Rischa Paterlini. Come curatrice ho imparato a fare tutto ciò che serve per prendersi cura a 360 gradi di una collezione privata. Questo è quello che oggi faccio per i collezionisti, sia che già abbiano una collezione sia che vogliano iniziare a costruirla. Con alcune aziende sto anche collaborando per realizzare progetti ad hoc dedicati all’arte contemporanea, poi c’è la curatela di mostre e l’insegnamento in Accademia, fonte di riflessioni, continui aggiornamenti e confronto con i giovani.
Cristina Masturzo. Ho costruito la mia formazione e la mia professionalità in un punto di incontro tra l’arte contemporanea e le discipline economiche, per cui oggi mi definisco una storica dell’arte prestata al mercato. In sintesi, direi che il sistema dell’arte contemporanea è decisamente la mia “cup of tea”: è il nodo teorico e il mondo concreto che mi appassiona, su cui indago come teorica, e che accompagno a scoprire sia le mie studentesse e i miei studenti, che altri operatori e collezionisti.
Ginevra Pucci e Stefania Poddighe. L’universo delle competenze del direttore di una fiera è sfaccettato. Si tratta di un ruolo molto delicato e molto complesso che alcune volte viene equivocato. Per quanto ci concerne tale ruolo ci pone costantemente di fronte all’obbligo di lavorare con il massimo rigore nella selezione delle gallerie e delle opere che vengono presentate. Etica, correttezza e qualità sono le caratteristiche necessarie per partecipare a Flashback. Nel sistema dell’arte il direttore di una fiera ha delle enormi responsabilità perché ammettere all’interno di propri spazi una galleria o un’opera vuol dire implicitamente confermarne il “valore”.
Giulia Centonze. In qualità di specialista d’arte moderna e contemporanea la mia principale attività è quella di valutazione delle opere che ci vengono sottoposte per stima. Tale attività ne ‘nasconde’ tante altre, tra cui l’attività di ricerca che precede ogni valutazione o ancora l’analisi dei principali trend di mercato.
Rischa Paterlini. Sotto moltissimi profili: si va dalla schedatura scientifica delle opere, ai certificati di autenticità, alla collaborazione con i professionisti del settore per le attività di conservazione delle opere, alla ricerca dei giovani artisti, alle relazioni con i galleristi, alla partecipazione alle fiere, accompagnare le opere quando vengono prestate per mostre, la collaborazione con la compagnia assicurativa per le stime. È importante poi pensare anche allo sviluppo di progetti che possano valorizzare la collezione in collaborazione con istituzioni pubbliche sia in Italia che all’estero, realizzare cataloghi, allestire le opere interpretando il desiderio del collezionista e poi la comunicazione. Lo scambio di idee e opinioni con i collezionisti sugli artisti e sul sistema più in generale è per me molto importante come importanti sono i loro racconti per ogni opera della collezione
Cristina Masturzo. La mia vicinanza alla domanda d’arte, e quindi ai collezionisti, si concretizza sul doppio binario della teoria e dell’esperienza pratica quotidiana. Da teorica, il fenomeno del collezionismo contemporaneo è uno dei miei oggetti di studio ed elaborazione riflessiva di elezione, ma a questo si accompagna anche una sfera ibrida di collaborazione e amicizia con molti appassionati, che negli anni sono diventati anche gli amici più cari, e con cui quindi esiste un’abitudine e attitudine condivisa di scoperta e frequentazione, in uno scambio reciproco di visioni e preferenze critiche.
Ginevra Pucci e Stefania Poddighe. Il nostro compito è in primis quello di fare incontrare il gallerista con il collezionista, ma le differenze si evidenziano nelle modalità con le quali ciò avviene. La creazione del contesto è un punto di snodo fondamentale e genera la differenza. Contestualizzare, decontestualizzare o ricontestualizzare vuol dire lavorare sul significato. Noi lavoriamo per la creazione di un contesto che sia funzionale al nostro obiettivo e che si riassume nel nostro claim: l’arte è tutta contemporanea.
Giulia Centonze. I collezionisti sono tra i miei principali interlocutori, sempre più preparati e attenti alle novità del mercato dell’arte. Spesso mi chiedono consigli in merito al possibile ritorno economico rispetto alle opere di loro interesse, ma fondamentalmente l’acquisto delle opere è legato al loro gusto personale e passione che le opere stesse sanno provocare.
Rispetto al crescente interesse dei millennial nell’acquisto di opere d’arte come si sta modificando l’offerta di servizi da parte della sua professionalità?
