Il mercato dell’arte e dei beni da collezione nel 2022

Roberta Ghilardi
16.12.2022
Tempo di lettura: 3'
A fronte degli innumerevoli risultati record nel 2021 e nel 2022, le ultime aste hanno evidenziato un raffreddamento dell’entusiasmo che ha caratterizzato gli ultimi mesi, con risultati che talvolta non incontrano la forbice di stima, o superano di poco il prezzo minimo previsto. Deloitte ha iniziato a fare il punto

La crisi pandemica ha fortemente colpito e trasformato il mercato dell’arte, oggi maggiormente orientato all’innovazione, alla collaborazione e alla sostenibilità. Dopo un primo momento di stasi, gli operatori hanno infatti saputo reagire alla crisi, implementando nuove strategie “ibride” per mantenere vive le relazioni con il proprio pubblico e cercare di crearne di nuove, nonché per intercettare una domanda anch’essa fortemente trasformata, sempre più dominata dal digitale e dalle giovani generazioni. Nuovi buyer e nuovi interessati ai beni da collezione hanno contribuito ad accelerare l’evoluzione del settore, - portando sul mercato nuove esigenze, nuove abitudini d’acquisto, nuove risposte da parte degli operatori - rappresentando, al contempo, un nuovo potenziale target da fidelizzare. 


Queste dinamiche, supportate dalla disponibilità di opere di qualità che hanno spinto i buyer all’acquisto, hanno favorito nel 2021 la crescita del fatturato complessivo del +67,4% rispetto al 2020 e del +17,7% rispetto al 2019, con riferimento alle aste, svoltesi sia in digitale che in presenza, esaminate da Deloitte Private nel Report “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione – Report 2022”. Sono quindi stati superati anche i livelli pre-COVID, con sorprendenti risultati registrati per opere di artisti giovani e poco noti al contesto internazionale del mercato secondario. Nonostante il panorama economico sia caratterizzato da un persistente clima di incertezza, derivante anche dallo scoppio del conflitto russo-ucraino, le più grandi case d’asta internazionali nella prima parte del 2022 hanno continuato a registrare risultati da record


A brillare sul mercato troviamo molti artisti under 35, tra cui molte donne, in netta controtendenza rispetto al passato. Alcuni esempi sono Allison Zuckerman (nata nel 1990), che ha raggiunto il totale di $3,4 milioni generati in risultati d’asta; o Anna Weyant, nata nel 1995, che ha totalizzato $5,2 milioni in asta in un solo anno. Il primo semestre dell’anno ha così fatto registrare una crescita di circa il +9% rispetto allo stesso periodo del 2021, grazie ad una ritrovata vivacità, garantita anche dalla possibilità di tornare a vivere il settore “in presenza”, avvalendosi comunque del supporto delle piattaforme digitali sviluppate in risposta alla crisi da COVID-19. Il “Phygital” è divenuto la nuova chiave di lettura per il “new normal” post-pandemico, facendo raggiungere al mondo dell’arte un nuovo livello di complessità, attribuibile alla presenza di nuovi operatori, nuovi strumenti per la fruizione delle opere e, soprattutto, nuovi beni da collezione che attraggono nuovi segmenti di mercato. Tra i risultati di spicco, anche il record per asta più costosa della storia, 1,5 miliardi di dollari, registrato dalla vendita “Visionary: The Paul G. Allen Collection”, dedicata alla collezione del co-fondatore di Microsoft, tenutasi da Christie’s a New York lo scorso novembre. 


Se il 2022 fino al mese di novembre è stato un anno positivo per il mercato dell’arte, non impattato dal clima di ritrosia e forte attenzione vissuto dai principali mercati regolamentati, le ultime aste dimostrano tuttavia un raffreddamento dell’entusiasmo che ha caratterizzato gli ultimi mesi, con risultati che talvolta non incontrano la forbice di stima, o superano di poco il prezzo minimo previsto. A dimostrarlo, tra gli altri, i risultati registrati dalle Evening Sales di Christie’s a New York, dedicate all’arte del XX secolo e del XXI secolo, che hanno registrato rispettivamente un prezzo di martello pari a $255,2 milioni, contro un valore minimo di stima di $297,0 milioni, e un prezzo di martello di $95,3 milioni contro un valore minimo di stima di $151,6 milioni. Altro campanello d’allarme sono le numerose garanzie a copertura dei lotti offerti, soprattutto quelli di maggiore qualità, segnale della necessità di rassicurare i venditori intenzionati a proporre i propri beni sul mercato. 


Anche Art Basel Miami, la fiera più importante a livello internazionale dell’ultima parte dell’anno, evidenzia alcune zone d’ombra. Se, da un lato, la voglia di tornare alla normalità ha portato all’organizzazione di numerosissimi eventi che hanno visto la partecipazione di appassionati e operatori (nonché semplici curiosi) provenienti da tutto il mondo, lo spettro della crisi economica internazionale ha portato ad un rallentamento dell’entusiasmo dei collezionisti che, secondo quanto riportato dagli operatori del settore, si mostrano cauti e riflessivi negli acquisti. 


È ancora presto per comprendere se si tratti di un effetto fisiologico di raffreddamento degli ultimi mesi del mercato, rispetto al grosso boom vissuto dal mondo dell’arte nel corso del resto dell’anno, o se si tratti del preambolo di un’imminente crisi. Saranno gli inizi del 2023, a “bocce ferme”, ad aiutarci a tirare le somme dell’andamento del mercato di questo dinamico 2022.

Opinione personale dell’autore
Il presente articolo costituisce e riflette un’opinione e una valutazione personale esclusiva del suo Autore; esso non sostituisce e non si può ritenere equiparabile in alcun modo a una consulenza professionale sul tema oggetto dell'articolo.
WeWealth esercita sugli articoli presenti sul Sito un controllo esclusivamente formale; pertanto, WeWealth non garantisce in alcun modo la loro veridicità e/o accuratezza, e non potrà in alcun modo essere ritenuta responsabile delle opinioni e/o dei contenuti espressi negli articoli dagli Autori e/o delle conseguenze che potrebbero derivare dall’osservare le indicazioni ivi rappresentate.
Laureata con lode in Economia e Gestione dei Beni Culturali e dello Spettacolo, Roberta Ghilardi ha condotto un progetto di tesi presso il Museo del Novecento di Milano. Dopo un'esperienza di tirocinio presso Intesa Sanpaolo, è entrata in Deloitte nel 2017, dove oggi è manager nell’area Sustainability e membro della Service Line Offering Art & Finance di Deloitte Private. In Deloitte collabora a progetti in ambito di sostenibilità, anche connessi al mondo dell’arte e della cultura, e alla redazione dei Report Art&Finance a livello italiano ed internazionale.
È inoltre Cultore della Materia del corso Teorie del Mercato dell'Arte dell’Università IULM e ha contribuito a diverse pubblicazioni nel campo dell'arte e dei beni da collezione, oltre ad aver partecipato come Lecturer a lezioni presso l’Università IULM, l'Università Cattolica e l’Università di Pavia.

Cosa vorresti fare?

X
I Cookies aiutano a migliorare l'esperienza sul sito.
Utilizzando il nostro sito, accetti le condizioni.
Consenti