A volte si dice che il comportamento delle persone sia centrato in modo alternativo sulla realizzazione concreta di un’attività, piuttosto che sullo sviluppo di idee e di piani. In ambito economico hanno successo gli imprenditori che seguono la logica del “fare” impresa. La letteratura aziendale ha spesso ripreso questo concetto anche con riferimenti concreti come ad esempio “Fare impresa nel nord-est” di qualche tempo fa. Certo fare impresa significa soprattutto inizialmente avere una visione di prodotto/servizio e poi organizzare le risorse, uomini e persone, per ottenere il risultato desiderato. Sono noti i casi di imprenditori fuoriclasse senza istruzione, o molto modesta, ma con autodisciplina e volontà di ferro. La semplicità di ciascuna visione forse non richiede o non ha richiesto eloquenza, quanto una solida capacità di implementazione.
“Devo capire bene, anzi fammi capire bene perché non ho tempo”. Pochi numeri con molto significato sono la chiave, anzi una delle chiavi utili a prendere decisioni rapide e fondate in una realtà in evoluzione sempre più frenetica. “Non ho capito” è un’altra espressione che è sempre in tasca come i “cinque soldi” o “sinque schei” che nel Nord-Est si tengono in tasca e tornano utili di fronte alle sfide quotidiane.
Il linguaggio e le domande appropriate sono essenziali per delineare gli obiettivi, il perimetro della conversazione e la elaborazione delle alternative possibili per il loro raggiungimento.
La modalità di ascolto è una caratteristica non solo del piccolo e grande imprenditore di successo, ma costituisce anche un requisito essenziale per l’attività di consulenza patrimoniale. Per supportare una persona al conseguimento delle proprie finalità è essenziale chiarire bene i bisogni nel tempo legati alla posizione patrimoniale seguendo i principi di correttezza e lealtà professionale. Il consulente è “vincolato al rispetto del segreto professionale, con il divieto assoluto di divulgare fatti o circostanze di cui sia venuto a conoscenza per ragioni connesse all’esercizio dell’attività professionale, salvo quando ne sia stato espressamente sciolto dal cliente mandante”. Questa attività è mirata al “bene assoluto del cliente”, evitando le situazioni che possano determinare una limitazione o un costringimento della sua libertà operativa nel sereno svolgimento della consulenza stessa.
Le competenze devono essere aggiornate nel miglior modo possibile al mutare dei contesti e delle norme e questi deve dare costantemente notizia al cliente sull’evoluzione della consulenza affidatagli, concordando ogni decisione importante ed ogni procedura difforme dalla normalità. Deve inoltre rendere edotto il cliente di tutti i dubbi e le perplessità che emergono dall’esame della situazione patrimoniale
Ecco il vantaggio di avere una consulente fidato, un soggetto centrato sui propri bisogni personali e patrimoniali che cerca di delineare un quadro preciso della situazione affrontando temi che hanno un impatto significativo sulla salute finanziaria nel tempo. In prima battuta è utile delineare una fotografia dei rapporti in essere e la allocazione delle risorse unitamente ai costi collegati. Chi si è occupato di gestione di impresa ha molto chiara la funzione di tre documenti fondamentali come lo stato patrimoniale, il conto economico e il prospetto dei flussi di cassa. Cambiando contesto, questo reporting in parte modificato, può essere utile alla persona fisica per arrivare a prendere decisioni di cambiamento o conferma nella allocazione delle proprie risorse piuttosto che un diverso bilanciamento del portafoglio finanziario.
L’approccio tipico di chi fa impresa è inizialmente quello di affidarsi a se stesso un po’ in tutto e mantenere le relazioni sulla base della propria storia. E’ tuttavia proprio nei momenti di cambiamento epocale quando è utile verificare se sia necessario un cambio di rotta anche nelle persone, nei consulenti ed i soggetti che offrono supporto e si occupano di gestione del risparmio e dei propri assets.
Affidarsi ad uno specialista in consulenza patrimoniale fa emergere punti di vista che aumentano la consapevolezza delle decisioni per capire le opportunità che si presentano e le minacce da cui difendersi, anche semplicemente cambiando la propria allocazione degli investimenti e valutando analiticamente i costi espliciti e soprattutto impliciti.
Superfluo ricordare che “il denaro non dorme mai” e quello che è uscito non torna più indietro. Questo è molto chiaro a chi scrive e va ricordato sempre a chi decide come gestire la propria ricchezza.