In base al report 2018 dell’High-level Advisory Group, sono necessari 11,2 mila miliardi di euro per attuare la politica energetica e realizzare gli obiettivi del Trattato di Parigi
Secondo Triodos, “le banche dovrebbero focalizzarsi sull’attività di finanziamento di progetti e asset e sulle infrastrutture, poiché sono questi i settori che più hanno bisogno di finanziamenti in termini di volume”
“Non possiamo permetterci di perdere tempo. Il riscaldamento climatico incide già sui sistemi umani e naturali di tutto il mondo: temperature sempre più estreme, innalzamento del livello dei mari, precipitazioni più intense e periodi di siccità più frequenti e gravi”, ha commentato Itske Lulof, direttrice energia e clima, Triodos Investment Management.
“Questi fenomeni hanno un forte impatto sulle società e le economie. Per contenere il riscaldamento globale a un massimo di 1,5°C, il mondo deve radicalmente ridurre le emissioni di CO2 a partire da adesso”, ha aggiunto Lulof.
Le banche devono svolgere un ruolo di primo piano perché hanno le capacità e l’obbligo di finanziare imprenditori e istituzioni impegnati nella lotta alle grandi sfide ecologiche e sociali. In base al report 2018 dell’High-level Advisory Group sulla finanza sostenibile, è necessario un investimento di 11,2 mila miliardi di euro per attuare la politica energetica e realizzare gli obiettivi che l’Europa si è impegnata a conseguire entro il 2030 con il Trattato di Parigi.
Le proposte di Triodos Bank
Triodos Bank propone una serie di azioni alle istituzioni finanziarie:
- Cambiare politica
I rischi e la gestione del cambiamento climatico devono diventare un tema attivo nei consigli di amministrazione. - Privilegiare il project financing
Le banche dovrebbero focalizzarsi sull’attività di finanziamento di progetti e asset e sulle infrastrutture, poiché sono questi i settori che più hanno bisogno di finanziamenti in termini di volume. - Rendere i progetti investibili
Ci sono alcuni presupposti, come la sperimentazione di nuovi business model, una normativa coerente senza colli di bottiglia in materia di transizione energetica e lo sviluppo di nuovi business model basati sul prezzo effettivo dei beni (compreso il costo derivante da una produzione e un consumo non sostenibili). - Sviluppare strumenti per la determinazione del prezzo effettivo
Per rispettare i limiti ecologici, devono essere sviluppati strumenti per calcolare il prezzo effettivo dei beni, includendo quindi anche il costo derivante da una produzione e un consumo non sostenibili. - Ricercare opportunità inesplorate
Il settore finanziario deve impegnarsi attivamente anche a rimuovere gli ostacoli alla realizzazione di progetti non convenzionali. Le banche e gli investitori devono esplorare nuovi business model e sviluppare nuovi strumenti finanziari. - Rispondere alle esigenze di investimento dei paesi emergenti
Nei paesi non Ocse saranno necessari investimenti anche maggiori, a causa della crescita demografica, lo sviluppo economico e il sottosviluppo energetico. Si presenta quindi anche un’opportunità di costruire un’infrastruttura basata sulle energie rinnovabili.
Il settore finanziario non è chiamato ad agire da solo. Le politiche governative solide sono un altro importantissimo motore della transizione energetica. “Chiediamo ai governi di sviluppare una politica ambiziosa e rigorosa volta alla graduale rinuncia dei combustibili fossili, aumentando il prezzo della CO2 e ponendo fine alle sovvenzioni (implicite) al settore del carbon fossile”, scrive Triodos Bank in una nota.
“Nel mondo si assiste a un’azione sempre più positiva di lotta contro il cambiamento climatico, dagli alunni delle scuole alle banche centrali, passando per i governi e le imprese. Molti hanno tratto spunto da questi sviluppi e condividono questo desiderio di cambiamento urgente. Ma nonostante le proteste popolari, le emissioni globali sono in continuo aumento. Insieme abbiamo l’obbligo di cambiare le cose. Invitiamo tutti i nostri partner ad agire. Non c’è più tempo da perdere”, conclude Itske Lulof.