ABS: l’alternativa al corporate bond, come funziona

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I titoli garantiti da attività possono rappresentare un’alternativa alle obbligazioni societarie in ottica di diversificazione del portafoglio. NN Investment Partners spiega perché, tra pro e contro di questi strumenti

Spesso snobbati, perché ritenuti troppo complessi, gli Asset Backed Security, meglio noti con la sigla ABS, potrebbero invece rappresentare un’opzione interessante in ottica di diversificazione del portafoglio. Ne sono convinti a NN Investment Partners, osservando più da vicino questo strumento finanziario nel contesto attuale.

Cos’è un ABS

Innanzitutto, è bene capire di cosa si tratta. Un ABS è un titolo garantito da diversi crediti reali, in altre parole una particolare tipologia di obbligazione emessa dalle banche a fronte di operazioni di cartolarizzazione, garantita dagli attivi sottostanti. Come un’obbligazione, anche un Asset Backed Security paga al possessore una serie di cedole a scadenza prefissate sulla base di interessi fissi o variabili. “Si tratta di un investimento in un pool di prestiti – spiegano Robert Berkhout, strategic advisor e Hon-Cheung Man, portfolio manager ABS team di NNIP – In generale i titoli garantiti sono collateralizzati da mutui, carte di credito, prestiti per auto o prestiti societari”.

Gli aspetti positivi da sfruttare

Proprio per questa sua natura, un ABS può essere considerato, non solo uno strumento per finanziare l’economia reale, ma anche un prodotto interessante da aggiungere al portafoglio in alternativa alle obbligazioni corporate. Infatti, la tipologia di prestiti sottostanti è solitamente a breve termine e affidabile e per questo aumenta il livello di liquidità e di stabilità del portafoglio. Non solo. A differenza di una obbligazione, un ABS è meno sensibile al rialzo dei tassi da parte delle banche centrali rispetto ai bond che mostrano una performance negativa. “I titoli garantiti, infatti – spiega Man – sono meno sensibili all’aumento dei tassi d’interesse, dal momento che il pagamento degli interessi è legato, in questo caso, unicamente a tassi nel breve periodo”.

Gli aspetti critici ancora da superare

Questo strumento deve però fare i conti con alcuni aspetti critici, che finora ne hanno limitato l’utilizzo: la reputazione e la complessità. Gli ABS sono, come spiegato in precedenza, in gran parte garantiti sui mutui che a seguito della crisi dei subprime del 2008 destano ancora timore tra gli investitori. Questo aspetto può essere ridimensionato oggi, considerando il fatto che nel frattempo sono state implementate “nuove regolamentazioni molto più rigide”, scaturite proprio con lo scopo di evitare che una situazione simile possa ripresentarsi in futuro. Oltre alla legislazione, anche le agenzie di rating sono diventate molto più rigorose nelle loro valutazioni e nei loro giudizi. Quindi, secondo Berkhout, “i potenziali investitori interessati agli ABS dovrebbero essere convinti della nuova stabilità raggiunta dal mercato, proprio a fronte di questi miglioramenti”.

Per quanto riguarda l’aspetto della complessità, rimane un fattore innegabile. Tuttavia, se prima della crisi del 2008 gli investitori tendevano ad acquistare prodotti con poca consapevolezza, ora la situazione è decisamente diversa. Ma anche in questo caso, ci sono stati miglioramenti significativi, sottolineano da NNIP, grazie alla moltitudine di dati che oggi è possibile analizzare. “Poiché non esiste un indice per l’universo degli ABS, ci sono molte variazioni nelle strategie”, aggiunge Man. La difficoltà quindi starebbe proprio qui: non esiste un benchmark unico o una strategia unica e quindi “è necessario sviluppare competenze specifiche” e approfondite per poter utilizzare gli ABS in modo corretto ed efficiente.

La sostenibilità degli ABS

Chiariti questi aspetti, non resta che valutare se gli ABS possano essere uno strumento valido anche in ottica di investimenti sostenibili. Sebbene manchino ancora degli standard definiti, integrare i fattori Esg agli ABS non sembra troppo complicato, secondo NNIP, visto che basta fare riferimento e analizzare i prestiti su cui si basa. Risulta comunque fondamentale, spiegano gli esperti, che siano gli stessi emittenti ad interessarsi e a selezionare i sottostanti integrando i criteri ambientali, sociali e di governance.

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