Walter Niedermayr: la luce silenziosa e il rumore bianco dell’Iran

Teresa Scarale
Teresa Scarale
31.3.2023
Tempo di lettura: 3'
La serie di immagini “Iran, prima e dopo la rivoluzione”, del fotografo italiano Walter Niedermayr dà vita a una piccola interessante mostra negli spazi milanesi di Ersel. Lo sguardo dell’artista è meditativo e sorprendente, grazie alla tecnica dello sfalsamento. Fino al 30 aprile 2023

Che cosa è rimasto dell’antica Persia, dopo la rivoluzione khomeinista del 1979? Se lo domanda l’obiettivo del fotografo Walter Niedermayr (quotazioni: 6000 euro per le edizioni; 20.000 euro per i dittici: galleria Ncontemporary Milano), artista che in Iran ha soggiornato più volte e in più posti, dal 2005 al 2008. I suoi scatti in grande formato, spesso appaiati in dittico (più raramente in trittico) si posano meditativi su quei luoghi in cui un passato magnifico si sgretola sotto l'asfissia del presente politico. Desertici, anche se abitati. Il colore abdica alla sua funzione di protagonista: è costantemente sbiadito, desaturato, quando non snaturato, come i residui architettonici del passato (torri del vento, colombaie). La serie cui ci riferiamo è “Iran, prima e dopo la rivoluzione”, a cura di Chiara Massimello e godibile per tutto il mese di aprile 2023 a Milano in quello spazio elegante, silenzioso e pieno di luce che è la sede meneghina di Ersel, nei pressi di Santa Maria delle Grazie. Il fotografo osserva il paesaggio urbano moderno dell’Iran, sorto dopo la rivoluzione islamica del ’79 e per lo più influenzato dall'architettura occidentale, paradossalmente.


Walter Niedermayr Tehran Iran 139 2008_credits Ncontemporary Milano


Paradosso che Walter Niedermayr esprime bene con la tecnica dello sfalsamento, osservabile nei suoi dittici: le due immagini non sono contigue, non costituiscono una panoramica, anche se a una prima occhiata potrebbero sembrarlo. L’effetto è sconcertante. «Il pubblico conosce Walter Niedermayr soprattutto per i suoi scatti dedicati alla montagna. In questa occasione dimostra di essere una volta di più un grande fotografo», commenta la curatrice Chiara Massimello. «Le foto qui esposte sono molto silenziose, bidimensionali, piene di delicatezza», non forzano l’osservatore ma gli lasciano l’intimità (e la capacità) di capire. A precisa domanda, lo stesso fotografo ci risponde che per lui bidimensionalità vuol dire realtà: «Ciò che noi vediamo è bidimensionale».


Walter Niedermayr Yazd Iran 23 2005_credits Ncontemporary Milano


«Il colore, protagonista assoluto di tante foto, qui è in secondo piano. Il fatto che non ci sia, lascia concentrare su altro». Lo sbiadimento e lo sfalsamento delle immagini regala, di volta in volta, una sensazione di misticismo o di polvere, inquinamento, soffocamento. «Teheran è una delle città più inquinate del pianeta», ci ricorda Niedermayr davanti a una foto della capitale, su cui svetta una catena montuosa. 


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«Nelle montagne a nord di Teheran si può sciare. Quelle piste rappresentano per le donne un grande momento di libertà». Eccezion fatta per la foto che appare in questo articolo, la figura femminile è mancante nelle immagini in mostra. Apparentemente. Al secondo, se non al terzo sguardo, magari assorbita dall'ombra cupa di una costruzione, compare, a memoria perenne della sua emarginazione.


Walter Niedermayr Isfahan Iran 176 2008_credits Ncontemporary Milano


Per Ersel, questa esposizione rappresenta un passo in più nel suo percorso d’arte e filantropia culturale (la mostra è visitabile gratuitamente durante tutto il periodo di apertura). Paola Giubergia, responsabile delle relazioni esterne di Ersel, sulla scelta di Walter Niedermayr: «Per noi si tratta di un artista collaudato, avendo già tenuto una sua mostra nei nostri spazi torinesi. Il suo lavoro era piaciuto moltissimo, e abbiamo pensato di riproporlo temporalmente fra il Mia Fair e il Miart, a Milano. L’ingresso è libero, e per l’occasione abbiamo deciso di tenere aperti i locali di via Caradosso 16 anche al sabato».


Walter Niedermayr Tehran Iran 179 2008_credits Ncontemporary Milano

Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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