Da Amazon a Twitter: numeri utili. Come investire nel tech

Azioni del comparto tecnologico Usa ancora al centro dell’attenzione, dopo risultati trimestrali complessivamente soddisfacenti e qualche dubbio sollevato su guidance e valutazioni. Come investire nel comparto tech?

Nuova emissione di certificati Airbag Cash Collect Worst Of di UniCredit, con premi trimestrali con effetto memoria, aventi per sottostante alcune delle più note aziende del comparto tecnologico americano, di recente alle prese con i risultati dell’ultimo trimestre 2020. Prima di capire come investire, ripercorriamo velocemente quanto comunicato nell’ultima fase di earning season.

Amazon, record di vendite

Top performer dell’ultimo trimestre 2020, Amazon, sospinto dalla pandemia e dagli acquisti del periodo natalizio, ha riportato un netto aumento delle entrate rispetto al quarto trimestre 2019, passando da 87,4 a 125,5 miliardi di dollari. Balzo in avanti anche per gli utili netti, saliti da 3,2 a 7,2 miliardi di dollari. Un contributo importante alla trimestrale record è arrivato da Amazon Web Services (AWS) con entrate per 12,7 miliardi di dollari (+28% rispetto al quarto trimestre 2019) e utili netti per 3,6 miliardi, pari al 52% del totale. Ancora più schiacciante è stato l’incremento degli utili su base annuale, da 9,2 a 13,5 miliardi di dollari (+47%). Il 2020 è stato un anno di nuove sfide per il gruppo: tra le altre, l’avvio di Amazon Pharmacy, il lancio di nuove serie TV Amazon Original, investimenti in materia di energie rinnovabili e intelligenza artificiale e infine, il passaggio di consegne da Jeff Bezos a Andy Jessy.

Apple, miglior trimestre

Nell’ultimo quarto di 2021 la società di Cupertino guidata da Tim Cook ha registrato risultati trimestrali da record. Il fatturato, il maggiore di ogni tempo, si è attestato a 111,4 miliardi di dollari, in crescita del 21% anno su anno, oltre le previsioni degli analisti di 103,1 miliardi di dollari. Bene anche l’utile trimestrale per azione diluita, pari a 1,68 dollari, (+35%). A decretare il successo di Apple, le vendite internazionali, che hanno rappresentato il 64% dei ricavi nell’ultimo quarter di 2020 (solo in Cina, le entrate sono salite del 60%). Ammontano invece a 65,6 miliardi di dollari le entrate dalla vendita di iPhone 12 di nuova generazione (in aumento del 17%), contro i 59,8 miliardi attesi. Il cda ha infine annunciato un dividendo cash da 0,205 dollari per azione da pagare l’11 febbraio 2021 agli azionisti sulla chiusura delle attività dell’8 febbraio 2021. Tra le sfide future, le ancora basse prospettive di crescita dei prodotti ‘indossabili’ e l’elevata concorrenza del settore. Incerta la guidance.

Microsoft, vince il cloud

Una chiusura di 2020 positiva anche per Microsoft, che batte le attese sovraperformando grazie al business dei dati. I servizi di cloud computing hanno fatto impennare i ricavi dell’ultimo periodo del 2020, la cui domanda per lavoro, gioco e socializzazione è cresciuta progressivamente con l’avvento di Covid-19. Il fatturato di Azure è salito del 50%, molto meglio del +42% atteso dal consensus. I ricavi del gruppo hanno registrato una crescita del 17%, pari al record storico di 43,08 miliardi di dollari dai 36,91 miliardi dell’anno precedente e oltre le attese degli analisti (40,18 miliardi). Positivi sia l’utile operativo (in crescita del 29% a 17,9 miliardi di dollari), che l’utile netto (aumentato del 33% a 15,5 miliardi di dollari), che l’utile per azione (a 2,03 dollari, in crescita del 34%). Ad incidere in modo significativo sul fatturato, le console Xbox Series X e Xbox Series S, che hanno portato la divisione harware ad un +86%.

Netflix, boom di users

Anche Netflix ha approfittato della pandemia, registrando un costante trend di crescita sia in termini di risultati societari, sia di utenti collegati. Nell’ultimo trimestre 2020 la piattaforma di streaming video ha sfondato il muro dei 200 milioni di utenti a livello globale, con ricavi a 6,64 miliardi di dollari superiori seppur di poco alle attese (6,63 miliardi). Leggermente calante, invece, l’utile a 1,19 dollari per azione, contro una attesa di 1,38 dollari. La società ha smesso di indebitarsi per creare contenuti e, con +37 milioni di abbonati (di cui 25,9 milioni nel primo semestre e 8,5 milioni di unità nell’ultimo trimestre) e un’ottimizzazione dei costi di produzione, ha annunciato di aspettarsi un flusso di cassa positivo dopo il 2021. Intanto la capitalizzazione di Netflix ha raggiunto i 240 miliardi di dollari, contro gli 11,5 miliardi del gennaio 2011. Ciò che ci si chiede ora è come l’attività di streaming video, diventata una sorta di utility per una buona fetta di popolazione, riuscirà a superare le sfide del futuro, andando ad ampliare e migliorare il proprio business e competendo con altri player di settore, quali Disney, WarnerMedia e Discovery.

