Sicurezza opere d'arte: quali insidie oltre ai ladri

22.11.2019
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Le occasioni di furto sono solo una delle minacce alla sicurezza delle opere d'arte: le insidie sono molte altre, a partire dal personale delle pulizie...
Quanti di noi pensano o hanno pensato che potesse essere una buona idea custodire contanti, preziosi e orologi all'interno dell'abitazione, magari celati con qualche particolare ed ingegnoso stratagemma in quell'intercapedine che solo voi potevate conoscere?
Da quello che ci dicono le statistiche in tanti. In realtà è consigliabile farlo solo se la vostra abitazione è provvista di un ottimo sistema di allarme con collegamento remoto alla pubblica sicurezza o ad un istituto di vigilanza. E, nel caso questi beni fossero custoditi all'interno di una cassaforte di qualità, quindi murata oppure dal peso importante, capace di impedirne l'asportazione.
In ogni caso si dovrebbe sempre evitare un eccessivo cumulo di preziosi all'interno dell'abitazione, utilizzando ad esempio le cassette di sicurezza della vostra banca per limitare il contenuto della cassaforte a quei due o tre orologi che alternerete durante quella settimana o per il mese.
Ma se parliamo di opere d'arte, antiquariato e oggetti da collezione di vario genere, la nostra premura deve cambiare completamente focus e contestualizzarsi in un quadro completamente diverso. Certamente l'evento “furto” è statisticamente rilevante anche per questi beni, ma non abbastanza per occupare nessuno dei primi tre gradini del podio. Guardando infatti alle statistiche legate ai sinistri su opere d'arte occorsi in abitazioni private, a sorpresa l'evento più ricorrente e drammaticamente intenso che si registra con più frequenza è derivante dalla negligenza o colpa grave dello staff domestico.
Si tratta di eventi del tutto accidentali e senza dolo, avvenuti spesso durante le consuete operazioni di manutenzione o di pulizia delle nostre case. Tuttavia questi, in certi sfortunati casi, possono dare luogo ad esiti drammatici con impatti economici e di valore importanti per il quadro che pensavamo essere al sicuro nel nostro salone. Qualche anno fa, un dipinto su tela di uno dei più grandi e apprezzati maestri dell'arte del secolo scorso, si bagnò a causa della percolazione di acqua che ne inumidì la superficie. Poco dopo il bagnamento, un membro del personale domestico si accorse di quello che, ancora non era, un serio danno.
Nell'intento di mitigare quanto accaduto, il domestico asciugò con della semplice carta da cucina la superficie dell'opera, ma il risultato di questa operazione fu nefasto. La materia pittorica era stata del tutto spalmata, spostata e compromessa per una buona parte della tela. In altre parole, un disastro non paragonabile al semplice e meno drammatico “bagnamento”. La tipologia di danno rientrava in quelli che una buona polizza per opere d'arte poteva risarcire.
Quindi dapprima si indennizzarono i costi per il miglior restauro possibile, per poi quantificare il danno che permaneva, il cosiddetto deprezzamento, ovvero la perdita di valore commerciale dell'opera. Il risarcimento concesso al collezionista a livello complessivo fu di qualche decina di milioni di dollari. Per intenderci, quel danno da negligenza ebbe lo stesso impatto economico della somma dei dieci sinistri da furto più importanti da noi gestiti all'interno di abitazioni private.
Guardando invece al secondo posto di questo ingrato podio, troviamo l'infedeltà dei dipendenti. Siamo in un ambito che, a differenza del precedente, sconfina certamente in quelli di tipo malevolo. Purtroppo sono molti i casi in cui vediamo persone che si approfittano della fiducia di cui godono presso i proprietari di casa, per agevolare o porre in essere furti all'interno di abitazioni che ben conoscono. E la profonda conoscenza delle nostre abitudini e degli strumenti di difesa messi in campo, nulla possono fare contro questo tipo di azioni mosse dall'interno.
Al terzo posto troviamo la grande famiglia degli “eventi accidentali”, insieme di situazioni piuttosto eterogeneo, che esulano dalla nostra volontà o premura di tutela. Recentemente abbiamo registrato molti sinistri da “rottura del chiodo”. Uno dei casi più tipici è quello in cui il chiodo o tassello che sostiene il nostro quadro sulla parete cessa la sua azione di supporto facendo collassare l'opera, che inevitabilmente si danneggia a causa del brusco impatto con il pavimento.
