Finanza sostenibile: 20 anni di un mercato che non è solo "green"

Rita Annunziata
25.11.2021
Tempo di lettura: 5'
La finanza non può dirsi realmente “sostenibile” se non si fa carico anche di quella “s” dell'acronimo esg spesso dimenticata. Ecco perché nelle parole degli esperti intervenuti in occasione del convegno conclusivo della X edizione della Settimana sri

Maurizio Agazzi: “È chiaro che il tema della parità di genere debba essere un impegno da tenere a mente anche quando si parla di finanza sostenibile. È parte dei diritti umani”

Il Forum per la finanza sostenibile, con oltre 130 soci e una dimensione multistakeholder, celebra quest’anno i suoi 20 anni di attività

Se vent'anni fa parlare di sostenibilità aveva un sapore futuristico, ancor più se associata alla parola “finanza”, oggi i visionari di un tempo possono tirare un sospiro di sollievo. I numeri lo dimostrano. Ma, come ricordato in occasione del convegno conclusivo della X edizione della Settimana sri organizzata dal Forum per la finanza sostenibile (che proprio quest'anno celebra i suoi 20 anni di attività), la finanza non può dirsi realmente “sostenibile” se non si fa carico anche di quella “s” dell'acronimo esg spesso abbandonata nel cassetto.

Diritti fondamentali e rischio greenwashing


Il pensiero, nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, va innanzitutto alla componente femminile della popolazione. “Credo che oggi sia un giorno particolare anche per un'ulteriore ricorrenza odierna”, interviene Maurizio Agazzi, direttore del Fondo Cometa. “Stiamo assistendo a una pericolosissima asimmetria, un confinamento di ruolo non solo nei livelli più alti ma anche in quelli più bassi, nell'accesso al mondo del lavoro e nelle retribuzioni. È chiaro che il tema della parità di genere debba essere un impegno da tenere a mente anche quando si parla di finanza sostenibile. È parte dei diritti umani. Diritti fondamentali in cui si annida un pericoloso rischio di greenwashing”. Parlare di queste tematiche non è facile, aggiunge Cometa. Ricordando come, non a caso, l'attenzione mediatica e non mediatica sia catturata dalla “e” (environmental). Ma “se non riusciamo a risolvere questa problematica non potremo mai essere realmente credibili”, avverte Agazzi.

Negri: “Sulla s resta ancora molto da fare”


Sulla stessa linea d'onda anche Pietro Negri, senior policy advisor del Forum per la finanza sostenibile, secondo il quale se sulla “e” i dati iniziano a essere più accurati e si registrano “ampi margini di miglioramento”, sulla “s” resta ancora molto da fare. “In questo momento mi vergogno di essere europeo se penso a quello che sta accadendo sul fronte orientale. E la finanza di questo deve tenere conto. Non si può avere riguardo solo per le infrastrutture ambientali, la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici. Ma anche per i cambiamenti sociali. Abbiamo una grande responsabilità, da questo punto di vista”, osserva Negri.

I 20 anni del Forum per la finanza sostenibile


“Agli albori del Forum qualcuno credeva fossimo dei visionari, ma se andiamo a vedere i numeri che abbiamo oggi ci rendiamo conto di quanto siano stati fortemente smentiti. E, parlando del Forum, c'è altrettanta evoluzione”, racconta Gian Franco Giannini Guazzugli, presidente del Forum per la finanza sostenibile. “Abbiamo superato i 130 soci. Soci che ci danno una dimensione multistakeholder di quella che è la nostra realtà e che ci consentono di affrontare queste tematiche da diversi punti di vista, facendo una sintesi di tutte le anime che compongono l'associazione”.

Un compleanno, tra l'altro, che coincide anche con il ventennale dal lancio della Strategia dell'Unione europea per lo sviluppo sostenibile, come ricordato infine da Franco Panfili, vice capo dipartimento mercati e sistemi di pagamento della Banca d'Italia. “Una tappa importante nella storia dell'Unione alla quale sono seguiti, in questi anni, impegni crescenti nel campo della sostenibilità e in particolare nella lotta contro i cambiamenti climatici. Secondo una recente indagine dell'Eurobarometro, per nove cittadini europei su dieci il cambiamento climatico costituisce un grave problema e per due su tre sono i governi i primi responsabili nell'agire per contrastarlo, seguiti dalle imprese, dall'industria e dalla stessa Ue”, ricorda Panfili. Tra i temi che riguardano la sostenibilità, aggiunge, le problematiche ambientali sono infatti quelle che negli ultimi anni hanno attirato maggior attenzione. Il che “non stupisce”, spiega, dato che gli effetti del cambiamento climatico sono sempre più frequenti e di maggiore portata. Tuttavia, conclude, “il concetto di sostenibilità, inteso come perseguimento dell'equità intergenerazionale, non può prescindere dalle tematiche sociali e di governance dell'impresa, così come riassunte dalla sigla esg”.
Giornalista professionista, è laureata in Politiche europee e internazionali. Precedentemente redattrice televisiva per Class Editori e ricercatrice per il Centro di Ricerca “Res Incorrupta” dell’Università Suor Orsola Benincasa. Si occupa di finanza al femminile, sostenibilità e imprese.
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