Dietro alle accuse incrociate fra Russia e Ue c’è lo sblocco del gasdotto Nord Stream 2, ma anche una sua entrata in funzione sarebbe determinante sulle forniture di questo inverno
Il ruolo della Russia nella crisi energetica rimane al centro di dispute politiche, perché il Paese finora non avrebbe fatto quanto possibile per stabilizzare i prezzi. Questo nella speranza di ottenere una rapida approvazione al controverso gasdotto Nord Stream 2, completato a settembre. In particolare, ha affermato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, Gazprom non è intervenuta per soddisfare la domanda nel mercato spot aumentando la produzione, come invece sta facendo la Norvegia.
Putin ha dichiarato nel suo intervento che le forniture di Gazprom stanno già eccedendo dell’8% quanto previsto nei contratti e ha accusato l’Europa di essersi penalizzata da sola puntando sulle energie rinnovabili e sui contratti per il gas a breve termine. Le compagnie energetiche europee, compresa l’Eni, hanno confermato che le forniture provenienti dalla Russia hanno finora rispettato i patti.
“I commenti di Putin sono stati ricchi di retorica, ma molto scarsi di dettagli sul quanto e il quando” le forniture di gas aumenteranno, ha commentato Jeffrey Halley, analista di mercato senior di Oanda, “il messaggio è abbastanza chiaro però, si può avere tutto il gas che si vuole in futuro, basta firmare qui”.
Gas russo in aumento, l’impatto sui mercati
L’entrata in gioco della Russia potrà cambiare le sorti del mercato del gas per l’inverno? Secondo quanto comunicava Gazprom lo scorso agosto, Nord Stream 2 potrebbe fornire entro l’anno un totale di 5,6 miliardi di metri cubi di gas e 55 miliardi annui una volta a pieno regime. Per fare un paragone, nei primi nove mesi le esportazioni totali di Gazprom nell’area esterna all’ex Urss (Asia inclusa) hanno raggiunto i 145,8 miliardi di metri cubi. Solo nel 2018 le esportazioni della compagnia russa erano state più consistenti, nello stesso periodo dell’anno. Rimane, dunque, il dubbio che Gazprom potrebbe non essere nelle condizioni di riequilibrare il mercato, anche se ne avesse la piena volontà. Per il direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), Fatih Birorl, Gazprom avrebbe, comunque, il potenziale per aumentare le esportazioni in Europa di circa il 15%, ha dichiarato al Financial Times citando analisi interne della Iea.
“Nella call del secondo trimestre, la direzione di Gazprom ha dichiarato che l’apertura del Nord Stream 2 questo autunno non avrebbe, in realtà, fatto molta differenza nei volumi di esportazione, il che implica il reindirizzamento dei flussi di gas esistenti”, ha detto a Reuters Ronald Smith, analista senior di BCS Global Markets, secondo il quale, però, anche “una modesta aggiunta all’offerta potrebbe avere un impatto sproporzionato sui prezzi del gas” e contribuire al loro abbassamento.
“L’offerta di sostegno del presidente russo Putin è più che ben accetta, considerando che la Russia è il maggiore fornitore di gas all’Europa; tuttavia, non è chiaro quanto Mosca possa aumentare la fornitura, date le sue priorità di rifornire il suo mercato interno e costruire le scorte in vista dell’inverno”, ha commentato a We Wealth il Global markets strategist di eToro, Ben Laidler. In seguito a questo annuncio, ha aggiunto l’analista, “i prezzi europei del gas probabilmente si abbasseranno dai recenti massimi storici, aiutati da alcune maggiori forniture dalla Russia e dall’esportatore numero due, la Norvegia, ma sono destinati a rimanere ben al di sopra di ciò a cui le aziende e i consumatori europei sono stati abituati”.
Al 5 ottobre le scorte di gas europee sono più basse del 15,2% rispetto alla media dei precedenti cinque anni, in Italia il deficit è del 9%, in Germania del 25% e in Austria del 36%. Secondo Laidler, i prezzi del gas rimarranno “un vento contrario per l’economia europea in ripresa e si aggiungeranno alle pressioni inflazionistiche”.