Snam, Terna e Italgas: queste alcune delle società su cui puntare in Italia. Lo dichiara
Stefano Reali, vice direttore di Pharus Management SA, che spiega quali sono i vantaggi degli investimenti nelle infrastrutture
Investire nelle infrastrutture, quali sono i vantaggi?
Le
infrastrutture rappresentano un
asset class indipendente, per cui sono decorrelate rispetto all'andamento del ciclo economico e alle altre asset class. Inoltre, sono caratterizzate da un'
importanza strategica per gli Stati: parliamo di porti, aeroporti, autostrade, reti per il trasporto e la distribuzione del gas. Per questi motivi, sono gestite come
monopoli di fatto, con contratti di lunghissimo periodo e, quindi, elevatissime barriere all'entrata. Il loro profilo di crescita e di rendimento atteso per l'azionista è caratterizzato da un'
elevatissima stabilità. Inoltre, i dividendi associati a queste società sono molto elevati, perché gli stessi flussi di cassa sono importanti. Ma, soprattutto, parliamo di
dividendi che sono sostenibili e stabili nel tempo.
Su quali società puntare in Italia?
Crediamo che il segmento più interessante sia quello delle utilities regolate. In Italia parliamo di tre società in particolare:
Snam, Terna e Italgas. Snam per la gestione delle reti per il trasporto e lo stoccaggio del gas, Terna per la trasmissione di energia elettrica, e Italgas per la distribuzione del gas. Tutte queste società sono caratterizzate da un piano di investimenti importante, che dovranno sviluppare nel corso dei prossimi anni e sulla base del quale vengono remunerate con dei ritorni che sono garantiti sul loro capitale investito. Guarderei poi con attenzione anche
Telecom, per la tematica legata all'evoluzione degli investimenti in merito alla nuova rete 5g.
In particolare, quali sono le evoluzioni in corso nel settore del risparmio gestito?
All'interno delle infrastrutture, i rendimenti più interessanti si trovano nel
mercato azionario. Ad esempio, se consideriamo la Snam, un suo bond corporate con una duration di circa 7 anni e un rendimento che sfiora l'1% si paragona con un rendimento legato al dividendo (il cosiddetto "dividend yield") che si avvicina al 5%. Dobbiamo poi considerare che l'azione è anche caratterizzata da una crescita attesa del capitale che, per queste società, risulta essere molto stabile, lineare e prevedibile, e che si attesta tra il 5-10%. Quindi, mentre l'azione - sommando le due componenti - può dare un rendimento atteso tra il 10-15%, l'obbligazione ci da un rendimento dell'1%.