Cos'è la due diligence per acquistare opere d'arte

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Il valore dei beni d’arte, che in alcuni casi può raggiungere cifre veramente importanti, impone al collezionista e all’investitore un approccio di prudenza. La “correttezza” dell’opera al momento dell’acquisto va sempre vista anche nell’ottica della successiva rivendita

Come per gli acquisti più importanti l’arte non sfugge a verifiche preventive e indagini documentali che dovrebbero precedere la transazione vera e propria. Il valore dei beni d’arte, che in alcuni casi può raggiungere cifre veramente importanti, impone al collezionista e all’investitore un approccio di prudenza. La “correttezza” dell’opera al momento dell’acquisto va sempre vista anche nell’ottica della successiva rivendita. Chi acquisterebbe un’opera non in linea con gli standard documentali e legali richiesti dal mercato per la sua circolazione?  

Il rischio non è solo quello di aver fatto un cattivo affare ma anche quello di rimanere con qualcosa di invendibile in mano. La correttezza dell’opera si riflette poi anche sul suo valore. La provenienza certa, la proprietà non contestata da parte di chi vende e l’autenticità indiscussa o la sua corretta attribuzione all’effettivo autore conferiscono all’opera la commerciabilità alle quotazioni corrette. 

Ecco allora che un’attività di indagine preventiva sull’opera diventa essenziale pima del suo acquisto. Nel gergo tecnico si parla di due diligence che si declina principalmente in procedure e metodologie volte ad appurare la provenienza dell’opera, la sua proprietà effettiva e l’autenticità in termini di originalità e corretta attribuzione. 

Per la verifica della provenienza, l’analisi è per lo più documentale. La documentazione che deve corredare l’opera al momento della sua vendita può includere ad esempio quella relativa all’eventuale esportazione o all’importazione dell’opera dal paese in cui è stata realizzata o qualunque pubblicazione in cui l’opera sia stata citata o rappresentata come immagine. Possono assolvere a tale funzione i cataloghi d’asta in cui l’opera è transitata o le monografie dedicate all’artista, le attestazioni rilasciate dall’archivio che cura la catalogazione delle opere o gli articoli di riviste specializzate in cui l’opera è citata o rappresentata. Se è stato realizzato un catalogo della produzione dell’artista diventa rilevante anche quello. Sul tema provenienza si inserisce oggi la blockchain, il registro digitale unico condiviso utilizzato anche per le registrazioni dei passaggi di proprietà di opere di artisti principalmente viventi. 

Anche per l’accertamento della proprietà dell’opera, la verifica è prettamente documentale. Bisogna precisare che in questo caso oggetto dell’attività di due diligence è la verifica della legittimazione giuridica a vendere l’opera in quanto ne si è proprietari. Per l’accertamento della titolarità a vendere l’opera possono essere utili i contratti di acquisto originari o in alternativa la corrispondenza intercorsa con il venditore precedente o con il mercante da cui l’opera è stata acquistata. Ma soprattutto la documentazione fiscale può assolvere a tali necessità. Fatture di acquisto intestate al venditore, ricevute di pagamento nominative e pagamenti tracciati, come bonifici e carte di credito, sono elementi di legittimazione della proprietà del bene. In alcuni casi può e deve essere condotta un’indagine al contrario e cioè si controlla la banca dati nazionale dei Carabinieri per la tutela per il patrimonio culturale o quella internazionale dell’Interpol (ID-Art) per verificare che l’opera non sia inserita negli elenchi di quelle rubate o oggetto di provvedimenti giudiziari.

E veniamo ora alle verifiche sull’autenticità dell’opera. È forse questo, ancora oggi, l’aspetto più complesso con il quale collezionisti e investitori si devono confrontare. Diciamo subito che il nostro ordinamento prevede che al momento della vendita l’opera sia accompagnata dal certificato di autenticità o almeno di probabile attribuzione e provenienza. Si tratta di un documento contenente le caratteristiche dell’opera (misure e tecnica utilizzata), l’immagine o la fotografia che la rappresenta e l’indicazione dell’autore cui si accompagna la sua firma o quella del mercante stesso. Se l’opera è archiviata viene riportato anche il numero presente nell’archivio. 

Tuttavia, il rilascio del certificato di autenticità non è previsto nelle vendite tra privati. In tali casi o comunque quando sia necessaria una indagine più approfondita sull’opera può essere richiesta una “expertise” ovvero una perizia da parte di un esperto riconosciuto dal mercato. Le tecniche utilizzate per queste perizie sono essenzialmente la “connoisseurship”, ovvero un’analisi visiva dell’opera da parte dell’esperto conoscitore dell’artista e della sua produzione; la ricostruzione di tutti i passaggi intercorsi tra la realizzazione dell’opera e l’ultima cessione (di fatto si ricostruire in modo professionale la “provenienza” risalendo fio all’artista laddove possibile) e, infine, gli esami tecnici e scientifici sui materiali utilizzati per la realizzazione dell’opera al fine di verificarne la coerenza con quelli disponibili nell’epoca della sua produzione. Se l’artista non è più vivente, gli eredi conservano comunque il diritto di rivendicare la paternità dell’opera, se erroneamente attribuita ad altri, o di disconoscerne la provenienza. Se invece l’artista è vivente, allora è lui a fornire la prova regina della sua autenticità. A volte però è l’autore stesso dell’opera a disconoscerne la paternità. Ma questa è un’altra storia.     

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Specializzato in diritto tributario presso la Business School de Il Sole 24 ore e poi in diritto e fiscalità dell’arte, dal 2004 è iscritto all’Albo degli Avvocati di Milano ed è abilitato alla difesa in Corte di Cassazione. La sua attività si incentra prevalentemente sulla consulenza giuridica e fiscale applicata all’impiego del capitale, agli investimenti e al business. E’ partner di Cavalluzzo Rizzi Caldart, studio boutique del centro di Milano. Dal 2019 collabora con We Wealth su temi legati ai beni da collezione e investimento.

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