverse imprese, alcune con più round. Il tasso di successo continua a mantenersi elevato: nei primi 6 mesi del 2022 è dell’88,9%, ben più della media generale dell’intero campione dal 2014, pari al 79,3%. La raccolta di capitale di rischio cumulata nel tempo è pari a 429,04 milioni di euro e negli ultimi 12 mesi il flusso è stato pari a 141,9 milioni, di cui 58,99 milioni nel primo semestre 2022.
Il valore medio del target di raccolta per i progetti non immobiliari è 204.762 euro, per quelli immobiliari è 1.078.633 euro. Mediamente per i progetti non immobiliari viene offerto in cambio l’8,65% del capitale (valore in riduzione al 5,83% nel primo semestre 2022) e si rafforza la prassi di offrire titoli senza diritto di voto sotto una certa soglia di investimento (e votanti sopra la soglia). Fra le emittenti, le PMI continuano a guadagnare spazio, ma il mercato è ancora dominato dalle startup innovative (56% dei casi nell’ultimo anno, cui si aggiunge il 16% delle PMI innovative). La grande maggioranza, come da anni a questa parte, opera in Lombardia, poi Emilia Romagna e Lazio, ed è attiva nel settore dei servizi di informazione e comunicazione. La valutazione pre-money mediana si aggira intorno a 2 milioni di euro.
La piattaforma che fino ad ora ha finalizzato e raccolto più capitale è ancora Mamacrowd (83,61 milioni di euro effettivi al 30 giugno 2022), seguita da Crowdfundme (71,09 milioni e il maggior numero di campagne pubblicate in assoluto, 192) e Walliance (68,46 milioni). In media ogni campagna riceve il sostegno di 96,2 investitori (soprattutto maschi, attorno ai 45 anni) e l’importo medio investito è pari a 3.913 euro per le persone fisiche e 35.740 euro per le persone giuridiche, in tendenziale crescita rispetto al passato.
Il lending crowdfunding
Per quanto riguarda il lending, al 30 giugno 2022 risultavano attive in Italia 7 piattaforme destinate a finanziare persone fisiche (consumer, una in più rispetto allo scorso anno), 12 dedicate alle imprese (business, 4 in più) e ben 20 specializzate nel real estate (6 in più), cioè 39 in totale. La raccolta negli ultimi 12 mesi è stata pari a 65,49 milioni di euro per le piattaforme consumer, con un totale cumulato nel tempo di 188,82 milioni: in testa troviamo Soisy, con 43,26 milioni di euro nell’ultimo anno. Le piattaforme generaliste nel comparto business aggiungono all’attivo 102,44 milioni di euro, raggiungendo un cumulato di 272,97 milioni: nel segmento primeggia October con 83,20 milioni di euro raccolti, di cui però una buona fetta arriva da investitori professionali non crowd. Le piattaforme immobiliari registrano un flusso annuale di 83,15 milioni di euro raccolti e totalizzano 176,49 milioni: la prima è Rendimento Etico, con 24,3 milioni di euro all’attivo nell’ultimo anno. Alcune piattaforme prevedono fondi di protezione per ripagare eventuali prestiti in sofferenza, altre fanno leva sulla garanzia pubblica del Fondo statale per le PMI.
Il real estate crowdfunding
Come previsto dall’Osservatorio, l’industria del real estate crowdfunding ha continuato ad essere particolarmente vivace in Italia: se un anno fa si contavano solo 18 piattaforme dedicate attive, oggi sono 27. Tipicamente si tratta di progetti di breve-medio termine che mirano alla riqualificazione, o alla realizzazione ex novo, di proprietà immobiliari, con successiva cessione. Il crowdfunding ha un importante ruolo di boost nel finanziamento iniziale grazie alla rapidità di raccolta e all’assenza di garanzie reali. I progetti finanziati nell’ultimo anno in questo comparto hanno raccolto ben 127,25 milioni di euro, +38,1% rispetto al periodo.