Rischa Paterlini. I millennial sono molto autonomi nella gestione della collezione e nelle acquisizioni. I giovani collezionisti si sono fatti avanti, forti del fatto di poter interagire in questo mondo più liberamente e hanno comprato opere alle aste on-line attratti forse da stime decisamente alla loro portata e, quando non lo sono, condividono il desiderio di un’opera con altri giovani collezionisti e comprano insieme il lavoro. Oltre a questo, tra i millennial ci sono anche giovani professioniste del sistema che saranno le professioniste di domani. Tra queste Marlene L. Müller, che scriverà un testo proprio sul tema per la mostra a Casa Testori dal titolo SEGNI DI ME. Il corpo, un palcoscenico e che inaugurerà il prossimo aprile.
Cristina Masturzo. Cerco sempre di ragionare tenendo presente quanto ricettive siano le nuove generazioni nei confronti dell’arte più recente, del presente che stiamo vivendo, e delle nuove possibilità offerte dall’evoluzione tecnologica, e spero di riuscire a essere sempre sintonizzata con loro, a usare strumenti e linguaggi e aree di attrazione che possano espandere la mia comunicazione e riuscire a veicolare ciò che conosco e amo di questo mondo, salvandone la preziosa complessità.
Ginevra Pucci e Stefania Poddighe. La grande sfida è comunicare l’arte nell’etere cercando di riprodurre non unicamente l’immagine dell’opera ma anche gli altri elementi che la caratterizzano. I servizi sono e dovranno essere sempre più variegati cogliendo prontamente dalla tecnologia i continui input.
Giulia Centonze. I millennial sono estremamente autonomi nel ricercare tra i vari attori del mercato le opere di loro interesse. Sempre più frequentemente i nostri clienti consultano in autonomia il nostro sito e selezionano le opere di loro interesse. Questo ruolo così attivo e autonomo dei collezionisti ci ha portato ad offrire un maggior numero di servizi digitali per rendere la comunicazione sempre più immediata: app, ecatalogue, possibilità di partecipare alle nostre aste online, augmented reality e tante altre. Anche io voglio fare il nome di una collega under 40 che opera nel settore dell’arte contemporanea e che sicuramente farà parlare di sé in futuro, grazie ai suoi innovativi progetti. Si tratta di Giulia Floris, curatrice di Lab1 in occasione di ArtVerona 2021.
Quali pensa saranno gli elementi innovativi e caratterizzanti del mercato dell’arte nei prossimi anni?
Rischa Paterlini. Sicuramente la sempre maggiore digitalizzazione di fiere e mostre, ma forse, l’elemento che caratterizzerà di più il mercato dell’arte saranno gli NFT (not fungible token) ovvero token non scambiabili che attestano la proprietà di oggetti unici. Una sfida tutta nuova a cui non possiamo sottrarci anche perché NFT ed Ethereum (che non si discosta molto dai BITCOIN ma che permette la creazione e la diffusione di Smart Contract che a loro volta permettono di attivare gli NFT assegnandone la proprietà e la trasferibilità) ci potrebbero aiutare nella necessità che sempre più avremo di definire l’unicità di un oggetto fisico.
Cristina Masturzo. La risposta non può che essere la rivoluzione digital, che è stata così protagonista nel periodo pandemico e post-pandemico, e che è di certo destinata a rimanere parte integrante del sistema dell’arte, basti pensare ad esempio a tutto il crescente interesse per il mondo degli NFT. Non in modo sostitutivo dell’esperienza reale, ma come universo sussidiario e foriero di nuovi approcci e possibilità di produzione e fruizione.
Ginevra Pucci e Stefania Poddighe. Non crediamo vi saranno dei reali elementi innovativi nell’immediato, siamo in un momento di sperimentazione, una modalità anche forzata dal momento storico in cui stiamo vivendo.
Giulia Centonze. Le opere d’arte contemporanea sono per loro stessa natura sempre innovative. Basti pensare ai sorprendenti risultati registrati dai NFT nell’ultimo anno. Inoltre, i servizi offerti dai diversi attori e le modalità di comunicazione diventeranno sempre più globali.
Profili
Cristina Masturzo
Storica dell’arte e docente di Economia e Mercato dell’Arte e Comunicazione e Valorizzazione delle Collezioni al Master in Contemporary Art Markets in NABA e responsabile e contributor dell’area di mercato dell’arte di Artribune Magazine.
Ginevra Pucci e Stefania Poddighe
Direttrici della fiera Flashback, l’arte è tutta contemporanea
Giulia Centonze
Junior Specialist Modern and contemporary art department di Christie’s Italia
Rischa Paterlini
Curatrice indipendente, art consultant e docente di Economia dell’arte e management per l’arte in NABA-Milano