George Michael, all'asta la collezione di opere d'arte

Teresa Scarale
Teresa Scarale
24.2.2019
Tempo di lettura: 2'
Nella serata del 14 marzo 2019 culminerà l'asta delle opere d'arte della collezione di George Michael. E i fan della popstar potranno iniziare ad assicurarsi i pezzi del cuore già dall'8 marzo, nella consueta "online auction"

150 i lotti offerti. Nella collezione figurano artisti come Damien Hirst e Tracey Emin

Il senso unitario della collezione sta nell'esplorare il modo in cui gli artisti che ne fanno parte uniscono il concettuale al viscerale

George Michael continua a vivere nella sua attività di filantropia. Il ricavato della vendita delle opere d'arte della sua collezione privata andrà infatti a supporto di tutti i progetti benefici della popstar scomparsa il 25 dicembre 2016. Damien Hirst, Tracey Emin, Sarah Lucas, Michael Craig-Martin e Marc Quinn sono solo alcuni dei nomi che brilleranno nella "evening sale" del 14 marzo 2019, da Christie's Londra. Gli artisti in collezione fanno fanno tutti o quasi parte del movimento Yba, Young British Art, per lo più amici dello stesso Michael, che con loro si poneva in rapporto di dialogico. Pare dunque che sia l'anno della musica per Christie's, dopo il roboante annuncio della David Gilmour sale che si terrà a New York in giugno.
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Damien Hirst, Saint Sebastian, Exquisite Pain, 2007. Stima £1,000,000-1,500,000

"Un periodo straordinario"


La collezione di George Michael è la proiezione di tutto quel neo-fermento culturale britannico che l'artista si trovò a vivere e a far vivere. Cuore dei 150 lotti all'asta sono appunto le opere di quel movimento noto come Young British Art. Artisti che giunsero alla celebrità nel 1988, in seguito alla collettiva del giovane Damient Hirst a Freeze. Così, fanno bella mostra di sé nella collezione i lavori in formaldeide di Hirst stesso, i neon di Tracey Emin, un autoritratto di Sarah Lucas, un gorilla di Angus Fairhurst.
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Michael Craig-Martin, George Michael
La struttura logica di fondo di questo insieme di opere è quella di esplorare le modalità di espressione artistica fra visceralità e concettualità. Si tratta di arte contemporanea capace di veicolare il suo messaggio spesso radicale con sagacia e pragmatismo: l'uso à la Duchamp di oggetti "quotidiani e urbani" ne è l'esempio.

George Michael: una collezione radicale


Al di là delle tecniche utilizzate per produrre le opere, la collezione rappresenta un corpus unitario. Tutte sono "democratiche" nei materiali e nel significato, e molti dei loro creatori provenivano e provengono da classi lavoratrici, veri e propri disruptor del "vecchio mondo dell'arte provinciale della capitale" (la citazione è di Christie's). Tripli applausi dunque a George, cantante, filantropo e sapiente collezionista, capace di riunire e valorizzare le opere più progressiste e innovative dei suoi contemporanei.
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Tracey Emin, I KNOW I KNOW I KNOW, 2002. Stima: £40,000-60,000

(Anche) prezzi pop


I lotti dell'asta online, che prenderà il via l'8 marzo per poi concludersi il 15, partono addirittua da 400 sterline. Certo, il prezzo di partenza vuol dire bene poco, ma con un po' di scaltrezza ci si potrà accaparrare per poco un pezzo di storia della cultura pop mondiale, come già successo nella straordinaria asta "100% sold" dedicata a Caterine Deneuve.

Qui è possibile ordinare il catalogo.
Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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