Il mondo dell’arte e i 7 trend che hanno definito il 2021
1. Le installazioni immersive
Il 2021 è stato l’anno delle installazioni immersive di opere d’arte negli Stati Uniti, realizzate attraverso grandi produzioni multimediali per lo più dedicate ai grandi maestri del passato. Anche in Europa il trend cavalca la sua onda già da alcuni anni, con nuovi musei recentemente inaugurati dedicati unicamente a tale tipo di mostre, come l’Atelier des Lumières, il primo museo solo digitale di Parigi, inaugurato nel 2018. Così esperienze capaci di intrattenere i visitatori sostituiscono le tradizionali e “noiose” mostre. Resta da chiedersi se i due anni di pandemia non abbiano trasformato la percezione del pubblico nei confronti dell’arte, provoca Davis, contribuendo alla popolarità di tali fenomeni. Il tutto considerando il fatto che il digitale è stato il principale canale con cui fruire arte cui siamo estati esposti negli ultimi mesi, date le limitazioni alle visite fisiche ai musei.
2. Gli nft conquistano il mercato dell’arte
Secondo Davis, con gli Nft gli investitori e gli appassionati di tecnologia sono riusciti a crearsi un mondo (e un mercato) dell’arte parallelo, su cui è confluito il sistema culturale tradizionale sulla scia di un mondo sempre più digitale. In questo senso, le conseguenze di tale fenomeno, oltre che dell’euforia ad esso collegata, sono i risultati delle aste di nft nel mondo, prima fra tutti quella dell’opera di Beeple dello scorso marzo. Ma anche quello del “gioco” di investimento collettivo collegato all’nft Merge di Pak, che a dicembre 2021 ha raggiunto il record per il non fungible token più caro mai realizzato e venduto, totalizzando 91,806,519 dollari grazie all’unione di 28,983 collezionisti.
3. Il risveglio sociale dei musei
Nel 2021 il sistema dell’arte tradizionale si è distaccato profondamente dai meme tanto in voga nella sua controparte digitale. Dalle tele raffiguranti le rivolte del 6 gennaio 2021 a Capitol Hill di Celeste Dupey-Spenser fino ai lavori autobiografici di Wilfred Rembert su prigioni e atrocità compiute dalla polizia, è il risveglio sociale il tema esplicito (o implicito) dell’arte dell’anno appena conclusosi.
4. Il rinascimento della black art
Diversi i segnali del successo, oltre che del mero riconoscimento, della black art negli Stati Uniti, così come dell’influenza dei suoi esponenti – siano essi artisti, critici o curatori – nel sistema dell’arte contemporanea. Qualche esempio? Il documentario Black art: in the absence of light rilasciato da Hbo a inizio 2021, dal tour dei ritratti di mr. e mrs. Obama realizzati da Kehinde Wiley e Amy Sherald, la via di Los Angeles dedicata agli artisti black Destination creenshaw, la nuova ala dedicata alla black art al Metropolitan Museon of Art di New York e il neodirettore di Gagosian e acclamato critico d’arte Antwaun Sargent.
5. L’ondata di restituzioni
Nel 2021 sono state numerose le opere d’arte sottratte durante l’epoca coloniale a fare ritorno nei propri paesi d’origine. La restituzione più discussa ruota sicuramente intorno ai bronzi del Benin, un sostanzioso corpus di sculture saccheggiate dal palazzo reale di Benin (nell’attuale Nigeria) nel 1897 e da quel momento disperse in circa 30 istituzioni museali a livello mondiale. Alla decisione della Germania di aprile 2021 di restituire i pezzi della raccolta custoditi nei suoi musei statali è seguita quella di due università britanniche, così come quella della National Gallery of Art di Washington D.C. Continua invece la discussione sulla restituzione dei marmi del Partenone alla Grecia, destinata a perpetrarsi ancora almeno nel 2022.
6. Nei musei, i sindacati hanno detto la propria
Così come in Italia, anche negli Stati Uniti le istituzioni museali hanno sofferto a causa della pandemia. La questione è esacerbata nel mese di ottobre, quando gli Usa sono stati travolti da quello che è stato poi definito “Striketober”, una ondata di proteste che hanno visto protagonisti i lavoratori in tutto il paese. Anche i dipendenti dei musei hanno avuto modo di dire la propria, dal Whitney al Brooklyn Museum fino al Baltimore Museum.
7. Un nuovo “cool” oltre gli algoritmi dei social network
È possibile che artisti, critici e curatori si stiano allontanando dal mondo perfetto di quell’internet in cui intelligenza artificiale e algoritmi dominano indiscussi? La risposta, secondo Davis, è sì. Così una controcultura prende le sue distanze da Instagram e TikTok, ma anche dalle gerarchie del sistema dell’arte contemporanea, per creare nuovi spazi di dialogo, canalizzando le sue energie verso un nuovo modo di essere “cool”.
Immagine di copertina: Barack Obama di Kehinde Wiley, 2018, olio su tela, National Portrait Gallery, Smithsonian Institution, © 2018 Kehinde Wiley; Michelle LaVaughn Robinson Obama di Amy Sherald, 2018, olio su lino, National Portrait Gallery, Smithsonian Institution. Credits: Los Angeles County Museum of Art.