Anche le fondazioni bancarie si sono votate alla sostenibilità. O perlomeno hanno iniziato ad integrare sempre più i criteri esg nelle loro gestioni patrimoniali. È quanto emerso dalla ricerca condotta dal Forum per la Finanza Sostenibile, in collaborazione con Acri e MondoInstitutional, presentata martedì nell’ambito delle Settimane SRI. La ricerca è stata realizzata con il sostegno di DPAM, LGIM, Natixis Investment Managers e Valeur Group.
Cresce l’interesse per gli investimenti sostenibili
• Sono 29 sulle 36 rispondenti (l’81%) le Fondazioni che dichiarano di investire con criteri di sostenibilità, in aumento dell’84% rispetto al 2020, anno della prima edizione della ricerca. Dei 29 enti attivi in ambito Sri, 21 sono Fondazioni grandi o medio-grandi, che gestiscono complessivamente circa €34,7 miliardi, cioè il 78% del totale attivo delle Fondazioni inserite nel campione.
• La motivazione principale che spinge all’inclusione dei criteri esg nelle politiche di investimento è la coerenza degli investimenti sostenibili con le finalità istituzionali delle Fondazioni (citata da 24 sui 29 enti attivi in ambito Sri). Altri fattori menzionati sono la possibilità di coniugare l’impatto socio-ambientale con un congruo ritorno finanziario (21 enti) e quella di gestire più efficacemente i rischi finanziari (8).
Mancata inclusione dei criteri esg
• Sulle 36 rispondenti, 3 Fondazioni non applicano alcuna strategia di investimento sostenibile e 4 hanno avviato valutazioni in merito.
• Le principali criticità individuate riguardano la difficoltà di misurare gli impatti ambientali e sociali generati, la mancanza di dati esg affidabili e standardizzati e la mancanza di certificazioni che tutelino contro il greenwashing.
• Anche quest’anno nessun ente ha motivato la mancata adozione di investimenti sostenibili con la loro presunta rischiosità, scarsa redditività o eccessiva onerosità. Il dato è coerente con i risultati di numerose ricerche accademiche e di mercato.
Tasso di copertura degli investimenti sostenibili e strategie Sri adottate
• Come nelle precedenti edizioni dello studio, l’adozione delle strategie Sri resta limitata a una quota minoritaria del patrimonio in gestione. Tra le 29 Fondazioni che includono i criteri Esg nelle decisioni di investimento, 21 applicano tale approccio a una percentuale compresa tra lo 0 e il 25%. Tuttavia, va precisato che la quasi totalità delle rispondenti attive in ambito Sri (27 su 29) ha in programma di aumentare la quota di patrimonio investita secondo criteri di sostenibilità.
• La classe di attivo in cui vengono maggiormente inclusi i temi Esg è l’equity (per il 76% delle Fondazioni attive in ambito Sri, ossia 22 su 29), seguita dagli investimenti alternativi (citati da 20 enti su 29).
• Nel caso degli investimenti alternativi, le Fondazioni operano soprattutto nelle infrastrutture, nel private equity e nel settore immobiliare. Nelle classi di attivo alternative, gli strumenti finanziari più utilizzati dalle Fondazioni sono i fondi di investimento (nel 95% dei casi tra gli enti che includono i criteri Esg).
• Anche quest’anno le strategie Sri che riscuotono più successo tra le Fondazioni di origine bancaria sono le esclusioni (18 rispondenti) e gli investimenti tematici (15). L’engagement, invece, risulta la strategia meno diffusa, ma si registra un aumento degli enti che la adottano, che passano da 3 nel 2021 a 7 nel 2022.
Fondazioni e PNRR
• Tra le novità dell’edizione 2022 è stato inserito un approfondimento sul rapporto tra il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e le Fondazioni di origine bancaria.
• I settori che le Fondazioni si sono impegnate a sostenere attraverso investimenti sono soprattutto le energie rinnovabili (citate dal 58% delle rispondenti, ovvero 21 su 36) e l’housing sociale (in cui opera il 55% degli enti, ovvero 20 su 36). Il sostegno con erogazioni si è concentrato invece su ricerca e istruzione, servizi per le disabilità (entrambi citati dal 94% delle rispondenti, ossia 34 su 36), cultura (92%, ossia 33 su 36) e servizi all’infanzia (86,5%, ossia 32 su 36).
Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e neutralità climatica
• Oltre la metà delle Fondazioni attive in ambito Sri (16 su 29) sta valutando l’inclusione dei Sustainable Development Goals – SDGs dell’ONU nelle strategie di investimento. Tuttavia, sono ancora una minoranza gli enti che vi fanno esplicito riferimento nelle gestioni patrimoniali (4 su 29). Gli SDGs maggiormente citati sono: lotta al cambiamento climatico (4 enti), riduzione delle disuguaglianze, parità di genere, lavoro dignitoso e crescita economica (3).
• Anche rispetto all’inclusione della neutralità climatica nelle politiche di investimento si evidenziano ampi margini di miglioramento: solo 4 delle 29 Fondazioni attive in ambito Sri includono l’obiettivo net-zero tra le finalità della gestione patrimoniale, ma 13 enti hanno avviato valutazioni in merito.
“Le Fondazioni di origine bancaria garantiscono trasparenza e qualità dei progetti finanziati per la loro vicinanza ai territori in cui operano e la profonda capacità di lettura dei loro bisogni a livello ambientale e sociale. Per queste ragioni il crescente interesse verso gli investimenti sostenibili testimoniato dall’aumento dei volumi patrimoniali che incorporano i criteri Esg è una notizia molto positiva che conferma il ruolo centrale delle Fondazioni di origine bancaria sulla strada dello sviluppo sostenibile”, dichiara Francesco Bicciato, Direttore Generale del Forum per la Finanza Sostenibile.