Negli ultimi anni il mercato dell’arte contemporanea africana ha cominciato ad essere notato e apprezzato dai collezionisti e dagli addetti al settore in modo crescente. Gli investimenti, le fiere e le rassegne dove l’arte africana contemporanea è protagonista stanno prosperando, mostrando opere di alto livello contenutistico e formale.
Essendo un settore ancora tutto da scoprire mi è sembrato opportuno pensare ad una serie di articoli che raccontino i protagonisti di questa corrente, oggi vi presenterò l’artista marocchino Mo Baala.
L’artista
Mohammed Baala in arte Mo Baala, nato a Casablanca nel 1986, si colloca fra gli artisti più interessanti nel campo dell’arte contemporanea nord africana, con all’attivo molte mostre e la costante crescita del valore delle sue opere.
Artista multidisciplinare attivo dal 2016 sulla scena internazionale, ha partecipato a numerose mostre come la Biennale di Marrakech, Documenta, BiC Biennale di Casablanca con Limiditi Temporary Art Projects , Saout Radio & Savvy Funk, YIA & AKKA a Parigi, The Others Art Fair di Torino, 1:54 London, Marrakech & Paris.
La sua ultima personale dal titolo “Absence and Presence,Fragments between the hand and the brain”, ha avuto luogo nel 2021 all’Institut français du Maroc di Tangeri.
Un ritratto di Mo Baala
Una vita di esperienze e arte
Nel mio ultimo viaggio a Marrakech ho avuto il grande piacere di andare a trovare Mo Baala nel suo studio poco fuori città, con l’occasione ho potuto passare delle piacevoli ore in sua compagnia, dove fra un pranzo e un bicchiere di thè abbiamo improvvisato un’avvincente chiacchierata.
La vita di Mo Baala appare subito dai suoi racconti, ricca di esperienze forti ed eventi che hanno contribuito alla formazione del suo linguaggio artistico. L’artista dopo essere stato abbandonato dai genitori è cresciuto insieme alla nonna a Taroudant nel sud del Marocco, immerso fin dall’infanzia nella tradizione orale dei berberi del Sud, un mondo pieno di metafore, parabole e una particolare ironia.
In questo contesto l’artista è stato circondato da poesie Amarg, Awash e musica Rwaiss che l’hanno ispirato a scrivere testi, comporre melodie cominciando anche a disegnare fin da piccolo.
Taroudant è la città dell’artigianato con maestranze famose per l’abilità nelle lavorazioni tessili e di pellame. Come molti altri ragazzi della città, Mo Baala fin da giovanissimo e andato a lavorare come apprendista in una bottega di calzolai.
Più tardi si è trasferito al bazar lavorando come commerciante, vendendo ai visitatori oggetti d’arte decorativa, tappeti, pezzi d’antiquariato, ceramiche e pelli. Questi oggetti avevano la comune caratteristica di essere decorati con motivi simbolici, ciò ha portato l’artista a scoprire la natura universale e spirituale dei colori, delle forme, e dei segni.
Durante il nostro pranzo Mo Baala mi ha raccontato con sguardo accesso delle domeniche in cui il mercato di frutta e verdura si animava di colori e gente, in questo vivace contesto Mo ha avuto occasione di incontrare persone provenienti da tutto il mondo conoscendo così stili di vita diversi e imparando l’inglese. Questi anni
hanno rappresentato un’esperienza di vita molto forte in particolar modo a livello umano, connettendo l’artista con persone internazionali fra cui professori e ricercatori che hanno scambiato lunghe e illuminate conversazioni con Mo Baala facendo germogliare in lui la passione per la filosofia, la sociologia, la letteratura e in particolar modo la Storia dell’Arte.
Da questo momento per l’artista sono iniziati anni di intense ricerche e studi sui più disparati argomenti, parlando con lui si intuisce immediatamente il suo amore e la sua conoscenza della filosofia e della Storia dell’Arte e attraverso il suo sguardo intenso si percepisce inoltre una grande sensibilità emotiva.
