Nel primo trimestre 2020 si è registrato un numero minore di chiusura di raccolte di fondi di private equity rispetto al 2019. Ma il capitale è in aumento
Ad aprile 2020 sono 457 i fondi di debito privato registrati sul mercato, alla ricerca di 201 miliardi in totale – il dato più alto mai registrato
Nel primo trimestre 2020 la raccolta di fondi immobiliari privati è diminuita
Nel primo trimestre del 2020 cala l’interesse degli investitori per i fondi di alternative investment che, spaventati dall’emergenza (sanitaria ed economica), si allontano dai mercati. Il 55% dei gestoridi fondi intervistati da Preqin ad aprile sostiene infatti che il suo processo di raccolta sia rallentato a causa dell’impatto del covid-19.
“Più a lungo durano i blocchi richiesti dal governo, più è probabile che la raccolta dei fondi continui ad essere influenzata”, si legge nel report. Nel sondare gli umori degli investitori riguardo agli investimenti alternativi, Preqin ha chiesto loro se le restrizioni ai viaggi e il distanziamento sociale incideranno sulla loro capacità di effettuare nuovi investimenti nel 2020. “L’80% ha affermato che gli incontri vis-à-vis contano: il 35% li ha definiti essenziali per prendere decisioni, mentre il 47% li ritiene abbastanza importanti. Ma poiché il mercato si adatta a un mondo in cui tutti gli incontri sono virtuali, l’impatto delle restrizioni sui viaggi e del distanziamento sociale sulla raccolta fondi potrebbe iniziare a diminuire”.
Private Equity
Si è registrato un numero minore di chiusura di raccolte di fondi di private equity nel primo trimestre 2020 rispetto al 2019 (-27%) ma con capitale in aumento: 267 fondi e 133 miliardi di dollari raccolti nel trimestre appena concluso; 366 fondi per 119 miliardi nei primi tre mesi del 2019. A livello globale nel primo trimestre 2020 il numero di operazioni di venture capital è diminuito del 23% rispetto al primo trimestre del 2019, scendendo a 2.851: questo, secondo l’analisi Preqin, proprio a caso del distanziamento sociale che ha sfavorito gli accordi.
Nei buyout, il numero di operazioni nei primi tre mesi dell’anno è diminuito del 12% rispetto al primo trimestre 2019 . “Una questione chiave per i gestori di fondi – si legge nel report -, è come valutare le società e i loro potenziali obiettivi ma in un momento come questo, in cui molte aziende vedono un calo delle entrate a causa del globale pausa economica, è difficile valutare l’approvvigionamento del capitale di debito”.
Private Equity domani
Il capitale fermo del private equity ammonta circa a 1,48 miliardi, ma data la difficoltà di valutare le imprese nell’emergenza coronavirus, i round di finanziamento del capitale di rischio sono di dimensioni inferiori e richiedono più tempo per il completamento. Preqin prevede aumenti inferiori delle valutazioni tra i round di finanziamento. L’appetito degli investitori per le Ipo durante le recessioni è limitato, quindi le società di capitali di rischio che desiderano monetizzare i loro investimenti in società di livello superiore saranno costrette a prendere in considerazione vie di uscita alternative.
È probabile che la recessione globale peserà sugli affari a breve termine, in particolare in settori come la vendita al dettaglio, il tempo libero e l’ospitalità – che sono stati colpiti in modo particolarmente duro dal blocco globale. Dove è probabile che vedremo più attività commerciale? Secondo il report le opportunità nei prossimi mesi saranno da ricercare nei settori non ciclici come l’assistenza sanitaria. Oltre un terzo (36%) degli investitori intervistati ha dichiarato di avere in programma un investimento nel private equity healthcare in seguito alla pandemia covid-19.
È probabile che il settore tecnologico trarrà beneficio dall’emergenza, poiché la trasformazione digitale sta diventando ancora più importante per il business. In una situazione di blocco in cui il telelavoro è un requisito piuttosto che un’opzione, è probabile che la domanda di tecnologie digitali come i servizi di cloud computing e la sicurezza informatica aumenti.
