Per oltre un decennio, le large cap hanno dominato il panorama degli investimenti azionari. Tuttavia, uno scenario economico in evoluzione e le nuove dinamiche di mercato stanno creando un contesto favorevole per le small e mid cap, che potrebbero tornare al centro delle strategie di allocazione del capitale. Gli esperti dei Team di Investimento e Portfolio Construction and Strategy di Janus Henderson Investors ci spiegano perchè nel nuovo Market GPS 2025.
Un contesto favorevole per le small e mid cap
Le small e mid cap stanno attirando crescente attenzione da parte degli investitori, in particolare negli Stati Uniti. Questo segmento del mercato è caratterizzato da valutazioni più basse rispetto alle large cap, sia in termini di rapporto prezzo/utili (P/E) che di prospettive di crescita. Il ciclo naturale della leadership di mercato suggerisce che è giunto il momento di rivalutare le allocazioni verso queste società a minore capitalizzazione.
Secondo dati storici, le small cap statunitensi hanno reso in media il 22,5% durante i periodi di leadership, sovraperformando le large cap del 12,7%. Al contrario, quando le large cap hanno dominato, il vantaggio medio è stato di soli 5,9%. Questo squilibrio, insieme alle condizioni macroeconomiche attuali, mette in evidenza le opportunità di crescita nel segmento delle small e mid cap.
Vantaggi macroeconomici e trend emergenti
Le small cap beneficiano particolarmente dei periodi di espansione economica e di allentamento della politica monetaria. Con una maggiore esposizione al debito a tasso variabile (42% rispetto al 6% delle large cap nell’indice S&P 500), queste società traggono vantaggio diretto da un contesto di tassi di interesse in calo. Inoltre, la deglobalizzazione delle catene di approvvigionamento sta favorendo le società che operano principalmente sul mercato interno, come molte small cap americane.
Selezione attiva e qualità dei fondamentali
Nonostante il potenziale di crescita, l’universo delle small e mid cap presenta un’ampia dispersione in termini di qualità e prospettive. La selezione attiva è quindi cruciale. Gli investitori dovrebbero concentrarsi su aziende con fondamentali solidi, modelli di business innovativi e capacità di attuare strategie di crescita sostenibili. Questi elementi diventano determinanti per ottenere rendimenti superiori e mitigare i rischi associati a questo segmento di mercato.
Beyond “Mag 7”: focus sugli “altri” 493…
Le cosiddette “Mag 7”, le sette principali aziende tecnologiche, continuano a dominare l’indice S&P 500, rappresentandone circa un terzo del valore. Tuttavia, gli altri 493 titoli dell’indice stanno emergendo come opportunità di diversificazione, con stime di crescita degli utili pari al 13% per il 2025.
Settori come la salute, quello dei materiali e quello Bmostrano prospettive promettenti. In particolare, il settore sanitario, con un focus sulla biotecnologia, offre una combinazione unica di innovazione e solidità finanziaria. Storicamente, il biotech ha sovraperformato l’S&P 500 del 16,1% nell’anno successivo al primo taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, indicando un forte potenziale in un contesto di declino dei tassi.
…e beyond USA: opportunità oltre i confini statunitensi
Mentre le azioni statunitensi hanno dominato il decennio scorso, il panorama globale offre opportunità interessanti per gli investitori. In media, 82 dei primi 100 titoli dell’indice MSCI All Country World sono stati rappresentati da società non statunitensi. Inoltre, i mercati emergenti e le regioni ad alta distribuzione di dividendi offrono vantaggi competitivi significativi.
Per chi cerca opportunità nei settori value tradizionali, i mercati globali presentano una gamma più ampia di opzioni rispetto al panorama concentrato della crescita tecnologica statunitense. Ad esempio, settori come il finanziario e l’industriale, fortemente presenti in Europa e nei mercati emergenti, potrebbero rappresentare una valida alternativa.