Il coronavirus sta facendo riscoprire l’importanza, molto spesso sottovalutata, del fattore umano in azienda. Molte società stanno infatti aumentando la solidarietà verso l’estero e l’interno
Ma attenzione perché se fino a qualche mese fa non si era prestato attenzione al fattore sociale, con comportamenti poco corretti verso la comunità, un cambiamento, causa coronavirus, non portare gli effetti sperati alla reputazione della propria società
La “S” sta dunque guadagnando sempre più spazio all’interno delle aziende e in questo momento sta diventando un vero e proprio cavallo di battaglia.
I casi sono dei più disparati e gli esempi fioccano:
1) Comunicazione: nessuno disconnessione, nessun costo eccessivo, un aumento dei dati e la distribuzione di servizi e siti gratuiti (società tecnologiche di vario genere)
2) Consumatore: produzione e donazione di forniture mediche, produzione ventilatori (case automobilistiche), acquisto prioritario e consegna agli anziani, lezioni gratuite, produzione camici (case di moda)
3) Contabilità: accettazione del pagamento in ritardo dei premi (assicuratori), priorità di pagamento ai fornitori di piccole imprese (banche), donazioni finanziarie per comprare le mascherine (banche)
4) Assistenza sanitaria: sviluppo vaccini e terapie contro il coronavirus (diversi miliardari e società), test rapidi, apparecchiature ospedaliere
5) Materiali: donazioni di articoli per i primi soccorritori e fornitura materiale per la fabbricazione di questi (diverse società anche non mediche)
6) Tecnologia: fornitura di prodotti IT gratuiti per ospedali e donazioni in denaro per le comunità (società e anche singoli)
Gli analisti della Bank of America stimano che le donazioni iniziali di denaro ammontino a circa 875 milioni di dollari e le mascherine gratuite a 16,5 milioni.
Focus Italia
In Italia non sono state poche le banche e le assicurazioni che si sono messe a dare aiuto alla propria comunità. Nel settore bancario da menzionare sicuramente Unicredit e Unicredit Foundation che hanno raccolto, anche grazie ai propri dipendenti italiani ed esteri 1.228.000 euro, da destinare agli ospedali italiani. Intesa Sanpaolo ha contribuito con 100 milioni di euro per la sanità nazionale, Banca Patrimoni Sella con 60 mila euro agli ospedali italiani e Banca Generali ha pensato all’attivazione di 100 milioni di euro per le piccole e medie imprese. Lato assicurazione da ricordare Axa con la donazione di 500 mila euro all’Ospedale Sacco di Milano, 150 milioni donati per progetti a sostegno dell’emergenza nazionale e 5 milioni di euro messi a disposizione per supportare la ricerca. Oltre al mondo finanziario in Italia si sono però mobilitati anche colossi come Armani, che ha annunciato la donazione di 250 mila euro agli ospedali. Bulgari che ha donato allo Spallanzani e Dolce & Gabbana a uno studio cooordinato dai professori, Alberto Mantonvani e Cecilia Garlanda di Humanitas & l’Università vita San Raffaele.