Al 13° posto c’è l’Italia. Il nostro Paese ha la percentuale più alta di tutta la classifica (tolto il Portogallo), in tema di coerenza
L’82% degli intervistati ha dichiarato che non investirebbe se questo significasse negare le proprie convinzioni (solo il 18% lo farebbe)
La classifica
Ai vertici delle classifica troviamo gli Usa con una media di 483.000 ricerche online l’anno sul tema investimento Esg. Si potrebbe dunque pensare che gli investitori americani siano quelli più preoccupati in assoluto per il tema sostenibilità. Ma non è proprio così. Perché se si osserva il secondo dato si nota come solo il 67% di questi non investirebbe contro le proprie convinzione. E dunque il 33% metterebbe in atto azioni anche non sostenibili se queste portassero ad un ritorno maggiore su quanto investito.
Al secondo posto c’è il Giappone con una media di 159.000 ricerca online all’anno. E il 76% sostiene che non investirebbe contro le proprie convinzioni.
Al terzo posto troviamo il primo paese Ue, la Gran Bretagna, con 111.000 ricerche all’anno. E con il 78% che rifiuterebbe un investimento se non sostenibile.
Scorrendo la classifica si trovano al 9° e 10° posto la Francia e la Germania. Anche qui la percentuale di “rifiuto” se non in linea con le proprio convinzioni si attesta al 78%. A chiudere la classifica è un’europea, il Portogallo con 600 ricerche all’anno sul tema Esg. Attenzione però che l’82% degli investitori non andrebbe contro le proprie convinzioni in tema ambientale.
Italia
Al 13° posto c’è invece l’Italia. Il nostro Paese ha la percentuale più alte di tutta la classifica (tolto il Portogallo), in tema di coerenza. E infatti l’82% degli intervistati ha dichiarato che non investirebbe se questo significasse negare le proprie convinzioni (solo il 18% lo farebbe). Nonostante le ricerche all’anno siano inferiori a quelle fatte negli Usa o negli altri paesi Ue, gli investitori italiani sono molto più attenti alla sostenibilità rispetto agli altri. SaveOnEnergy ha intervistato 734 investitori italiani sulle questioni ambientali, e su cosa si debba fare attenzione nel 2021.
Il 66% degli intervistati ha risposto che il riscaldamento globale e il cambiamento climatico è una questione ambientale a cui le imprese dovrebbero prestare maggiore attenzione nel 2021.
L’inquinamento da plastica è ritenuto un altro fattore fondamentale per quest’anno. Il 61% lo considera un fattore fondamentale nelle proprie decisioni.
Complessivamente, il 72% ritiene che le imprese possano fare “molto di più” nel nuovo anno per aiutare a combattere i vari problemi ambientali.