Mifid2, l’impatto sugli asset manger internazionali

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In che modo Mifid2 impatta sui costi dell’asset management? La polarizzazione dell’industria secondo Roberto Citarella, managing director di HSBC Global Asset Management

In che modo Mifid2 impatta sui costi dell’asset management?

La Mifid2 sicuramente impatta sulla profittabilità dei prodotti. Di conseguenza, obbliga gli attori a diminuire i costi dei prodotti a beneficio del valore aggiunto del cliente finale, dandogli una maggiore performance. Questo chiaramente impatta il discorso dell’asset management in primis e il mercato italiano, che è un mercato fortemente concorrenziale nel quale la competizione è molto elevata, un mercato estremamente price sensitive. C’è una diminuzione ulteriore di un prezzo già concorrenziale nel mercato italiano. Questo però porterà un beneficio al cliente finale. L’esplosione dei prodotti passivi, Etf, è un fenomeno che sottolinea questo shift tra prodotti cari e prodotti cheap. E questo rimane uno dei principali motivi di preoccupazione della Mifid2 nel settore dell’asset management.

Nel caso di una realtà internazionale come Hsbc l’impatto è mitigato?

Indubbiamente sì, perché il mercato è molto concorrenziale. Avendo le stesse opportunità di sviluppare gli stessi prodotti e lo stesso business in altri mercati in cui si è più focalizzati al prezzo e meno alla qualità, ecco che questa riduzione dei costi che comunque è a livello mondiale viene mitigata da altri mercati in cui c’è minor sensibilità al prezzo ma più alla qualità. Di conseguenza, essere un player internazionale permette di avere tante qualità e strategie differenti da mettere in atto e di non essere solo focalizzati sul prezzo che è invece prerogativa del mercato italiano.

Per il futuro dobbiamo aspettarci una polarizzazione dell’industria in grandi gruppi vs piccole boutique?

Pur essendo Hsbc un big player non credo che essere boutique sia una cosa negativa. A volte piccolo è anche bello. Soprattutto nelle divisioni di asset management direi che si può essere un’ottima boutique. Quindi direi che la polarizzazione esiste, perché da una parte bisogna essere dei global player, come noi, però anche essere boutique ha il suo valore aggiunto che rimarrà sempre più focalizzato e di valore a tendere nel futuro. La polarizzazione è un trend, anche se in questo mercato ci saranno tante operazioni di acquisizioni e fusioni come già ci sono state in passato, ma chi riesce nell’ambito delle boutique a rimanere competitivo e profittevole sarà un plus. Non dimentichiamo che la boutique non dovrà essere colei che offre prodotti e competenze a 360 gradi ma dovrà essere estremamente specializzata in pochissime asset class. Dall’altra parte essere un global player permette di dare copertura a 360 gradi.

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