Snapchat, utenti iperattivi

Snapchat ha comunicato per il quarto trimestre 2020 una crescita del 22% annuo degli utenti attivi giornalieri, arrivando a 265 milioni, contro i 258 milioni del consensus. Un trend positivo registrato però anche da competitors di maggiori dimensioni, quali Facebook, che ha chiuso l’ultimo quarter dell’anno con un picco massimo di 3,3 miliardi di utenti e ricavi in crescita del 52%, a 11,2 miliardi (seppur preoccupi l’elevata concorrenza del mercato e le nuove disposizioni sulla responsabilità dei contenuti). Sul medesimo periodo, l’azienda di messaggistica Snap ha registrato un rimbalzo dei ricavi del 62% annuo a 911 milioni, contro gli 852 milioni attesi. Nonostante gli alti e bassi, Santa Monica continua ad essere apprezzata dal mercato, con un nutrito gruppo di analisti che ha alzato il target price sul titolo.

Spotify, nuovi business?

Crescita del fatturato del 9,8%, pari a 1,91 miliardi di sterline che non hanno però compensato un quarto trimestre nuovamente in perdita netta (per complessivi 110,21 milioni): così Spotify chiude in rosso il 2020. Nello stesso trimestre 2019 la perdita registrata era stata inferiore, pari a 89,05 milioni. La società dello streaming musicale con sede a Stoccolma archivia un anno a più velocità, con una crescita annualizzata degli utenti attivi mensili del 27% (345 milioni di persone) superiori alle aspettative. Negativa invece la valutazione del free cash flow, in calo del 56% rispetto all’anno precedente, ma superiore alle ridotte attese degli analisti a 41 milioni. Anche la stima del primo trimestre fiscale non esalta i mercati: Spotify prevede una discesa dei ricavi tra 1,75 e 1,93 miliardi di sterline. In un annuncio lo scorso dicembre, l’azienda ha però dichiarato implementazioni del proprio business, aggiungendo, tra gli altri, servizi crypto.

Tesla, focus crediti green

È stato il suo anno, più che per il business in sé per la figura del suo fondatore: Elon Musk. Nell’ultimo trimestre 2020 le vendite della casa automobilistica Tesla hanno generato introiti per 10,7 miliardi di dollari. Una fonte importante dei ricavi si è legata alla cessione di crediti normativi ad altre aziende automobilistiche, titoli che certificano la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e che hanno fruttato alla società californiana 401 milioni di dollari (specie da produttori europei, con necessità di allinearsi alle regole comunitarie sulle emissioni). Nel 2021 il produttore di Palo Alto mira ad immatricolare il 50% di auto in più, dopo aver sfiorato il target previsto di 500 mila veicoli elettrici venduti. In termini di quotazioni, Tesla ha registrato performance da capogiro: l’azienda vanta oggi una capitalizzazione di mercato superiore di circa 7 volte quella di Ford e General Motors messe assieme, con multipli esorbitanti (oltre 1.380 volte gli utili).

Twitter, trionfa l’adv

Secondo trimestre sopra le aspettative anche per Twitter, che ha mostrato ricavi nell’ultimo quarter del 2020 da 1,29 miliardi di dollari (contro attese a $1,19) in crescita del 28% su base annua e ricavi per azione (Eps) a 38 centesimi (contro i 31 attesi). Positiva e tendenzialmente in linea con le previsioni la voce degli utenti attivi giornalieri monetizzabili (mDAUs), pari a 192 milioni, più 5 milioni di unità rispetto al quarto precedente (+27%). Rispetto al 2019, la base utenze è salita del 26,3%. I ricavi dall’advertisement sono invece saliti del 31% su base annua, a $1,15 miliardi. Guardando al futuro, Twitter ha comunicato per il 2021 aspettative di crescita dei ricavi più veloce delle spese, che in generale dovrebbero salire di oltre il 25%.

Investire nel tech

Tra le soluzioni proposte da UniCredit per l’investimento nel settore tecnologico americano, i Certificate Airbag Cash Collect Worst Of rappresentano una valida alternativa. Parliamo di prodotti aventi per sottostante panieri composti da Amazon, Twitter, Spotify (ISIN DE000HV4K073) o Apple, Microsoft, Snapchat (DE000HV4K099), entrambi con barriera al 70% e premio trimestrale condizionato rispettivamente del 4,15% e 3,50%. O ancora Amazon, Tesla, Netflix (DE000HV4K0A9) con barriera al 60% e premio trimestrale del 4,50%.

Airbag cash Collect Worst of

I Certificate Airbag Cash Collect Worst Of permettono di ricevere premi trimestrali se, nelle date di osservazione, l’azione sottostante facente parte del paniere con la performance peggiore (caratteristica Worst Of) ha un valore pari o superiore al livello barriera (posta tra il 60 e il 70%). A partire dal sesto mese (2° data di osservazione trimestrale) i Certificate Airbag Cash Collect Worst Of possono essere rimborsati anticipatamente se, nelle date di osservazione trimestrali, il valore dell’azione sottostante facente parte del paniere e con la performance peggiore è pari o superiore al valore iniziale. Qualora invece il Certificate giunga a scadenza, sono possibili due scenari: se il valore dell’azione sottostante, facente parte del paniere e con la performance peggiore, è pari o superiore al livello barriera, lo strumento rimborsa l’importo nominale oltre al premio; se il valore dell’azione sottostante è invece inferiore al livello barriera, viene corrisposto un valore inferiore all’importo nominale. In questo ultimo caso, grazie all’effetto Airbag, il valore di rimborso non segue linearmente la performance del sottostante peggiore ma è superiore alla stessa.

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