In vista delle elezioni del 25 settembre, i più partiti più loquaci sulle materie che impattano i patrimoni sono (come d’abitudine) quelli conservatori
In generale, le formazioni che mettono maggiormente l’accento sul sostegno dei salari, sulle politiche sociali e sulla detassazione del lavoro, come M5s e Pd, “dicono meno” su come interverranno su rendite e patrimoni
Le elezioni del 25 settembre si avvicinano e i programmi elettorali delle maggiori forze politiche sono ormai pronti da esaminare in vista del voto We Wealth ha cercato nei programmi dei maggiori partiti (in ordine di consenso pre-elettorale: Fdi, Pd, Lega, M5s, Forza Italia, Iv-Azione) tutti i riferimenti che riguardano più da vicino il mondo del risparmio, del patrimonio e dell’investimento. Si tratta, insomma di una panoramica necessariamente parziale, da inserire nel più ampio contesto della politica economica proposta dai partiti. In generale, le formazioni che mettono maggiormente l’accento sul sostegno dei salari, sulle politiche sociali e sulla detassazione del lavoro, come M5s e Pd, “dicono meno” su come interverranno su rendite e patrimoni.
Ecco la nostra analisi, tema per tema.
Tassa patrimoniale
Fra i maggiori partiti nessuno promette d’introdurla. L’unica formazione a fare un diretto riferimento è quella di centrodestra nel suo “Accordo quadro”, una sorta di essenziale programma condiviso che vincola Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia: “No a patrimoniali dichiarate o mascherate” è la laconica dicitura. La parola “patrimoniale” non compare né sui programmi di Pd, Iv-Azione o M5s.
Il Pd, invece, “prevede una modifica [aumento] dell’aliquota dell’imposta sulle successioni e donazioni superiori ai 5 milioni di euro (pari allo 0,2% del totale delle eredità e donazioni in Italia)” per finanziare “una dotazione di 10.000 euro, erogata al compimento dei 18 anni sulla base dell’ISEE familiare, per coprire le spese relative alla casa, all’istruzione e all’avvio di un’attività lavorativa”.
Tassazione sugli investimenti
Nel programma della Lega viene promessa l’abolizione della Tobin Tax, la tassa che dal 2013 colpisce le transazioni di azioni (o derivati che hanno azioni come sottostante) di società residenti in Italia. Secondo la Lega lo scarso e decrescente gettito (da 432 a 196 milioni fra 2017 e 2020) della tassa non giustifica la sua presenza che contribuirebbe a ridurre il volumi scambiati a Piazza Affari. La Lega propone, inoltre, “la soppressione dell’imposta di bollo sugli estratti conto dei rapporti regolati in conto corrente o conto corrente postale e sui rendiconti dei libretti di risparmio, anche postali, nonché sulla fatturazione elettronica”.
Il terzo polo (Iv-Azione) propugna, invece, una “riduzione della tassazione del risparmio in senso favorevole al contribuente” tramite l’unificazione dei “redditi da capitale e redditi diversi di natura finanziaria”. Un cambiamento che renderebbe più semplice la compensazione di minus e plusvalenze di investimenti che oggi appartengono a categorie diverse agli occhi del fisco. Sempre il terzo polo offre maggiori dettagli sulla volontà di rafforzare la previdenza complementare (comune anche al Pd), promettendo un programma di incentivazione all’attivazione di piani di previdenza complementare per gli under 35 “attraverso strategie di matching da parte del pubblico”.
Capitolo Pir
La Lega dedica un paragrafo del suo programma anche ai Piani individuali di risparmio (Pir), puntando a “rafforzare gli incentivi di carattere fiscale per coloro che decidano di investire i propri risparmi sull’economia reale italiana tramite specifici prodotti finanziari”.
Incentivi che dovrebbero riguardare gli investimenti “anche tramite piattaforme di crowdfunding, MTF o direttamente nel capitale delle imprese”. Subito dopo si aggiunge: “Oltre all’incentivazione, istituire programmi di educazione finanziaria al fine di creare la cultura adatta a un utilizzo responsabile ed etico del proprio risparmio”.
Lotta all’evasione fiscale
Tutti i maggiori partiti dichiarano di voler ridurre l’evasione fiscale, ma i toni e le modalità cambiano in modo significativo.
Per il M5s lo strumento per raggiungere questo obiettivo è il “cashback fiscale”, ossia, “un meccanismo che permetta l’immediato accredito su conto corrente delle spese detraibili sostenute con strumenti elettronici”.
Per FdI la promessa è la seguente: “Lotta all’evasione fiscale a partire da evasori totali, grandi imprese, banche e grandi frodi sull’Iva. Valutazione dei risultati e delle premialità sulla base degli importi effettivamente incassati e non delle semplici contestazioni”. Nel programma comune del centrodestra viene promessa una “pace fiscale” per “la risoluzione del pregresso”.
Focus sulla tecnologia, invece, per Iv-Azione, che promette di abbassare il tax gap (cioé l’ammanco rispetto al gettito atteso) tramite nuovi investimenti in digitalizzazione, rivendicando i successi della fatturazione elettronica.
Più audace il rilievo sul tema dato dal Partito democratico, per il quale “ridurre drasticamente l’evasione fiscale è un obiettivo chiave del programma”. Per farlo i dem promettono di “estendere la tracciabilità dei pagamenti, incrociare le banche dati, potenziare le Agenzie fiscali, premiare maggiormente i contribuenti leali, riformare la riscossione”.
Capitolo a parte del tema evasione è costituito dalle posizioni del centrodestra su un nuovo innalzamento al tetto dei pagamenti in contanti. La Lega, in particolare, promette un ritorno a quota 10mila euro, in aumento da quella attuale di 1.000 euro (l’ultimo governo di centrodestra abbassò il limite a 2.500 euro nel 2011).
Tassazione sugli immobili
Su questo argomento, sul quale Ue, Ocse e numerose istituzioni internazionali pungolano da tempo l’Italia, si trova poco nei programmi dei partiti. La Lega si limita a dire che ritiene una “priorità avviare una revisione della tassa sulla proprietà degli immobili al fine di abbassarne progressivamente il carico”. E’ un passaggio assente dal programma comune del centrodestra, però.
Nel programma di FdI, invece, viene promessa la “cedolare secca al 21% anche per l’affitto degli immobili commerciali in zone svantaggiate e degradate”.
Il M5s, tralasciando il capitolo sulle tasse legate alla proprietà rilancia il Superbonus con la “stabilizzazione delle agevolazioni edilizie per permettere la pianificazione degli investimenti sugli immobili e continuare a migliorare i livelli di risparmio energetico e di conseguenza risparmiare sulle bollette”.
Il Pd affronta il tema casa in tutt’altro modo, promettendo “il diritto all’abitare con 500.000 alloggi popolari in 10 anni e piano per affitti accessibili agli under 35”.
Una curiosità per concludere: la Lega risulta l’unico partito ad aver dedicato un paragrafo del suo programma a “Criptovalute, Nft e Metaverso”. Viene promessa “una specifica definizione e classificazione delle criptovalute e dei token, al fine di svilupparne l’utilizzo e considerata l’esigenza di stabilire anche sul mercato italiano regole per le infrastrutture e gli attori di questo nuovo mondo della finanza digitale”. Si vuole poi superare l’attuale trattamento fiscale delle valute virtuali, aggiornando “la mera equiparazione delle criptovalute alle valute tradizionali, al fine di dare certezza a tutti gli operatori del settore”.