Nel Paese delle piccole e medie imprese – le pmi in Italia impiegano l’82% dei lavoratori e rappresentano il 92% delle aziende attive – le grandi imprese sono poche ma buone. Quali sono e quanto fatturano? È la domanda a cui ha risposto uno studio recentemente pubblicato dall’area studi di Mediobanca, che ha analizzato 3442 aziende, suddivise in base al settore in cui operano.
Industria e servizi: la top ten
La classifica dei fatturati 2021 dell’industria e dei servizi è dominata da tre gruppi energetico-petroliferi pubblici (gli unici con vendite superiori a 50 miliardi): Enel (€84,1mld), Eni (€76,6mld) e GSE (€54,4mld). Le posizioni successive si aprono ad altri settori, come il manifatturiero che si impone con FCA Italy in quarta posizione (€21,9mld) e i servizi guidati da Telecom in quinta (€15,1mld). Si conferma sesta la meccanica Leonardo (€14,1mld). Sale invece di due gradini Prysmian (gomma e cavi), settima con vendite pari a 12,7 miliardi di euro, che scalza Ferrovie dello Stato ottava (11,7€mld) e in regresso di un posto. Ne guadagnano ben sette le energetiche Edison e A2A, nona e decima con fatturati pari rispettivamente a 11,7€mld e 11,3€mld.
Sul fronte dei risultati netti, Eni è la regina degli utili, avendo chiuso il 2021 con 5,8 miliardi di euro, dopo la perdita di 8,6€mld del 2020. Seguono Enel con 3,2€mld (+22,2%) e Edizione che, con 1,6€mld, recupera la perdita del 2020 pari a 320 milioni di euro. Poste Italiane chiude a quota 1.578 milioni di euro (+30,7%). Al primo posto delle perdite si trova Telecom con 8,7€mld, ovvero il 57,2% del fatturato. Il risultato sconta gli effetti della svalutazione dell’avviamento domestico per 4,1 miliardi di euro e dello stralcio, pari a 3,8€mld, delle attività per imposte anticipate. Seguono Saipem con 2,5€mld (35,9% delle vendite) e FCA Italy con 1,5€mld (7% del fatturato).
La classifica delle banche
Nel 2021 la classifica delle prime 20 banche italiane (in base al totale attivo tangibile) non subisce notevoli variazioni, con Intesa Sanpaolo prima a 1.059,5€mld (+6,5% rispetto al dato 2020) davanti a UniCredit (914,5€mld, -1,6%) e CDP – Cassa Depositi e Prestiti (412,9€mld, +0,6%). Rispetto all’edizione precedente, fa il suo ingresso nella Top20 (per la prima volta), la Banca di Credito Cooperativo di Roma, ventesima con 15,1€mld di totale attivo tangibile (+5,1%), mentre ne esce il gruppo Creval, incorporato nel corso del 2021 da Credit Agricole Italia che occupa la settima posizione, dietro a Banco BPM, Banca Monte dei Paschi di Siena e BPER Banca. Le prime due banche hanno un attivo tangibile pari al 111% del PIL italiano. L’attivo tangibile degli Istituti italiani ammonta a 2.909€mld di euro in incremento del 6,3% sul 2020 (dati non consolidati). L’utile aggregato è stato pari a 19,7€mld (+23,6€mld sul 2020). Qui spicca il risultato delle Commerciali a 15,7€mld, influenzato dagli utili di UniCredit con 10,4€mld (di cui 7,3 per rivalutazioni di partecipazioni) e Intesa Sanpaolo con 2,9 miliardi di euro.