Nondimeno troviamo altri eventi accidentali che, anche se spesso piuttosto sottovalutati, sono in realtà capaci di provocare ingenti danni, come l'impatto accidentale oppure la collisione con altri oggetti. L'invito è quello di non abbassare la guardia rispetto ai “soliti noti”. Ma soprattutto, senza con questo volervi indurre ad aumentare ancora di più il vostro livello di diffidenza, iniziare a maturare una sensibilità più profonda ed attenta anche rispetto ai pericoli “meno noti”, che in qualche modo permettiamo di far vivere, lavorare o semplicemente esistere accanto a beni così importanti in un luogo quasi sacro qual è la nostra casa.
In ogni caso si dovrebbe sempre evitare un eccessivo cumulo di preziosi all'interno dell'abitazione, utilizzando ad esempio le cassette di sicurezza della vostra banca per limitare il contenuto della cassaforte a quei due o tre orologi che alternerete durante quella settimana o per il mese.
Sicurezza opere d'arte: il furto è fuori dal podio
Ma se parliamo di opere d'arte, antiquariato e oggetti da collezione di vario genere, la nostra premura deve cambiare completamente focus e contestualizzarsi in un quadro completamente diverso. Certamente l'evento “furto” è statisticamente rilevante anche per questi beni, ma non abbastanza per occupare nessuno dei primi tre gradini del podio. Guardando infatti alle statistiche legate ai sinistri su opere d'arte occorsi in abitazioni private, a sorpresa l'evento più ricorrente e drammaticamente intenso che si registra con più frequenza è derivante dalla negligenza o colpa grave dello staff domestico.
Si tratta di eventi del tutto accidentali e senza dolo, avvenuti spesso durante le consuete operazioni di manutenzione o di pulizia delle nostre case. Tuttavia questi, in certi sfortunati casi, possono dare luogo ad esiti drammatici con impatti economici e di valore importanti per il quadro che pensavamo essere al sicuro nel nostro salone. Qualche anno fa, un dipinto su tela di uno dei più grandi e apprezzati maestri dell'arte del secolo scorso, si bagnò a causa della percolazione di acqua che ne inumidì la superficie. Poco dopo il bagnamento, un membro del personale domestico si accorse di quello che, ancora non era, un serio danno.
Le incaute asciugature...
Nell'intento di mitigare quanto accaduto, il domestico asciugò con della semplice carta da cucina la superficie dell'opera, ma il risultato di questa operazione fu nefasto. La materia pittorica era stata del tutto spalmata, spostata e compromessa per una buona parte della tela. In altre parole, un disastro non paragonabile al semplice e meno drammatico “bagnamento”. La tipologia di danno rientrava in quelli che una buona polizza per opere d'arte poteva risarcire.
Quindi dapprima si indennizzarono i costi per il miglior restauro possibile, per poi quantificare il danno che permaneva, il cosiddetto deprezzamento, ovvero la perdita di valore commerciale dell'opera. Il risarcimento concesso al collezionista a livello complessivo fu di qualche decina di milioni di dollari. Per intenderci, quel danno da negligenza ebbe lo stesso impatto economico della somma dei dieci sinistri da furto più importanti da noi gestiti all'interno di abitazioni private.
Il dipendente infedele
Guardando invece al secondo posto di questo ingrato podio, troviamo l'infedeltà dei dipendenti. Siamo in un ambito che, a differenza del precedente, sconfina certamente in quelli di tipo malevolo. Purtroppo sono molti i casi in cui vediamo persone che si approfittano della fiducia di cui godono presso i proprietari di casa, per agevolare o porre in essere furti all'interno di abitazioni che ben conoscono. E la profonda conoscenza delle nostre abitudini e degli strumenti di difesa messi in campo, nulla possono fare contro questo tipo di azioni mosse dall'interno.
L'(in)sicurezza dell'accidentalità per le opere d'arte
Al terzo posto troviamo la grande famiglia degli “eventi accidentali”, insieme di situazioni piuttosto eterogeneo, che esulano dalla nostra volontà o premura di tutela. Recentemente abbiamo registrato molti sinistri da “rottura del chiodo”. Uno dei casi più tipici è quello in cui il chiodo o tassello che sostiene il nostro quadro sulla parete cessa la sua azione di supporto facendo collassare l'opera, che inevitabilmente si danneggia a causa del brusco impatto con il pavimento.
Nondimeno troviamo altri eventi accidentali che, anche se spesso piuttosto sottovalutati, sono in realtà capaci di provocare ingenti danni, come l'impatto accidentale oppure la collisione con altri oggetti. L'invito è quello di non abbassare la guardia rispetto ai “soliti noti”. Ma soprattutto, senza con questo volervi indurre ad aumentare ancora di più il vostro livello di diffidenza, iniziare a maturare una sensibilità più profonda ed attenta anche rispetto ai pericoli “meno noti”, che in qualche modo permettiamo di far vivere, lavorare o semplicemente esistere accanto a beni così importanti in un luogo quasi sacro qual è la nostra casa.