L’88% degli statunitensi ritiene che le società che danno priorità alle iniziative esg offrano le migliori opportunità di rendimento nel lungo periodo
Il 96% e il 93% si attendono rispettivamente che le proprie società e quelle in cui investono incrementeranno la propria attenzione per le tematiche sostenibili
Il 92% concorda sul fatto che l’attenzione alle tematiche della diversità e dell’inclusione possa avere un impatto positivo sul prezzo delle azioni
Sebbene la pandemia globale abbia costretto alcune aziende a ridurre temporaneamente la propria attenzione sulle tematiche sostenibili, gli investitori istituzionali continuano a credere fortemente che una solida strategia esg possa avere un impatto positivo sul prezzo delle azioni e sulla resilienza. Secondo la quarta edizione annuale dell’Edelman trust barometer: institutional investors, l’indagine condotta in sei paesi su 600 investitori istituzionali con asset in gestione per oltre 20mila miliardi di dollari complessivi, l’88% degli statunitensi ritiene che le società che danno priorità alle iniziative esg offrano le migliori opportunità di rendimento nel lungo periodo e, sull’onda della crisi, le questioni “sociali” si preparano a saltare in cima alle loro priorità.
In particolare, a causa dell’impatto economico del covid-19, il 79% afferma che le proprie aziende stiano temporaneamente deprezzando gli esg come criterio di investimento e il 77% ritiene che le società in cui investono stiano facendo altrettanto. Eppure, il 92% degli intervistati dichiara che
le aziende con una forte performance esg meritino una valutazione premium sul prezzo delle loro azioni e il 96% e il 93% si attendono rispettivamente che le proprie società e quelle in cui investono incrementeranno la propria attenzione per le tematiche sostenibili.
In questo contesto, tra i tre elementi dell’acronimo esg (environment, social, governance), le questioni sociali balzano in cima alle priorità, crescendo di ben 15 punti percentuali rispetto allo scorso anno e passando dal terzo al primo posto. Si parla, nello specifico, della composizione della forza lavoro, della gestione del capitale umano, della cultura aziendale, ma anche della salute e della sicurezza dei dipendenti.
Il 92% degli intervistati statunitensi concorda “fortemente” (44%) o in “qualche modo” (48%) sul fatto che l’attenzione alle tematiche della
diversità e dell’inclusione (d&i) possa avere un impatto positivo sul prezzo delle azioni e il 63% ritiene che la divulgazione dei dati sulla d&i dei dipendenti influisca positivamente sulla fiducia delle aziende (in crescita di 11 punti percentuali rispetto allo scorso anno). Tutti fattori che hanno avuto un forte impatto sulle decisioni di investimento, al punto che
sette investitori su 10 applicano criteri di esclusione basati sulla d&i.
Inoltre, la maggioranza degli intervistati ritiene che le imprese debbano puntare su un cambiamento positivo nella società e, agli albori del primo anniversario della pandemia globale, il 76% ritiene che un elevato livello di fiducia sia di “fondamentale importanza” (33%) o “importante” (43%) affinché le aziende possano gestire efficacemente la crisi.
L’88% degli statunitensi ritiene che le società che danno priorità alle iniziative esg offrano le migliori opportunità di rendimento nel lungo periodoIl 96% e il 93% si attendono rispettivamente che le proprie società e quelle in cui investono incrementeranno la propria attenzione per le tematiche s…