Il fattore sociale e le nuove leve dell’ESG: è tempo di riforme strutturali

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In un momento storico in cui la sostenibilità e le metriche ESG sono diventate delle priorità, soprattutto nelle politiche aziendali e nel mondo della finanza e degli investimenti, quali passi sta facendo l’Unione Europea? E come si sta muovendo, invece, l’Italia? Finanziamenti pubblici, operazioni sul quadro regolamentare e sostegno alle riforme, sono tre modi con cui l’UE sta concretizzando i propri interventi su tematiche ambientali e climatiche. Oggi, però, non è più possibile considerare solo la lettera “E” dell’acronimo ESG, bisogna guardare con attenzione anche l’aspetto della Governance e, ancor di più, il fattore sociale. Come ha spiegato Mario Nava, Direttore Generale della DG Reform della Commissione europea, nata per aiutare i Paesi membri a crescere in modo sostenibile e a favorire la creazione di posti di lavoro, l’Unione Europea si sta concentrando su tutti i tre elementi, con una particolare attenzione anche alla questione del “gender mainstreaming” e della parità di genere, che è al centro, per esempio, della collaborazione con il Dipartimento italiano delle pari opportunità. Guarda l’intervento integrale di Mario Nava, tra i keynote speaker del nuovo Forum digitale organizzato da We Wealth dedicato alla sostenibilità sociale e alla variabile di genere.

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