Per rendere le Pmi appetibili per gli investitori, bisogna far crescere la Borsa

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Il mondo dei fondi alternativi italiani è ancora poco sviluppato, mentre quelli stranieri fanno fatica a specializzarsi sull’investimento sulle piccole aziende. Esiste una via d’uscita? Secondo Carlo Pelanda, professore dell’Università Guglielmo Marconi di Roma, bisognerebbe puntare sulla crescita della Borsa.

Economia italiana, una via senza uscita?

“L’economia non va bene, ma meglio di quello che si può immaginare dalle cronache e dai dati. È molto più forte di quello che appare. Il settore manifatturiero sta vivendo una trasformazione molto forte e c’è molto timore da parte degli osservatori che possa essere superato a causa dell’arretratezza tecnologica e del sistema: regole giuridiche ottocentesche, mancanza di infrastrutture, tra le altre cose. Eppure, senza aiuto pubblico, il sistema privato si sta adattando al cambio tecnologico molto più rapidamente di quello che si poteva immaginare”.

Puntare sull’economia reale è la risposta ai problemi di crescita dell’Italia?

“Quando parliamo con investitori esteri, anche loro riconoscono che la piccola impresa italiana, sui 30-50 milioni di ricavi, è un salvadanaio magico. Non c’è niente al mondo come la piccola impresa italiana che riesce a crescere rapidamente una volta messa in ordine con un po’ di capitale, che non ricevono dalle banche ma dai fondi. Basta mettere un direttore finanziario e un direttore commerciale che ne capiscano qualcosa, e poi partono nel mondo”.

Come tutelare però gli investitori cui vengono proposti prodotti di investimento alternativi?

“C’è un problema di piccola dimensione dei fondi alternativi che hanno un track record, che possono dimostrare che negli ultimi 20 anni hanno sempre dato rendimenti a due cifre e non hanno mai avuto grossi incidenti. Quindi, a fronte delle opportunità di investimento esistenti, il mondo dei fondi alternativi è ancora poco sviluppato in Italia. Ce ne saranno tre o quattro grossi, una ventina più piccolini. Quelli stranieri, invece, sono molto grossi e fanno fatica a specializzarsi sull’investimento sulle piccole aziende. La qualità in Italia c’è. Il problema generale di tutto il sistema economico italiano è che non c’è un mercato dei capitali sufficientemente evoluto e con una grande scala. La principale soluzione è quella di far funzionare meglio la borsa italiana e, da lì, creare un circolo virtuoso di aumento delle operazioni nel mercato dei capitali”.

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