Private debt
Qui la raccolta fondi è crollata nel primo trimestre del 2020. E’ stata conclusa la raccolta di soli 25 fondi per un totale di 14 miliardi di dollari di capitale, in calo del 41% rispetto al primo trimestre del 2019, quando 38 fondi avevano raccolto 24 miliardi. Il totale dei primi tre mesi del 2020 è anche il dato più basso dal 2016. In termini di strategia, i prestiti diretti hanno continuato a dominare il mercato con otto fondi chiusi e 9,4 miliardi raccolti.
Private debt domani
Ad aprile 2020 sono 457 i fondi di debito privato sul mercato, alla ricerca di 201 miliardi in totale, il dato più alto mai registrato. Secondo Preqin gli accordi riprendano man mano che gli operatori di mercato si sentiranno a proprio agio con le valutazioni. “L’industria del debito privato come la conosciamo oggi è decollata a seguito della crisi finanziaria del 2008-2009”, si legge nel report. “Una domanda chiave per gli investitori è come andrà a finire l’industria nel corso del suo primo test importante: una recessione globale innescata da covid-19”.
Secondo l’S&P Global Ratings, l’impennata dei default è probabilmente il risultato della pandemia. Secondo l’agenzia di rating infatti il tasso di insolvenza delle società non finanziarie statunitensi potrebbe salire al di sopra del 10% entro i prossimi 12 mesi, in aumento dal 3,2% a febbraio 2020. Un’impennata delle inadempienze creerebbe opportunità per i fondi di debito in difficoltà. Nel sondaggio Preqin oltre un terzo (35%) degli investitori ha dichiarato di aspettarsi di trovare opportunità di debito in nel 2020 a seguito dell’emergenza coronavirus: “Prevediamo che i gestori di fondi specializzati in questa strategia saranno a caccia di nuovi capitali”, si legge nel report.
Real estate
Nel primo trimestre 2020 la raccolta di fondi immobiliari privati è diminuita. I gestori hanno infatti raccolto 18 miliardi, in calo rispetto ai 51 miliardi di marzo 2019. In termini di strategia, i fondi immobiliari di tipo opportunistico – che offrono una ricompensa più elevata a fronte di un più elevato rischio – hanno raccolto masse inferiori in maniera significativa rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (0,9 miliardi vs 22 miliardi del 2019). L’attività è diminuita in generale in tutti i settori e le regioni dell’immobiliare nel primo trimestre 2020. In totale, 1.797 operazioni di private equity real estate sono state completate a livello globale, per un valore complessivo di 73 miliardi di dollari (2.417 e 101 miliardi nel primo trimestre del 2019). Il settore immobiliare al dettaglio ha registrato 276 operazioni concluse nel primo trimestre 2020, in leggero calo rispetto a 299 operazioni dello stesso periodo del 2019: il dato riflette la difficile situazione in cui vertono i negozi al dettaglio – mentre le vendite online continuano a crescere.
Real estate domani
Per i gestori immobiliari, un rischio chiave è la perdita del reddito da locazione, poiché le aziende che si trovano ad affrontare flussi di cassa ridotti potrebbero non essere più in grado di permettersi l’affitto. Questo è il pericolo che attualmente molti locatari al dettaglio si trovano ad affrontare, tanto più quanto più a lungo continua il blocco. In effetti, poco più di un terzo degli investitori intervistati (34%) ha dichiarato di pianificare per evitare immobili orientati al dettaglio nel 2020. Preqin prevede una ridotta attività commerciale su questo frangente.
Un settore che riteniamo possa guidare l’attività commerciale è la logistica. “La domanda di risorse in questo settore è cresciuta vertiginosamente – riporta ancora il report -, trainata da tendenze come l’aumento dell’e-commerce. Indipendentemente dal fatto che operino nel mercato pubblico o privato, i professionisti del settore immobiliare commerciale studieranno piani di aiuto economico per comprendere il potenziale impatto sul settore.