La storia della sua vita è ancora molto presente nelle sue opere, una delle tecniche maggiormente usate dall’artista è quella del collage, a questo riguardo Mo mi racconta che da giovane quando viveva ancora a Taroudant non esistevano negozi di forniture artistiche quindi per produrre i suoi lavori raccoglieva dalle strade tutto quello che lo ispirava. Dopo la chiusura dei suk trovava ai margini delle vie pelli, riviste, manichini di negozi, tessuti, scatole, tutto ciò che veniva scartato e lo colpiva diventava un potenziale tassello della sua opera d’arte. Queste prime produzioni furono molto influenzate dalla corrente Dada e dal concetto di Ready-made.
Mo Baala, Immigrants, tecnica mista su tela, 131×209 cm, 2019
Le tematiche trattate dall’artista
Una delle principali tematiche trattate dall’artista è quella dell’assenza/presenza, nata dalla sua esperienza infantile dell’abbandono da parte dei genitori.
Pur essendo cresciuto con la nonna la “presenza” dei genitori è stata sempre viva come un’ombra, ogni volta che Mo Baala incontrava amici di famiglia gli venivano riferiti racconti a riguardo oppure venivano sottolineate le somiglianze fisiche con gli stessi.
Il tema dell’assenza/presenza viene sviluppato dall’artista in senso più universale uscendo dalla sfera personale per interrogarsi su quella sensazione che l’essere umano percepisce nel momento in cui sorge il ricordo di qualcosa riportato alla mente da un’immagine, da un odore o da un suono.
Il significato di assenza e presenza per l’artista è strettamente legato al concetto di memoria dei sensi sviluppato da Stanislawsky, che ha poi ispirato Lee Strasberg nella fondazione dell’Actor’s studio.
Mo Baala, Les Marques 6, 2021
La “stratificazione”
Altro elemento distintivo dei lavori di Mo Baala è la “stratificazione” realizzata dall’assemblaggio di personaggi immaginari che si moltiplicano dando vita a nuovi personaggi. Spesso essi traggono origine dal mondo animale e naturale come ad esempio le figure di uccelli, insetti, creature marine come i delfini o gli squali, elementi chiave che rappresentano il bene e il male.
Ma appaiono anche figure umane sagome che camminano e corrono in tante direzioni, a significare che le persone sono diverse, nelle loro convinzioni, nelle tendenze politiche e nella visione del mondo.
A volte sembrano mostri, ma sono colorati e rappresentano il paradosso di essere belli e allo stesso tempo estremamente pericolosi.
L’ ispirazione dell’artista proviene da molteplici fonti, come le maschere dell’Africa subsahariana, i petroglifi e altro ancora.
Nei lavori di Mo Baala troviamo una varietà di figure antropomorfe: uomini con la testa di un uccello, senza mani e senza ali; personaggi neri come il colore delle ombre a rappresentare l’assenza e la presenza della sua famiglia. E poi ancora scale, a volte rotte a volte intatte che rappresentano le occasioni e le difficoltà che ci offre la vita. Nei quadri di Mo Baala troviamo inoltre dei dettagli realizzati con la tecnica a spruzzo, a proposito di questo particolare Mo mi ha raccontato un aneddoto che mi ha molto colpita.
Da piccolo quando abitava con la nonna era usanza nella tradizione amazigh che le donne e bambini dipingessero le facciate delle case con disegni floreali per protezione e buona sorte usando la tecnica del pennello a spruzzo, dei precursori di Pollock!
Mo Baala, Tadonit, tecnica mista su carta 30x41cm
Una passione per la musica
La musica è un’altra parte molto importante della produzione artistica di Mo Baala, fin da giovane l’artista ha cominciato a comporre e ha continuato a coltivare questa sua passione portandolo ad oggi a una nuova collaborazione con Somniii per la produzione e gestione musicale, presto verrà presentato il nuovo progetto sonoro dell’artista.
Recentemente è nata anche la partnership con Miuzium Dubai per il lancio delle sue prime opere NFT’s.
Mo Baala, Tadonit, tecnica mista su carta 30x41cm
Voglio inoltre segnalarvi le sue prossime mostre: a Settembre avrà luogo una Solo Show presso la Galerie 127 di Marrakech, a Ottobre vedremo la partecipazione di Mo a Urban Art Biennale a Biarritz mentre nel prossimo Febbraio ci sarà la sua personale alla galleria Atelier 21 di Casablanca.
Exhibition Cobra Museum 2022, the shadow of the birds, 150×150 tecnica mista su tela
In copertina: Mo Baala, La pluie de la terre, tecnica mista su stoffa, 132×203 cm, 2019.