Investire nel vino, l’attuale ribasso è sintomo di un mercato sano

Fabrizio Guidoni
4.8.2023
Tempo di lettura: 3'
“Solo nelle bolle speculative si cresce sempre. E questo ribasso può essere considerato un momento utile per investire” spiega Michael Doerr , ceo di Oeno Group. Negli ultimi cinque anni i vini di pregio italiani cresciuti del 43%

L’andamento dei prezzi dei vini più pregiati al mondo nel mercato secondario, sintetizzato dagli indici del Liv-ex, mostra nell’ultimo anno flessioni

Il Master of Wine Gabriele Gorelli: "Questo calo fisiologico di valore viene largamente compensato nel medio-lungo termine con stabili crescite: il buon vino, anche negli investimenti, a volte deve essere ‘dimenticato’ per anni in cantina”

Il Liv-ex Fine Wine 1000 mostra come negli ultimi 5 anni tutti i sottoindici regionali siano ampiamente in positivo (+29,5% medio), trainati da Champagne +71,7%, Borgogna +67,6% e Italia con +43%

L’andamento dei prezzi dei vini più pregiati al mondo nel mercato secondario, sintetizzato dagli indici del Liv-ex, mostra nell’ultimo anno flessioni nei valori del mercato dei fine wine. Attenzione, però. Lo stesso Liv-ex Fine Wine 1000 mostra come negli ultimi 5 anni tutti i sottoindici regionali che lo compongono (Bordeaux, California, Porto, Borgogna, Champagne, Rodano, Italia e Resto del Mondo) siano ampiamente in positivo, con una crescita media del 29,5%, trainata dal podio composto da Champagne con +71,7%, Borgogna con +67,6% e Italia con +43%. Non è infatti un caso che in questo annus horribilis, l’Italia sia tra i Paesi produttori che hanno conservato meglio il proprio valore. I valori del sottoindice italiano Liv-ex Fine Wine 1000, che monitora le performance delle dieci etichette nostrane più iconiche tra cui cinque Super Tuscan, da gennaio sono diminuiti del 3,4%, ma negli ultimi 365 giorni sono invece cresciuti dello 0,3%, dato che arriva al 16,3% se si considera gli ultimi due anni e sale addirittura a 43% negli ultimi cinque.

Una crescita stabile nel tempo 

Anche se il vino pregiato italiano dimostra un’ottima tenuta, è tuttavia evidente a livello mondiale la debolezza di fondo negli ultimi dodici mesi dei prezzi del fine wine. “In questo mercato, per alcuni vini si assiste in maniera strutturale a un calo di valore sul breve periodo – spiega a We Wealth Gabriele Gorelli, Master of Wine e brand ambassador per l’Italia di Oeno Group, società leader nel settore degli investimenti in fine wines che offre un servizio personalizzato di consulenza per investire in vini di pregio -. Questo è il caso delle etichette di Bordeaux, una delle regioni più iconiche al mondo, nota soprattutto per i suoi eccellenti rossi che sono addirittura riusciti a definire uno stile inconfondibile, noto come taglio bordolese, composto dall’assemblaggio di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot. Questo calo fisiologico di valore, dovuto in parte anche all’uso dell’en primeur come modalità di vendita dei Bordeaux, viene largamente compensato nel medio-lungo termine con stabili crescite. Quindi l’attuale calo nel mercato dei fine wine non deve spaventare: il buon vino, anche negli investimenti, a volte deve essere ‘dimenticato’ per anni in cantina”. 

Una debolezza momentanea frutto di diversi fattori

La debolezza del mercato del fine wine dell’ultimo anno ha trovato terreno fertile in diversi fattori destabilizzanti che caratterizzano in questo periodo la situazione economica internazionale: la guerra in Ucraina, la forte inflazione e la crisi delle banche in Silicon Valley. Come va dunque valutata l'attuale fase di correzione delle valutazioni del vino di pregio all'interno del trend rialzista di fondo di lungo periodo? 

Il ribasso come opportunità 

“Come viene indicato dal Liv-ex, il mercato internazionale dei Fine Wine nell’ultimo anno ha visto decrescere i propri valori con picchi del -15%, come nel caso del Rodano” spiega Michael Doerr, fondatore e ceo di Oeno Group, Il gruppo ha vinto il titolo di “Best Global Wine Investment Firm”, rilasciato dalla prestigiosa rivista International Investor, grazie alle sue performance di rendimento medie che si attestano intorno al 12,8% annuo e al suo personale specializzato che comprende due Master of Wine. “Gli investimenti in fine wine non vanno però considerati in una prospettiva di tempo così limitata come quella di soli 365 giorni, ma bisogna sempre tenere prospettive di medio-lungo termine. Se attualmente sono al ribasso, si tratta di un sintomo che questo mercato è sano, perché nessuna economia è sempre al rialzo, altrimenti si tratterebbe di una bolla speculativa destinata a scoppiare. Anzi – conclude Doerr, premiato nel 2022 come “Wine Investment ceo of the Year Award" -, questo ribasso può essere considerato un momento utile per investire”. 

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