Asta d’arte, il vademecum per l’investitore

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Presentarsi nella sede di un’asta d’arte non è l’unica strada per partecipare: è possibile farlo anche telefonicamente o online, con un semplice clic. A spiegarlo è Vincenzo Santelia, amministratore delegato di Finarte. Un’opportunità anche per chiarire come  stabilire il prezzo finale di un lotto.

Come si partecipa a un’asta d’arte?

“Ci sono tre modi fondamentali. Il primo è presentarsi nella sede dell’asta. Per partecipare attivamente e fare delle offerte è necessario registrarsi e, quindi, presentare un documento. Si otterrà una paletta con un numero associato al proprio cognome da mostrare quando si fanno delle offerte, in modo tale da associare il lotto all’offerta fatta. In secondo luogo, si può partecipare telefonicamente, prenotandosi e dicendo a quale lotto si è interessati. Dopodiché si verrà chiamati due minuti prima che venga battuto e si avrà la possibilità di partecipare attraverso il telefono con l’aiuto di un nostro telefonista, come se si fosse in sala. La terza possibilità è quella di farlo online, semplicemente registrandosi sul nostro sito o su uno dei siti che ritrasmettono la nostra asta”.

Come si stabilisce il prezzo finale di un lotto?

“Il bello dell’asta è la sua totale trasparenza. Di fatto, i rilanci successivi dell’opera determinano un prezzo che per definizione è quello giusto, perché è l’incrocio tra la domanda e l’offerta perfetta. Questo differenzia l’asta dagli altri canali di acquisizione delle opere d’arte, le gallerie, che magari offrono più assistenza all’acquisto, nel senso che c’è una persona che spiega in maniera più diffusa l’opera, ma hanno l’handicap che al momento dell’ingresso il prezzo molte volte non è conosciuto. In questo caso, invece, il prezzo che si determina è quello dell’asta. Il venditore decide un prezzo di riserva sotto il quale non è disposto a vendere, e poi l’incrocio domanda-offerta dipende da mille cose, dall’autore, dal periodo, dalla dimensione del quadro. La certezza è che quando uscite con il quadro e ve lo siete aggiudicati avete pagato il prezzo minimo per il quale il venditore era disposto a darvelo”.

Tra i diversi dipartimenti, quale riscontra maggior successo tra gli investitori?

“L’arte in generale non è uno strumento di investimento puro, ma deve essere sempre accoppiato a una passione. Quella dell’investimento è addirittura una motivazione secondaria. Prima bisogna innamorarsi dell’oggetto, sviluppare una passione, un legame con l’artista e poi cercare anche di fare un buon investimento. Se ci fosse qualcuno invece che lo giudica come categoria d’investimento asettica, quella che funziona in questo momento è l’arte contemporanea non di origine europea. Ci sarà un emergere di arte contemporanea africana, asiatica, delle nuove economie che si affacciano a livello mondiale e che proporranno le proprie forme espressive. Chi è più veloce a impossessarsi dei codici e a investire oculatamente su questi nuovi settori, probabilmente ne ricaverà nel medio-lungo termine un buon ritorno”.

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